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Alla scoperta di Enzo Fernández

Enzo Fernández, alla sua prima stagione nel calcio europeo, può considerarsi a tutti gli effetti il nuovo fenomeno del calcio argentino.

Alla scoperta di Enzo Fernández, il nuovo fenomeno del calcio argentino. Dall’approdo nelle giovanili del River Plate al prestito al Defensa y Justicia, dal rientro al club di Nuñez allo sbarco in terra lusitana, il centrocampista argentino classe 2001 si sta affermando come uno dei prospetti più interessanti del panorama internazionale.

L’omaggio a Francescoli

Nel mondo del calcio ci sono dei personaggi talmente noti che per essere identificati non hanno bisogno del cognome. Il nome è sufficiente per far capire a un ipotetico interlocutore a chi ci sta riferendo. Diego è forse il caso più rappresentativo ma non è l’unico. Altro esempio significativo è Enzo, nome comunissimo che, in Argentina e Uruguay specialmente, si riferisce a Francescoli.

Capita poi spesso che, in un Paese nel quale il calcio scandisce la vita quotidiana, sia scelto per il proprio figlio il nome di un idolo calcistico. In questo non fa eccezione Enzo Fernández, nuovo fenomeno del calcio argentino il cui nome è ormai sulla bocca di tutti anche in Europa.

Papà Raúl, infatti, tifosissimo del River Plate, ha voluto così rendere omaggio al Principe Francescoli, preferendo l’uruguayo a Norberto Beto Alonso, altro simbolo del club di Nuñez e suo idolo di gioventù. Fatto curioso, anche il papà di Enzo Pérez ha avuto la stessa idea.

Enzo Fernández e il River: la storia di un bambino predestinato

Com’è possibile che in alcuni Paesi come Argentina, Uruguay e Brasile la produzione di talenti, nel calcio, non conosca pausa? Il lavoro incessante degli scouting non è sufficiente a rispondere in modo esauriente a questa domanda. Andando a scavare più in profondità nel contesto rioplatense ci accorgiamo di quanto peso specifico assuma il baby fútbol. In tutto il mondo appena un bimbo è in grado di reggersi in piedi cerca di dare un calcio al pallone. A differenza di ciò però, il baby fútbol è uno sport vero e proprio nel quale, con regole e dinamiche adattate, i più piccoli iniziano ad approcciarsi al calcio. È proprio così che nasce la storia d’amore tra Enzo Fernández e il calcio.

L’artefice di tutto ciò è Pablo Esquivel il quale affronta, con la propria squadra di baby fútbol, il Club Recova tra le cui fila gioca un piccolo fenomeno di quattro anni di nome Enzo. Stregato dalle sue potenzialità, è proprio Esquivel a contattare i dirigenti delle giovanili del River Plate. Da lì a poco la camiseta con la banda sarà già sulle spalle del piccolo Enzo.

Dalle giovanili al debutto in primera: la scalata verso il professionismo

Una carriera calcistica da predestinato quella del nuovo fenomeno del calcio argentino, non priva di difficoltà e di scelte coraggiose. Una volta concluso il ciclo infantile, infatti, lo spazio in campo per il centrocampista di San Martín inizia a ridursi. Difficile imporsi quando i talenti e, di conseguenza, la competizione sono elevati. Nella testa di chi ha come unico obiettivo quello di diventare un calciatore è normale che, in questi casi, prenda sempre più forma l’idea di cercare altrove quell’opportunità tanto desiderata. A quattordici anni però ecco presentarsi il primo punto di svolta della sua vita calcistica.

Fernández è parte integrante della nona categoria giovanile, quella dei pari età, ma gioca pochissimo. La corporatura è però troppo gracile per il duro lavoro in mezzo al campo. Sotto consiglio del padre, gli sforzi del ragazzo si moltiplicano. Il fisico piano piano inizia a trasformarsi. Con il passaggio alla settima il suo impiego in campo aumenta ma, soprattutto, l’eleganza nei movimenti e la qualità dei passaggi non passano inosservati sotto gli occhi di Luis Villalba, tecnico della squadra riserve del River Plate.

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Immancabile poi l’apodo, il soprannome che in Sudamerica accompagna una persona per tutta la vita. Grazie all’intelligenza calcistica e a una calma serafica nelle giocate è soprannominato Musico, associando alla squadra da lui diretta in campo un’orchestra. Bastano poi 45’ di gioco nella squadra riserve per convincere Marcelo Gallardo a convocarlo per la gara di campionato del gennaio del 2019, persa al Monumental, contro il Patronato. I dodici mesi successivi sono caratterizzati dall’alternanza tra la squadra riserve e la Sub20 dove, nella Libertadores di categoria, inizia a brillare la stella di Enzo Fernández. L’occasione per debuttare in prima squadra arriva il 5 marzo 2020, a Quito, nella prima giornata di Copa Libertadores contro la LDU. I dieci minuti concessigli da Gallardo, sul 3-0 per gli avversari, rappresentano forse l’unico episodio da ricordare di una partita decisamente storta.

