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Tornei per club

Abbiamo davvero bisogno del Mondiale per club?

Rinviato a febbraio causa Covid, sta per ripartire il torneo intercontinentale. Ora più che mai, però, la domanda sorge spontanea: abbiamo davvero bisogno del Mondiale per club?

Dal 1960 al 2004 si chiamava Coppa Intercontinentale: le squadre campioni di Europa e Sud America si sfidavano, con cadenza annuale, in una finale (andata e ritorno fino al 1980) per decretare la miglior squadra del mondo. Dal 2005 la formula cambiò: i campioni di Europa e Sud America avrebbero dovuto passare da una fase preliminare. Nacque così il Mondiale per Club.

La formula

Dal 2005 ad oggi la formula è quella della eliminazione diretta. Il torneo è composto da primo e secondo turno, semifinali e finali. Le vincitrici della Champions League asiatica e della Coppa Concacaf entrano direttamente al secondo turno, mentre quelle della Champions League europea e della Copa Libertadores direttamente dalle semifinali.

Questa modalità ha sicuramente reso il torneo più accattivante e interessante per gli spettatori, ma l’albo d’oro dimostra che una vera competizione non c’è. Nelle 15 edizioni del Mondiale solo per tre volte a trionfare è stata la squadra campione del Sud America. Nelle altre dodici, il titolo è sempre andato alla vincitrice della Champions League europea. Il record di vittorie è del Real Madrid, con 4 titoli in bacheca.

Corinthians 2012 Guerrero Cassio
L’ultima volta di una non europea: il Corinthians di Guerrero e Càssio
Fonte: wikimedia.org https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:David_Luiz,_Cassio,_Paolo_Guerrero,_FIFA_Club_World_Cup_2012.jpg (Fonte: Flickr: DSC_9490, Autore: Tomofumi Kitano)

Il cambiamento voluto da Boban

Nel gennaio 2019 l’allora vicesegretario della Fifa Boban aveva parlato con tono molto critico del Mondiale per Club. In particolare si era detto pronto a proporre un drastico cambiamento, perché “Così è [un torneo] inutile“. L’idea era di creare un vero e proprio Mondiale per club, da disputarsi d’estate ogni quattro anni. La formula sarebbe dovuta entrare in vigore dall’edizione 2021, ma ad ora non si hanno conferme ufficiali.

L’idea di disputare il torneo ogni quattro anni avrebbe avuto il pregio – secondo Boban – di alleggerire il monte-impegni delle squadre, soprattutto quelle europee. Con l’emergenza da Covid-19 probabilmente questo cambiamento verrà congelato e rimandato almeno di una stagione.

Abbiamo davvero bisogno del Mondiale per club?

Arriviamo al punto. Tolto che la formula voluta da Boban potrebbe sicuramente rimescolare le carte, ad oggi la situazione è sempre la stessa: un torneo inutile. Le squadre favorite entrano ad un passo dalla finale (Coppa Italia, ne sai qualcosa?) e 11 volte su 15 si sono scontrate proprio lì. La finale, poi, spesso è una formalità: è dal 2012 che non vince una non europea.

Il cambiamento di formula, con l’introduzione di gironi qualificatori per tutti, potrebbe cambiare qualcosa. Soprattutto la cadenza quadriennale potrebbe creare più attesa e più interesse da parte dei tifosi. Tuttavia la questione sempre la stessa: ci serve davvero sapere chi è la migliore al mondo?

Le squadre che partecipano al Mondiale vengono da realtà completamente diverse. I calendari sono spesso opposti, i ritmi completamente sfasati e la preparazione atletica talvolta agli antipodi. Eppure ci piace sognare lo sgambetto della squadra giapponese al Liverpool o Real Madrid di turno. Come se questo, anche se dovesse mai succedere, potesse cambiare qualcosa negli equilibri mondiali del calcio.

Una proposta radicale

Vogliamo davvero mettere alla prova il ricchissimo calcio europeo con il resto del mondo? Lasciamo il Mondiale per Club agli Harlem Globetrotters del calcio e apriamo le porte della Champions League. Perché non riservare un girone (o un numero di partecipanti) della massima competizione europea alle migliori squadre del mondo?

Immaginate il River di Gallardo ai gironi con il Liverpool, il Santos di Cuca agli ottavi col PSG o il Tigres di Gignac ai quarti. In cambio potremmo spedire alcune delle nostre squadre in Libertadores. Magari ad attraversare l’oceano potrebbero essere proprio quelle squadre che la Uefa vorrebbe far partecipare alla nuovissima Uefa Conference League, in partenza nella prossima stagione. Sassuolo-Colo Colo, Union Berlin-Palmeiras…Perché no?

In cambio potremmo finalmente godere di una semifinale di Champions League in cui il Real Madrid di Zidane deve giocare l’andata alla Bombonera. Lo spettacolo sarebbe decuplicato e anche l’aspetto economico, caro alla Uefa, ne gioverebbe. Infine, in un mondo sempre più globalizzato che senso hanno ancora le competizioni continentali? Ancora meno di un Mondiale per Club.


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Fonte foto copertina: bundesliga_ar (IG)

Di Umberto De Marchi

Appassionato di tattica e delle storie sconosciute del calcio, sono un grande appassionato di musica e consumatore seriale di podcast.

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