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I 5 migliori fuori quota dell’Olimpiade

In attesa di conoscere quale Nazionale potrà salire sull’Olimpo di Tokyo con la medaglia d’oro sul collo, conosciamo i 5 fuori quota dell’Olimpiade più interessanti.

Ed eccoci con Tokyo 2020 e i fuori quota dell’Olimpiade. Il post-season 2021 sarà ricordato come uno dei più belli e importanti per quanto riguarda i tornei tra nazionali. Si è cominciato con l’Europeo U21, si è proseguito con Europeo e Copa America, e infine, la perfetta conclusione con le Olimpiadi di Tokyo, seppur con un anno di ritardo.

288 i fortunati giocatori che avranno l’onore di giocare una competizione così importante, di base quelli nati nel 1997 o successivamente, e tre “fuori quota”. Proprio quest’ultimi suscitano sempre tanta curiosità: tutti i tifosi vogliono sapere quale saggia figura affiancherà i più giovani. Noi abbiamo selezionati 5 fuori quota dell’Olimpiade, i più interessanti, più un bonus track niente male…

Marco Asensio

Nato nel 1996, Marco Asensio è uno dei più giovani fuori quota dell’Olimpiade 2021. Il fantasista blancos poteva tranquillamente figurare nella rosa di Luis Enrique che tanto ci ha dato filo da torcere ai quarti dell’Europeo. Ma la linea del tecnico di Gijón è però stata molto chiara: niente giocatori del Real Madrid in rosa. I vari Dani Olmo, Ferràn Torres, Sarabia e Oyarzabal hanno fatto molto bene e non hanno di certo fatto pesare la sua assenza.

Eppure Marco aveva fatto abbastanza bene con il Real nell’ultima stagione, con 35 presenze e 5 goal in Liga. La rottura del legamento crociato nel luglio 2019 aveva fatto temere il peggio, ma Marco ne è uscito discretamente bene, anche se questo ha rallentato il suo percorso di crescita. Dopo la partenza di Cristiano Ronaldo, il popolo madrileno aveva puntato tanto su di lui e Isco. Se il 29enne ex Malaga è ormai in rottura con la società dopo prestazioni molto deludenti, Asensio è in procinto di voler fare il salto di qualità. A 25 anni, il tempo e il talento sono dalla sua parte.

Per compiere “quel salto” però, bisogna fare bene anche in ottica roja, con cui ha segnato solo un goal in 26 presenze. Disputare un’ottima Olimpiade darebbe una spinta importante verso la riconquista di un posto in Nazionale maggiore. Questa è una priorità assoluta per non perdere ulteriori posti nelle preferenze del CT.

Guillermo Ochoa

Signore e signori, qui non stiamo parlando di un semplice fuori quota delle Olimpiadi. Siamo di fronte ad un calciatore di culto, ad una semi-divinità azteca. Ci sono giocatori che con la maglia di club non esprimono al massimo le loro potenzialità come quando indossano la maglia della propria Nazionale. Proprio come “El RiccioGuillermo Ochoa, uno che si esalta veramente tanto con la Tri. Ajaccio, Malaga, Granada e Standard Liegi le sue tappe in Europa, prima di ritornare in Messico, con il suo América.

Olimpiade
Ochoa ha 36 anni (Fonte: Instagram Guillermo Ochoa)

Non è più il ragazzino di una volta, ma siamo sicuri che Ochoa volerà ancora alto per salvare la sua Nazionale. Spettacolari le sue prestazioni con Brasile (parata su Neymar in stile Gordon Banks) e Olanda ai Mondiali 2014, si è ripetuto anche in Russia, esaltandosi, soprattutto, al debutto contro la Germania. Con il Messico ha vinto ben 4 Gold Cup, ma oltre a questa competizione e ai Mondiali, “Memo” vuole diffondere il suo mito di portieron-nazionale anche alle Olimpiadi.

Max Kruse

Il tecnico della Germania, Stefan Kuntz, vuole fare il bis di vittorie dopo la conquista dell’Europeo U21 in giugno. Per questo ha deciso di affidare le chiavi dell’attacco al 33enne Max Kruse che, dopo sei anni, ritorna a vestire la maglia della Mannschaft. Era Germania-Georgia, ultima giornata per le qualificazioni ad EURO 2016. Joachim Löw lo fa entrare per l’ultimo quarto d’ora e Max sigla il definitivo 2-1. Kruse viene poi depennato dalla lista finale per l’Europeo francese e non viene più preso in considerazione con i senior, fino ad ora.

Lasciata la Germania per una breve esperienza in Turchia con la maglia del Fenerbahçe, il classe ’88 è ritornato in patria la scorsa stagione, con la maglia dell’Union Berlin. I suoi 11 gol e 5 assist hanno trascinato la squadra di Berlino Est ad una incredibile qualificazione europea in Conference League. La sua esperienza, (oltre 270 partite in Bundesliga) e il suo killer instinct possono essere un fattore importante per il CT Kuntz. L’obiettivo è riportare l’oro Olimpico a Berlino, dopo quello ottenuto dalla Germania Est alle Olimpiadi di Montreal del 1976.

