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Le 6 volte in cui Pep Guardiola ha fallito nel lanciare un giovane

Nonostante la reputazione che Pep Guardiola si è costruito, in questi anni alcune giovani promesse che ha lanciato non hanno soddisfatto le aspettative.

Pep Guardiola è, senza alcun dubbio, uno dei più grandi allenatori al mondo. È considerato unanimemente tra i migliori di sempre, oltre che per i titoli vinti, anche per la progressiva evangelizzazione del proprio calcio “spagnoleggiante” che tutti noi abbiamo imparato ad ammirare con il nome di Tiki Taka.

Come ogni grande allenatore che si rispetti, anche Pep ha riposto grande fiducia spesso sui ragazzi provenienti dal settore giovanile. Su questo, del resto, ha costruito una parte importante dei suoi successi in terra catalana. In moltissime occasioni, durante la propria carriera da allenatore, si è dimostrato abile nel leggere le situazioni e nel lanciare i giovani al momento giusto, per dare loro il la ad una potenziale carriera di alto livello.

Guardiola ha fatto nascere tanti campioni…

Sotto la sua gestione hanno esordito tanti ragazzi delle giovanili di Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. Tra questi, nomi del calibro di Sergio Busquets, Thiago Alcántara, Sergi Roberto e Phil Foden. Tutti giocatori che hanno sfruttato al meglio le loro occasioni e, sotto la guida di Pep, sono riusciti ad arrivare nell’élite del panorama calcistico mondiale, proiettandosi in una carriera di altissimo livello, vestendo maglie importanti e giocando partite entrate di diritto nei libri di storia del calcio.

Ma, come capita a chiunque nella propria esperienza professionale, anche Guardiola ha commesso alcuni errori, soprattutto se parliamo di giovani lanciati sotto la sua guida. Non parliamo dei più noti Muniesa, Montoya, Bartra e Tello, che hanno comunque proseguito le proprie carriere in club di media classifica dopo aver esordito o accumulato tanti minuti con il manager catalano.

…ma anche alcuni “mezzi giocatori”

Nel corso della propria carriera, Pep Guardiola ha mandato in campo molti giovani che contano poco più di una presenza con lo spagnolo in panchina, ma che, oggigiorno, sono spariti completamente dai radar del grande calcio. Ecco come di seguito vi presentiamo i 6 casi in cui Pep Guardiola ha mandato in campo giovani promesse… rimaste soltanto tali. 

Gai Assulin

Il “Messi d’Israele” (o almeno quello sarebbe dovuto diventare) impressiona tutti a La Masia sin dal giorno del suo arrivo, all’età di 12 anni. Quella tecnica e quel dinamismo che ricordano molto il fenomeno argentino fanno pensare a tutti soltanto che quel ragazzo che arriva dalla Terra Promessa sarà un craque

Dopo essere diventato nel 2008 il più giovane esordiente della storia con la Nazionale israeliana, Pep Guardiola lo fa esordire direttamente dal primo minuto il 28 ottobre 2009 in Copa del Rey contro il Cultural Leonesa. Dopo 56 minuti viene sostituito da Abidal: per Gai sarà l’inizio della fine.

Proseguirà la sua esperienza blaugrana nel Barça B, prima di approdare al Manchester City di Tevez e Dzeko, dove collezionerà zero presenze con la prima squadra. A gennaio 2012 viene così girato in prestito al Brighton, all’epoca in Championship, con cui farà registrare 7 presenze, di cui soltanto 3 da titolare. Tornato alla base, passa a parametro zero al Racing Santander in terza divisione spagnola. Qui finalmente trova un accenno di continuità e chiude la stagione 2012-2013 con 3 gol. Suonano subito le sirene del Granada, che lo acquista ma lo gira in prestito all’Hércules in seconda divisione. Qui darà vita alla sua ultima “buona stagione di basso livello”, perché in quella successiva, al Mallorca, collezionerà complessivamente poco più di 100 minuti.

Gai poi inizia a girare per l’Europa: meno di 10 presenze all’Hapoel Tel Aviv, ritorno in serie C spagnola al Sabadell e 150 minuti in tre anni tra Kairat Almaty (Kazakistan) e Politehnica Iași (Romania). 

Dal febbraio 2021 è approdato in Italia, al Crema in Serie D. Qui ha collezionato 14 presenze, 2 gol e 3 assist in cinque mesi, prima di rescindere il contratto e firmare con l’UniPomezia, sempre in Serie D, nel gennaio di quest’anno.

