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Resto d'Europa

Guida megagalattica al calcio in Kosovo

Realtà tutte da conoscere: alla scoperta del calcio in Kosovo, dopo i vari problemi diplomatici che hanno messo alle strette il piccolo paese balcanico.

Sappiamo tutti quanto la storia politica di un Paese come il Kosovo possa essere intricata, difficile e, per certi versi, addirittura umiliante nei confronti dei suoi cittadini. Vedere l’evoluzione di questa complicata vicenda trovare sfogo in un’attività diffusa a livello mondiale come il calcio è, però, sicuramente motivo d’orgoglio per tutti i kosovari.

Contestualizziamo: come viene visto il Kosovo oggi?

Dopo aver dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008, il Kosovo ha dovuto affrontare molte questioni legate soprattutto al suo riconoscimento da parte delle altre nazioni. Tra i paesi che si oppongono ci sono Serbia, Russia, Cina, Slovacchia, Cipro, Romania e anche la Spagna. Quest’ultima, non riconosce l’indipendenza del Kosovo per via dei moti irredentisti riguardanti la Catalogna. E si è addirittura resa protagonista di un’azione poco onorevole nei confronti della Nazionale kosovara il 31 marzo dello scorso anno.

Spagna-Kosovo, giocata a Siviglia e valida per le qualificazioni al Mondiale 2022, venne infatti presentata come “Spagna contro Territorio del Kosovo”. Un nome che venne proposto anche nella grafica ufficiale in TV. Per di più, la stessa grafica delle emittenti televisive riportava anche le lettere minuscole nel tabellino, rispetto alle classiche maiuscole con cui venivano indicati i padroni di casa. Senza dimenticare le difficoltà dei giornalisti nel pronunciare la parola “Kosovo” durante la conferenza stampa dell’allora commissario tecnico Bernard Challandes.

Spagna Kosovo
Spagna-Kosovo: la tv spagnola rimarca il non riconoscimento degli ospiti scrivendo il nome in minuscolo sul tabellino (Fonte: COPE)

Il campionato kosovaro, per forza di cose, non ha un grande appeal a livello europeo. Occupando la trentanovesima posizione nel ranking UEFA, però, si distingue già come migliore, per esempio, di quello irlandese e di quello nordirlandese. Dalla stagione 2018/2019, quella dell’ingresso nella massima organizzazione calcistica europea, ha già scalato ben 16 posizioni. Ma quali sono i protagonisti di questo campionato in costante crescita?

Prishtina FC: i padroni del calcio in Kosovo

Il Prishtina FC è stato fondato nel 1922, partecipando ai campionati minori jugoslavi fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. A fine conflitto il club ritornò a gareggiare, nella Seconda Lega jugoslava. Tra il 1945 e fine anno ’70 ufficiosamente si contano una decina di titoli nella Lega Provinciale del Kosovo, più qualche Lega Indipendente del Kosovo (dal 1991 a fine decennio), competizione non riconosciuta dalla federazione serba. Il 1999/2000 è l’anno della nascita della Superliga Kosovara, avvenuta contestualmente all’indipendenza del paese balcanico: il primo storico titolo lo hanno conquistato ovviamente i bianco-blu.

Il Prishtina è attualmente campione del Kosovo in carica. Da come si può capire guardando la sala trofei, la sua storia è una delle più ricche del Paese. Il picco più alto dei Plisat risale agli anni ’80, periodo in cui, paradossalmente, non ha mai vinto la Lega Provinciale. Il motivo? Semplice: il Prishtina, cavalcando i propri successi, era riuscito ad accedere alla prima divisione jugoslava. I bianco-blu arrivarono ad essere per alcuni anni una tra le squadre più insidiose del campionato, vincendo l’edizione 1982/1983.

L’uomo in copertina, a rappresentare la golden generation del Prishtina, è sicuramente Fadil Vokrri. Furono i suoi gol e quelli di Zoran Batrović a lasciare il segno su quel Prishtina che ha fatto sognare per anni i tifosi kosovari. Entrambi poi hanno esordito per l’allora nazionale jugoslava.

Vokrri Kosovo
Fadil Vokrri (Fonte: Wikipedia, AutoreEndritoxiPhotography, da https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:FadilVokrri.jpg)

Oggi i Plisat sono una modesta squadra che cerca esperienza in campo internazionale, tentando di farsi largo tra i turni preliminari delle coppe europee. Anche quest’anno, però, l’eliminazione dalla Champions League per mano del Ferencváros e quella dalla Conference League da parte del Bodø/Glimt fanno capire quanto in Europa i club kosovari debbano ancora fare strada.

Besa, Vëllaznimi e Trepča: realtà sbiadite di club storici

Squadre che sono state per anni ai vertici del calcio kosovaro, ma che adesso hanno perso quell’appeal che prima le distingueva. Parliamo del Besa Pejë, del Vëllaznimi e del Trepča: club che da anni faticano a ritrovare l’identità che avevano fino alla riforma del campionato.

Il Besa Pejë è sicuramente una delle squadre storiche del campionato, ma i tempi in cui primeggiava sono ormai lontani. I tre campionati vinti consecutivamente dal 2005 al 2007 sono solo un vecchio ricordo, visto che nelle ultime tre apparizioni in prima divisione ha collezionato un sesto posto e due retrocessioni, di cui l’ultima la scorsa stagione.

L’ultima volta che il Vëllaznimi ha partecipato ad un match di prima divisione era invece il 2018, anno in cui ha incassato l’ennesima retrocessione. Assurdo, vista la storia del club: 9 volte campione della Lega provinciale del Kosovo, tra cui 4 volte consecutivamente alla fine degli anni ’60.