Le strade si dividono, ma è solo un arrivederci

Col senno di poi Gallardo ci aveva visto giusto. All’interno di una rosa che lottava per affermarsi sia in campionato sia nella massima competizione continentale non era sicuramente semplice inserire un talento il cui processo di crescita non era ancora del tutto concluso. Meglio allora partire in prestito per un po’.

Enzo Fernandez
Enzo in compagnia dell’ambito trofeo (fonte: profilo Instagram di Enzo Fernández)

Il club scelto è il Defensa y Justicia di Florencio Varela, a una trentina di chilometri di distanza dall’Estadio Monumental. La squadra si è affacciata solamente da qualche anno in Primera División, è in continua crescita grazie al lavoro di Beccacece nelle stagioni precedenti e si trova ad affrontare per la prima volta nella sua storia la Copa Libertadores. Alla guida dell’Halcón Enzo non trova il tecnico rosarino, bensì Hernán Crespo, il quale lo fa esordire proprio in Libertadores e per gli interi 90’. Nell’assetto tecnico di Crespo Fernández si mostra il giocatore chiave e determinante nel tessere le manovre di gioco che, molto spesso, portano ai gol di Brian Romero. Le finali di Copa e Recopa Sudamerica, quest’ultima con nuovamente Beccacece in panchina, vinte contro Lanus e Palmeiras fanno da preambolo al rientro a Nuñez da atteso protagonista.

Il ritorno del figliol prodigo pronto per spiccare il volo

Dieci mesi. È questo l’intervallo di tempo trascorso lontano dal River Plate. Periodo sufficiente per fare esperienza, crescere come uomo e come calciatore, colmando quelle lacune che avevano reso necessario il prestito.

La nuova parentesi con la Banda inizia in modo graduale. Mezz’ora in Libertadores contro l’Argentinos Juniors, titolare ma sostituito in campionato contro il Colón, e qualche altra manciata di minuti sparsi negli impegni seguenti senza lasciare particolarmente il segno. La partita col Vélez al Monumental rappresenta la chiave di volta di una stagione, di una carriera. Enzo parte titolare. Al minuto cinquanta è lui a sbloccare la gara. Il primo gol da professionista con la maglia del River Plate, il secondo in assoluto. Stavolta Gallardo non lo sostituisce e al 90’ Enzo mette la firma anche sul gol del raddoppio fornendo l’assist a Brian Romero, come ai tempi di Florencio Varela. I Millionarios vincono la Liga Profesional 2021, il primo campionato dell’era Gallardo, ed Enzo è il faro della squadra.

Il Benfica e Scaloni si accorgono di Fernández: l’arrivo in Portogallo e l’esordio in Nazionale

Luglio 2022. In Europa impazza il calciomercato. Le voci si fanno insistenti e con il passare dei giorni la partenza del numero tredici si fa sempre più probabile. Il primo impegno del nuovo mese mette il River di fronte all’Huracán. A distanza di nove mesi dall’ultima volta Enzo non scende in campo. I segnali di un addio si fanno più forti. Tre giorni più tardi ecco il Vélez comparire nuovamente nel suo cammino. Gioca un’ora e poi è sostituito. È la sua ultima presenza con il River Plate.

A credere in lui è il Benfica. La cifra, dodici milioni di euro, è irrisoria per le reali potenzialità del ragazzo. Il rodaggio dura qualche amichevole. Il resto è storia recente. La prima partita ufficiale coincide con l’esordio in Champions League nella gara dei preliminari contro il Midtjylland: gol. La seconda non è altro che l’esordio in campionato: gol. Alla terza nuovamente i danesi: nuovamente gol. Nell’impatto, letteralmente pazzesco, di Fernández in Europa ciò che lascia senza parole è la naturalezza con la quale gestisce ogni fase di gioco.

Enzo Fernandez, Argentina
Fernández con la camiseta albiceleste (fonte: profilo Instagram di Enzo Fernández)

Il livello di maturità è ormai tale da convincere Scaloni a inserirlo in un gruppo già in pratica pronto in vista del Mondiale. Un gruppo coeso nel quale gli equilibri, specialmente in mezzo al campo, sono ormai consolidati da tempo e nel quale inserimenti dell’ultimo minuto potrebbero comunque far nascere malumori. A dire il vero, la prima convocazione avvenne a novembre 2021. Poco più di un mese fa però, contro Honduras prima e Giamaica poi, è arrivato anche l’esordio in nazionale, in punta di piedi. Una sessantina di minuti complessivi utili a evidenziare come per un posto sull’aereo che porterà l’Albiceleste in Qatar sia in lizza anche lui.


Immagine di copertina realizzata da PSM SPORT, base tratta da: Sports Illustrated.

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