Rubén Miño 

Entrato a La Masia a 11 anni, Rubén Miño esordisce sotto Pep Guardiola il 14 agosto 2010, quando il coach catalano lo schiera titolare tra i pali nella partita d’andata di Supercoppa di Spagna in casa del Siviglia. Per i primi 45 minuti il ragazzo sembra non avere problemi, mentre il secondo tempo, invece, si rivela un dramma. Al 60’ subisce il gol dell’1-1 facendosi passare il pallone tra le gambe, poi, nel giro di dieci minuti, raccoglie lo Jabulani dalla rete per altre due volte. Poco da dire, il giovane portiere non tornerà mai più in campo con Pep.

Dopo due anni al Barcellona B, nel 2012 passa al Mallorca, dove vivrà la sua miglior stagione soltanto nell’anno successivo, con 11 clean sheet in 35 presenze, in seconda divisione. Scavalcato nelle gerarchie, passa nel 2015 al Real Oviedo, sempre in seconda serie, dove rimarrà un anno, prima di volare a Cipro per difendere i pali dell’AEK Larnaca.

Dopo una sola stagione torna in patria, senza far registrare alcuna presenza con la maglia dell’Albacete nella stagione 2017/2018. Rubén parte così alla volta della Romania, dove alla sua seconda stagione condividerà lo spogliatoio del Politehnica Iași con il già citato Gai Assulin.

Nell’estate 2019 viene acquistato dal Logroñés, club spagnolo militante in terza divisione. Tra i pali dei Blanquirrojos riuscirà a centrare la promozione in Segunda División, prima di passare al Talavera poiché scavalcato anche in questo caso nelle gerarchie.

Jeffrén Suarez

Nella cantera del Barça da quando ha 16 anni, Jeffrén fa tutta la trafila delle giovanili, passando anche dalla terza e dalla seconda squadra. Il 17 maggio 2009 Guardiola lo manda in campo al minuto 85 mentre la squadra è sotto per 2-1 in casa del Mallorca. Sarà la prima delle due presenze della stagione 2008/2009; troverà maggior spazio nella stagione successiva, in cui segna anche due gol in 12 presenze.

Il momento che sembra essere il suo trampolino di lancio è quello in cui segna il quinto ed ultimo gol con cui i blaugrana stendono il Real Madrid nel novembre 2010. Dopo quello, però il buio: nell’estate 2011 viene ceduto allo Sporting Lisbona dove in tre anni segna a malapena 5 gol in 39 presenze.

Viene così acquistato dal Real Valladolid, col quale retrocede in Segunda División e totalizza 3 gol in un anno e mezzo. Passa quindi al KAS Eupen nella seconda divisione belga, dove centra anche la promozione in massima divisione, mettendo a referto complessivamente 5 gol e 3 assist. Chiusa l’esperienza in Belgio, si sposta in Svizzera per vestire la maglia del Grasshopper. Qui in due anni trova più continuità e più minuti, ma si trasferirà comunque a parametro zero nel gennaio 2019 all’AEK Larnaca: parentesi sterile, con poche presenze e nessun gol.

Rescisso il contratto con i ciprioti, Jeffrén firma nella sessione invernale del mercato 2020 con lo Slaven Belupo, club croato dove rimarrà per un anno prima di passare all’Al-Dhaid e volare negli Emirati Arabi Uniti.

L’avventura araba finisce presto per l’ex Barcellona, quando rescinderà il contratto e finirà a 33 anni a giocare ai Lamphun Warriors, nella seconda divisione thailandese.

Isaac Cuenca

Entra a far parte de La Masia a 12 anni, ma a 15 se ne va per tornare a giocare nel Reus, squadra della città che gli ha dato i natali, salvo poi indossare nuovamente la maglia blaugrana ed entrare nella rosa del Barcellona B una volta diventato maggiorenne.

Dopo le esperienze in terza divisione con la seconda squadra ed il prestito al Sabadell, Isaac Cuenca fa il suo esordio con il Barça il 19 ottobre 2011. Al minuto 88 di Barcellona-Viktoria Plzeň, infatti, Pep Guardiola decide di mandarlo in campo al posto del Guaje David Villa. Pochi minuti, compensati poi dalla titolarità all’esordio in campionato contro il Granada e da quella contro il Mallorca soltanto pochi giorni dopo, dove trova anche il suo primo gol.

Tutto sembra andare per il meglio. A fine stagione Isaac conta 30 presenze, 4 gol e 14 assist in tutte le competizioni con la maglia del Barça. La via sembra già scritta. 

A gennaio 2013, però, viene girato in prestito secco fino a fine stagione all’Ajax, dove in cinque mesi totalizza 5 presenze tra Eredivisie ed Europa League. È l’inizio della parabola discendente dell’attaccante catalano. Tornato al Barcellona, viene ceduto istantaneamente al Deportivo La Coruña, club per cui mette a referto 2 gol e 3 assist in 29 presenze a fine anno. 

