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Uno Strasburgo europeo per una città europea

Un progetto a lungo termine che finalmente sta dando i frutti anche oltre le aspettative. Il Racing Strasburgo vuole entrare nell’Europa. Quella delle competizioni europee.

Strasburgo vuol dire Europa. È un binomio tra una città ed un continente che, ai giorni nostri, appare per molti aspetti scontato e al contempo indissolubile. Dal punto di vista geografico, Strasburgo è situata sulla rive del fiume Reno, lungo il confine con la Germania. Nel corso della storia la capitale dell’Alsazia si è così affermata come ponte naturale tra il mondo latino e quello tedesco. Proprio questa sua centralità l’ha fatta diventare una delle capitali dell’Unione Europea. Una posizione che ha influito, nel corso dei secoli, sulla città e sulla sua popolazione, passata più volte, a seconda dell’esito dei vari conflitti, sotto il controllo della Germania o della Francia.

Uno Strasburgo poco europeo

Le vicende storiche e politiche di questa zona della Francia si sono riverberate, ovviamente, anche sulla squadra di calcio, la cui storia è suddivisa in periodi in cui il club era iscritto o al campionato tedesco o a quello francese. La definitiva stabilità è stata raggiunta solo dopo il secondo dopoguerra, quando il Racing Club de Strasbourg fu riammesso definitivamente nel sistema calcistico d’oltralpe.

A differenza della città, che ha una chiara impronta cosmopolita, il Racing ha avuto, nel corso degli anni, una ridotta dimensione europea, raggiunta solo in due brevi periodi. Prima sul finire degli anni ’70, quando la storica vittoria del campionato francese nella stagione 1978-79 ha consentito l’accesso alla Coppa dei Campioni. Lo Strasbourg la onorò con un ottimo percorso, conclusosi con l’eliminazione ai quarti di finale per mano del più esperto Ajax. Poi durante gli anni ’90, quando partecipò in due occasioni alla Coppa Uefa, ottenendo come massimo traguardo gli ottavi di finale nella stagione 1997-98. Dopo aver battuto a sorpresa in casa l’Inter di Ronaldo per 2-0, subì la rimonta nerazzurra nella partita di ritorno a San Siro, persa 3-0. Negli anni successivi, a causa di continue crisi societarie, lo Strasburgo ha conosciuto anche l’onta del fallimento e la ripartenza forzata dalla quinta serie.

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L’uomo della provvidenza

Come la caduta, anche la rinascita è stata altrettanto rapida. Tutto possibile grazie alla figura di Mark Keller, ex giocatore del club dal 1991 al 1996. Soprannominato dai tifosi “l’intello du foot”, l’intelligente del calcio, perché capace di continuare a studiare alla facoltà di Economia pur giocando a livello professionistico, si può dire che Keller sia stato effettivamente un visionario. Ha il merito, infatti, di aver riunito i principali investitori di tutta la regione per dare vita ad un progetto sportivo veramente intrigante. Un progetto sostenuto dall’intera Alsazia.

Grazie a queste premesse, da alcuni anni il Racing sta vivendo una costante crescita. Questa è certificata da campionati conclusi con salvezze tranquille e, soprattutto, dalla vittoria della Coupe de la Ligue nella stagione 2018-19. Trionfo ottenuto sotto la guida dell’allenatore Thierry Laurey, che si è avvalso dell’affiatamento della coppia d’attacco formata da Ludovic Ajorque e dal sudafricano Lebo Mothiba.

A partire dalla questa stagione ha preso le redini della squadra Julien Stéphan. È stato già demiurgo del miracolo Rennes (abbiamo parlato di lui qui), dove ha contribuito a far crescere numerosi talenti, tra i quali Eduardo Camavinga e Ousmane Dembélé, poi venduti a peso d’oro in giro per l’Europa. Con la nuova guida, che ha impostato una formazione a carattere più offensivo, gli alsaziani hanno confermato i decisi progressi delle ultime annate e stanno vivendo una stagione davvero positiva, ben oltre i pronostici della vigilia.

Uno Strasburgo in formato europeo

A poche giornate dalla fine lo Strasbourg occupa i primi posti della classifica, e ha sognato anche la terza posizione, valida per la qualificazione ai play-off di Champions League. Se il Paris Saint-Germain e l’Olympique de Marseille hanno già chiuso il discorso per i primi due posti, la lotta per i restanti piazzamenti europei si sta infiammando e sta coinvolgendo numerose squadre. Compreso il Racing.

Questa interessante situazione di classifica ha creato un certo entusiasmo in città e i tifosi sono autorizzati a sognare l’Europa.

Il rendimento degli uomini di Stéphan può apparire sorprendente prendendo in considerazione il budget a disposizione della società, che è di gran lunga inferiore a quello delle altre grandi di Francia (PSG a parte). Eppure, questo si giustifica pienamente analizzando le statistiche.

Il Racing detiene, infatti, uno dei migliori attacchi della Ligue 1 e questo risultato lo deve soprattutto all’ingente bottino assicurato dai tre attaccanti principali. Ludovic Ajorque, classe ’94, ha messo a segno ben 12 reti e realizzato 8 assist. Il ventiseienne senegalese Habib Diallo e l’eterno Kévin Gameiro hanno confezionato rispettivamente 11 e 9 gol. A 13 anni di distanza, il ritorno dell’ex Siviglia, che prese parte all’avventura europea del club nel 2005 (con una doppietta contro la Stella Rossa di Belgrado), ha aiutato a dare la carica giusta a tutto l’ambiente. Un contributo importante in fase offensiva è stato offerto anche dai centrocampisti. In particolare bisogna menzionare Adrien Thomasson, autore di 7 reti e 4 assist, Ibrahima Sissoko (2 gol e 5 assist) e il veterano Dimitri Lienard, sempre prezioso nella corsia sinistra.

Ma, si sa, per arrivare e rimanere così in alto serve anche una buona organizzazione difensiva, che è testimoniata dalle otto reti inviolate raggiunte in stagione. Un numero che vede lo Strasbourg secondo solo alla Real Sociedad nei top cinque campionati europei. Questi numeri indicano che, dopo stagioni interamente incentrate sul mantenimento della categoria, l’ascesa del club, pur graduale, sembra finalmente essere iniziata. La Coupe de la Ligue conquistata nel 2019 aveva permesso di tornare, dopo tanti anni, a competere a livello continentale. L’avventura si è fermata troppo presto, ai play-off contro l’Eintracht Francoforte. Riassaporare l’Europa, stavolta grazie ad un piazzamento in campionato, a questo punto assumerebbe tutto un altro sapore.

Secondo la dirigenza l’obbiettivo più realistico è comunque quello di rimanere a lungo nella parte alta della Ligue 1. I tifosi più ottimisti, tuttavia, sognano e vogliono sempre qualcosa di più. Perché, dopo tutto, l’eliminazione inflitta al Liverpool nella Coppa Uefa 1997-98, grazie alla vittoria casalinga per 3-0 con doppietta di David Zitelli, è ancora ricordata con particolare affetto dalle parti dello Stade de la Meinau. Perché, dopo tutto, il nome completo della società, Racing Club de Strasbourg Alsace, fa capire che a spingere la squadra non c’è soltanto una città, ma un’intera regione. Nel cuore dell’Europa, quindi, tutto può essere possibile!


Immagine di copertina realizzata da PSM SPORT (base tratta dalla pagina Instagram dello Strasburgo)

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