Murad Musaev, 36 anni, ha ridato al suo Krasnodar una chance per partecipare alla prossima Champions League. E finalmente, dopo alcune problematiche, in panchina ci potrà essere lui.
Murad Musaev è uno di Krasnodar. È nato lì, è cresciuto lì e ha visto in prima persona la fondazione del Futbol’nyj Klub Krasnodar nel 2008 ad opera del suo presidentissimo, Sergej Galitsky. Per un buon periodo Murad segue in panchina le giovanili, ma il 3 aprile 2018, in seguito all’improvviso licenziamento di Igor Shalimov, arriva la svolta della sua carriera e della sua vita. Galitsky, con tanto orgoglio cittadino, sceglie come nuovo allenatore l’ometto di Krasnodar. Che proprio allenatore non lo è, formalmente.
Il ban dalla UEFA e la licenza
Per allenare un club professionistico è necessaria la Licenza UEFA PRO, ma Musaev possiede solo la Licenza UEFA B. È per questo motivo che non può essere registrato come capo allenatore. Gli viene pertanto affiancato Oleg Fomenko, assunto come head coach. Ma in Europa League, per entrare nell’area tecnica e dare indicazioni, non bastano né quella licenza né questo escamotage. Ban immediato dalla UEFA.
Il Krasnodar esce ai sedicesimi contro il Valencia, ma può consolarsi in campionato con una splendida qualificazione ai preliminari di Champions. Al posto di Fomenko arriva Sergey Matveyev ad inizio stagione. L’allenatore vero e proprio, però, è sempre Murad Musaev. Il Krasnodar estromette una squadra storica come il Porto, ma deve arrendersi all’ultimo con l’Olympiacos. Un peccato. L’anno prossimo, però, ci potrà riprovare senza problemi, in tutti i sensi. Il Krasnodar infatti è giunto terzo in Prem’er-Liga e Murad ha conseguito la licenza UEFA PRO da poco più di un mese. Il 20 giugno 2020 è stato registrato ufficialmente come allenatore del Krasnodar.
Lo stile tattico di Murad Musaev
Musaev è affezionato particolarmente a due moduli: il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Il credo costante è il possesso del pallone, difatti il Krasnodar viaggia a quasi il 60% medio di possesso palla in campionato. Attacca principalmente al centro, tramite passaggi filtranti intelligenti e verticalizzazioni improvvise. Gli uomini di Murad Musaev non disdegnano il tiro da lontano, anzi, la botta da fuori è l’asso nella manica della squadra russa.
Capitan Martynovich e tutta la difesa sono un po’ il punto debole della squadra. 30 goal subiti in 30 partite sono forse un pò troppi. Immancabile in mezzo al campo è l’apporto del 25enne svedese Kristoffer Olsson. L’ex delle giovanili dell’Arsenal è utilissimo nelle due fasi. Lo dimostrano le alte percentuali di precisione dei passaggi nella propria metà campo (90%) e in quella avversaria (82%). A centrocampo è mancata ad inizio stagione l’esperienza di Gazinskiy, che ha saltato buona parte delle prime partite per un infortunio alla spalla. Yuri, la diga in campo che vuole Musaev, ha collezionato quasi due recuperi e quattro contrasti di media a partita.
I terzini, Cristian Ramírez e Sergej Petrov, giocano molto larghi e si sostituiscono alle ali Suleymanov e Wanderson quando queste, come al solito, tentano di accentrarsi. Per un infortunio è mancato per un bel po’ di tempo lo svedese Viktor Claesson, vera arma in più dell’arsenale offensivo di Musaev, così come il jolly Remy Cabella, impiegato come centrocampista o ala a seconda della situazione. L’attaccante centrale, che sia Ari o Berg, è bravissimo a tenere la palla e a coinvolgere nella manovra gli altri giocatori, favorendo i frequenti inserimenti dei centrocampisti e del trequartista nella zona centrale o delle ali sulle fasce laterali.
Murad Musaev ha cominciato la carriera da allenatore in maniera controversa, ma ha tutti i mezzi a disposizione per togliersi tante soddisfazioni nella sua Krasnodar (edit: la prima è avvenuta il 30 settembre 2020, superando il PAOK nei play-off decisivi per un posto ai gironi di Champions League).
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Fonte copertina: futbolgrad.com