Inizia così, anche lui, a cercare gloria in alcuni dei più remoti campionati europei. Una modesta stagione al Bursaspor in Turchia, due stagioni sottotono al Granada e poi l’esperienza all’Hapoel Be’er Sheva in Israele, prima di partire verso il Sol Levante. In Giappone vestirà prima la maglia del Sagan Tosu in prima divisione, poi quella del Vegalta Sendai in seconda. Dopo la scadenza del contratto con i giapponesi, è attualmente svincolato.

Ylli Sallahi

Giovane terzino austriaco classe ‘94, Ylli Sallahi arriva nel settore giovanile del Bayern Monaco all’età di 17 anni. Impiega poco più di un anno per fare il suo ingresso tra le fila della seconda squadra dei bavaresi, in terza divisione. 

Guardiola, impressionato dalla rapida crescita del ragazzo, lo schiera titolare contro l’Augsburg il 5 aprile 2014, pochi giorni dopo la vittoria matematica del Meisterschale. 51 minuti ed un gol subito: questo è bastato a Pep per chiudere le porte della prima squadra a Sallahi. Il ragazzo continuerà con la squadra riserve fino al dicembre 2014, totalizzando 43 presenze, 9 gol e 10 assist in terza divisione.

All’apertura della sessione invernale del mercato passa al Karlsruher, in 2. Bundesliga, club dove colleziona 5 presenze nella stagione 2014/2015, 20 presenze e 2 gol nella stagione 2015/2016 e 8 presenze ed 1 gol nella stagione 2016/2017. A fine stagione rescinde il contratto con i bianco-blu e conclude de facto la propria carriera da calciatore professionista.

Gianluca Gaudino

Figlio dell’ex Stoccarda Maurizio Gaudino, Gianluca, complici anche le varie assenze post mondiale 2014, prende parte al ritiro prestagionale della prima squadra del Bayern ad appena 17 anni.

Pep, durante il precampionato, rimane sorprendentemente colpito dal giovane centrocampista. Decide così di metterlo in campo dal primo minuto contro il Borussia Dortmund nella finale di Supercoppa di Germania il 13 agosto 2014, persa alla fine per 2-0. Ai suoi primi 90 minuti da professionista si aggiungono quelli del debutto in Coppa di Germania la settimana successiva, quelli dell’esordio in Bundesliga da titolare alla prima giornata e in Champions League a dicembre. A fine stagione troverà spazio con i bavaresi in altre 7 occasioni.

Nella stagione successiva, paradossalmente, la prima squadra sembra essere un miraggio. Nonostante la promettente stagione precedente, le convocazioni per lui nel 2015 sono solo 4, peraltro senza mai scendere in campo. Così, a gennaio, accetta di andare in prestito agli svizzeri del San Gallo fino alla fine della stagione successiva: parentesi tanto lunga quanto modesta, con 1 solo assist in 37 presenze.

Al ritorno in Baviera, Gianluca Gaudino viene messo immediatamente in vendita. I primi ad accaparrarselo sono gli scaligeri del Chievo: tra Serie A, Coppa Italia e Campionato Primavera Gaudino non raggiunge neanche quota 5 presenze ed appena arriva l’offerta dello Young Boys, il centrocampista tedesco non ci pensa su due volte.

Con i gialloneri trascorrerà quelle che probabilmente saranno le migliori stagioni della propria carriera. Dal 2018 al 2021, infatti, totalizza 80 presenze, 7 gol e 16 assist in tutte le competizioni, prima di passare a parametro zero al Sandhausen, in seconda divisione tedesca.

Ci saranno altre meteore per Pep?

In questi sei casi Pep Guardiola non ha avuto l’occhio o la fortuna giusta per mettere in risalto questi nuovi talenti e far gettar loro le basi di una carriera ad alti livello. Tra gli altri “flop” poco noti possiamo citare anche Andreu Fontas e Sergi Gomez. Due difensori che, dopo poche presenze al Barça, si sono accasati per anni al Celta Vigo, prima di volare uno in MLS e l’altro prima al Sevilla, poi all’Espanyol.

Il tecnico catalano, adesso sulla panchina del Manchester City, col tempo sta continuando a far esordire numerosi ragazzi del vivaio, e quello che auguriamo loro è… di non finire come questi sei!


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Fonte immagine di copertina: Instagram mrpepguardiola

Di Mirko Goretti

Nel tempo libero mi piace parlare di calcio, nel tempo occupato pure. Amante del Football d’oltremanica e nostalgico del calcio di qualche anno fa.

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