Particolarmente diversa la storia dell’KF Trepça, da non confondere né con il FK Trepča (che gioca nel sistema calcistico serbo), né con il più noto Trepça ’89, club omonimi di Mitrovica. Dopo aver vinto il titolo per 6 volte nella sua storia, a seguito della guerra del Kosovo ha visto la scissione dei giocatori di etnia albanese, i quali, dalla parte diametralmente opposta della città, hanno fondato il FK Trepča regalando così a Mitrovica due squadre con lo stesso nome, ma con etnie e fedi profondamente diverse: quella albanese e quella serba. Come conseguenza di questa scissione, oggi l’FK Trepča è, come sottolineato, affiliato alla federazione serba, ma, militando nelle leghe minori, ha perso totalmente l’appeal ed il prestigio acquisito durante la permanenza nella lega kosovara.

Drita-Gjilani: la partita più calda dell’anno

Ogni campionato che si rispetti ha il suo match storico, quello che fa da copertina alla stagione e che è atteso per tutto l’anno dai tifosi dell’intero paese. La Superliga Kosovara non può certo essere da meno: la partita più calda della stagione è sicuramente Drita-Gjilani, il derby della città di Gjilan.

Da una parte il Drita: club storico con 4 titoli complessivi alle spalle, di cui il penultimo vinto nella stagione 2017/2018 con una striscia di 29 risultati utili consecutivi. I bianco-blu detengono anche l’incredibile record di non essere mai scesi sotto la terza posizione in classifica per quattro anni consecutivi. I loro tifosi, gli Intelektualët, sono il più grande gruppo ultras del Paese.

Dall’altra l’SC Gjilani, squadra nata nel 1995 dalle ceneri della Stella Rossa Gnjilane, club che dominava durante gli anni ’80, quando il Prishtina lottava per l’Europa, ed acerrimo rivale proprio del Drita. Gli Skifterat, i tifosi del club biancorosso, si sono spesso scontrati con i rivali, come nel 2015, quando l’invasione e la conseguente rissa in campo hanno interrotto la partita.

Un derby sentitissimo, tanto che tra le due squadre fino ad oggi si è giocato soltanto una volta un match amichevole, nel 1999. Da lì in poi, è sempre stata guerra.

Come si può intuire, la rivalità va ben oltre i gol: l’ambiguità dello stadio cittadino ne è la prova. Gli Intelektualët infatti lo hanno intitolato a Selami Osmani, mentre gli Skifterat ad Agim Ramadani, creando discrepanze su quello che dovrebbe essere il nome ufficiale.

L’atmosfera nella settimana del derby a Gjilan è tesissima, con la città che respira quell’aria di rivalità degna del miglior Superclàsico. Nel giorno della partita, le due tifoserie raggiungono (scortate) lo Stadiumi i Qytetit të Gjilanit (letteralmente Stadio della città di Gjilan, nome che mette d’accordo tutti), passando da due parti opposte della città, senza neanche incontrarsi.

La storia della nazionale: è già record di imbattibilità

Il riconoscimento della Federazione kosovara da parte di FIFA e UEFA avvenne solo nel maggio 2016, dopo oltre 8 anni di braccio di ferro internazionale. Da quel momento, il Kosovo ha iniziato a disputare amichevoli e a prendere parte alle qualificazioni per il Mondiale 2018, conquistando soltanto un punto contro la Finlandia.

Parte subito l’etichetta di classica “squadra materasso”, ma è proprio questo il momento in cui la Nazionale cambia radicalmente volto. Salgono alla ribalta i talenti di Rashica, Muriqi, Rrahmani, Kololli e Zeneli (che nell’ultima giornata di Nations League ne rifila 3 all’Azerbaijan). Dal novembre 2017 al settembre 2019 il Kosovo non perde mai. 10 vittorie e 5 pareggi in 15 partite, dominio totale nel gruppo 3 della prima edizione di Nations League. Azerbaijan, Fær Øer e Malta spazzate via mettendo a segno 15 gol e subendone solo due per tutta la durata del torneo.

Sarà l’Inghilterra ad interrompere la striscia di risultati utili consecutivi alla prima giornata delle qualificazioni ad Euro2020. Il passaggio alla fase finale è stato solo sfiorato dai ragazzi di Challandes, che hanno chiuso il girone al terzo posto con 11 punti e sconfitti dalla Macedonia del Nord agli spareggi, raggiunti grazie alla vittoria del girone di Nations League.

Il viaggio è ancora lungo, e purtroppo la campagna di qualificazione ai prossimi Mondiali, tra le forti complicazioni che il gruppo A presentava, non ha portato il Kosovo in Qatar. Ma continuando a lavorare, con sempre più giocatori di livello a disposizione, chissà che il Kosovo non possa essere la rivelazione dei prossimi Europei…

E tra un campionato tutto da vivere ed una nazionale in esponenziale crescita, il calcio kosovaro ha tutte le carte in regola per alzare l’asticella e fare sul serio!


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Fonte immagine di copertina: BeIN Sports/

https://www.slobodenpecat.mk/pl/makedonija-bez-borba-vo-finaleto-na-liga-na-naczii-kosovo-pred-suspenzija/

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https://www.surtoolimpico.com.br/2019/06/uefa-determina-que-paises-que-nao.html

Di Mirko Goretti

Nel tempo libero mi piace parlare di calcio, nel tempo occupato pure. Amante del Football d’oltremanica e nostalgico del calcio di qualche anno fa.

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