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Il Rayo Vallecano e Quique Peinado

Uno scrittore, la terza squadra di Madrid, il Rayo Vallecano. Un quartiere, un’identità tangibile. Basato su “All’arrembaggio”.

Se oggi sono qui, vivo e vegeto mentre batto a macchina, se esisto, è per il Rayo Vallecano.

Inizia così “All’arrembaggio“, opera intima di Quique Peinado, pubblicata nel 2015. Possiamo affermare che il Rayo Vallecano sia un mezzo, non lo scopo del viaggio personale e storico dell’autore, grazie al quale riusciamo ad annusare la polvere da sparo utilizzata per uccidere il nonno, nel periodo della dittatura franchista. Percepiamo il rammarico per la morte del padre mai conosciuto, assaporiamo i momenti di vita trascorsi a Vallecas, il barrio dove tutto questo ha avuto inizio, percependone gioie sportive e dolori del popolo, tra abuso di droghe, povertà e lotte operaie.

L’umanità in un quartiere

Abbiamo accennato a Vallecas, il barrio che meriterebbe un’opera di Pedro Almodovar: intima, tragica, reale e sognante allo stesso tempo. Quel che, fino a qualche decennio fa, rappresentava un covo per quella parte di umanità reietta dalla società moderna, che si lamenta di tutto, tranne che delle cose importanti, tra tossicodipendenza e drammi umani di zombie tangibili con una siringa carica di morte, adesso è, per stessa ammissione di Peinado, un luogo gradevole, tranquillo e sicuro, […] un posto fantastico per vivere perché ti connette con il mondo reale e ti offre tutte le comodità.

Un luogo dove la politica ha da sempre fatto da collante tra la popolazione locale e il modo di concepire la vita, lo sport.

Vallecas è un quartiere dei leader di sinistra. […] Però, prima di essere un quartiere di sinistra è un barrio rivoluzionario.

I Bukaneros

A Vallecas sono nati i Bukaneros, gli ultrà del Rayo Vallecano, cantano di quanto la propria squadra rappresenti la nazione del Barrio, percepito come una vera e propria entità mistica, tale da unire gli ideali rivoluzionari con le radici di chi è consapevole di appartenere alla periferia del mondo, ma non per questo smette di lottare per i propri ideali. Il Rayo Vallecano è uno dei pochi club professionistici di Spagna che può e ha tutto il diritto di definirsi di sinistra perché è la storia stessa che pone Vallecas come un posto aperto a chiunque soffra. Peinado, così come tanti altri individui nati e cresciuti in questo non luogo della mente, parla di passione politica e sportiva per retaggio familiare: nessuno ad imporre regole o modi di vivere, semplicemente, prendere le proprie radici e farne un infuso di ideali, senza mai dimenticare.

A questo libro appartiene uno dei capoversi più densi di significato che, personalmente, possiate leggere in un’opera che mescoli sport e sociologia:

Oggi credo che si debba separare il calcio come business dalla vita della gente comune, nella quale tutti abbiamo diritto all’alienazione, cosciente o incosciente che sia. Il calcio è un elemento aggregante, uno spazio necessario. […] Il calcio professionale è uno spazio di potere. […] Anche il Rayo lo è, a modo suo. Ma finché la sua gente non lo abbandonerà, questo club sarà la spina del fianco per lor signori.

Considerazioni

Insomma, Peinado utilizza il Rayo Vallecano per raccontare un microcosmo umano, un piccolo mondo familiare che non può essere dimenticato, una società dove la questione popolare diventa un baluardo nei confronti di un sistema di gestione del club poco limpido nel corso dei decenni. Una minuscolo universo dove il concetto di collettivo non è scomparso, ma al contrario, è alla base del sostentamento della comunità.

This is Vallecas, amigos.


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Foto di copertina tratta da: Instagram Rayo Vallecano

Di Luigi Della Penna

Classe 1996, mi definisco un cacciatore di storie e un mendicante di emozioni. Il calcio è vita, ma un'esistenza senza football non sarebbe la stessa cosa.

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