Chris Wood

La Nuova Zelanda ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi nel 2008, fermandosi al primo turno, come nel 2012. In entrambe le occasioni hanno segnato un solo goal, ottenendo un punto. Gli storici marcatori degli oceanici sono stati Jeremy Brockie nel 2008 contro la Cina e Chris Wood nel 2012 contro l’Egitto di Salah. Il nativo di Auckland a Londra aveva solamente 20 anni, ma aveva già debuttato con la nazionale maggiore in una amichevole di preparazione per la Confederations Cup 2009 contro la Tanzania. Ai Mondiali 2010 è il più giovane del gruppo a partecipare alla spedizione: accumula anche 3 spezzoni di partita, di cui uno ovviamente contro l’Italia del Lippi bis.

Un talento precoce, che ha fatto vedere di che pasta è fatto sin dal suo debutto internazionale con gli All Whites, nel Mondiale U17 del 2007. Wood è il classico ariete d’area di rigore, abilissimo nei duelli aerei, letale di testa quando arriva il cross giusto, che gioca molto di sponda per i compagni, cercando di far salire la squadra. Quel Mondiale U17 gli ha aperto le strade del calcio inglese, visto che il West Bromwich Albion, a termine di quella competizione, gli offre un contratto.

Chris fa il giro di tante squadre, ma dopo due buonissime stagioni al Leeds, nel 2017 passa al Burnley, dove trova in Sean Dyche un mentore di alto livello. Chris Wood è perfetto per lo stile di gioco di Dyche e Dyche è perfetto per la formazione di Chris. I due si trovano subito alla grande e portano il piccolo Burnley a qualificarsi per l’Europa League, in cui CW segna pure 2 reti.

Con i Clarets, in quattro stagioni è andato sempre in doppia cifra in Premier League, segnando 46 goal totali. Indubbiamente Wood è il fiore all’occhiello di tutto il movimento calcistico neozelandese, e in un girone piuttosto soft con Corea del Sud, Honduras e Romania, il suo carisma, la sua esperienza e la sua forza fisica saranno importantissimi per provare a riscrivere la storia e passare il turno.

Tanti sono stati i momenti di gioia tra Chris Wood e i Kiwis: dal fatto di essere diventato il capitano più giovane di sempre della Nazionale, all’unico goal della Nuova Zelanda alla Confederations Cup nel 2017, passando per il titolo di capocannoniere nella Coppa d’Oceania vinta del 2014. Chris è un fuori quota dell’Olimpiade che può trascinare davvero un Paese. Gli All Whites non hanno tradizione e non sono fortissimi, vero. Ma in questa Olimpiade Wood può rappresentare il leader che li può condurre davvero lontano.

Dani Alves

E’ il giocatore più vincente della storia di questo sport con 44 trofei vinti, più o meno. Se con i club il calcolo è un po’ confuso, con la Seleção non c’è da sbagliarsi. I titoli sono 5: un Mondiale U20, due Confederations Cup e due Copa America, l’ultima nel 2019. Manca nella nazionale da ben due anni, proprio dopo aver alzato al cielo, da capitano, il trofeo organizzato dalla CONMEBOL. A 38 anni suonati, il terzino di Juazeiro ha intenzione di portarsi a casa l’ultimo grande successo della sua straordinaria carriera. Se dovesse succedere davvero, sarebbe qualcosa di epico.

Dopo 17 straordinarie stagioni in Europa con le maglie di Siviglia, Barcellona, Juventus e Paris Saint Germain, nell’agosto 2019 è ritornato in Brasile, sponda San Paolo. Lì si è mantenuto ad altissimi livelli, si è reinventato come centrocampista e, all’occorrenza, anche come seconda punta. I suoi 9 gol e 14 assist in tre anni hanno convinto il CT Olimpico André Jardine a puntare su lui come uno dei tre fuori quota. Riuscirà con la sua sapienza calcistica, la sua tecnica sublime, e la sua instancabile corsa a trascinare la sua Nazione al suo secondo oro Olimpico consecutivo? Ci sono buone possibilità, Dani Alves potrebbe non smettere di stupirci: un fuori quota dell’Olimpiade che sa di fuoriclasse.

Bonus track dei fuori quota dell’Olimpiade: la Francia

Sylvain Ripoll l’ha ammesso: non è stato facile convincere le squadre di Ligue 1 a inviare i propri giocatori ai Giochi Olimpici. E infatti fra i fuori quota due su tre vengono dal…Messico!

Gignac e Thauvin sono sicuramente i giocatori con maggior esperienza che scenderanno in campo per rappresentare i bleus a Tokyo: i due idoli del Tigres avrebbero benissimo potuto far parte della selezione europea di Deschamps e quindi saranno determinati a dimostrare il proprio valore ai Giochi. Per pescare l’ultimo asso fuori quota il selezionatore ex Lorient ha pescato invece dal campionato francese con la chiamata di Téji Savanier.

Il 29enne centrocampista del Montpellier non vanta la stessa fama dei due compagni emigrati in Messico, ma la sua spregiudicatezza tecnica e il suo estro non sono da meno. Il franco-algerino è nato come trequartista e poi ha progressivamente arretrato il suo raggio d’azione fino a diventare un centrocampista centrale, abile nella costruzione, nell’impostazione e nei calci piazzati. Proprio un suo rigore, realizzato contro il Lione di Garcia nella scorsa stagione, aveva fatto il giro dei social: un cucchiaio al bacio che è un biglietto da visita del biondo ossigenato del Montpellier, pronto a guidare il giovane centrocampo dei galletti alla conquista della medaglia d’oro.


Il meglio del calcio internazionale su Sottoporta: Il diario di bordo di Matteo Pessina

Fonte immagine di copertina: collage di foto dal profilo Instagram di Tokyo 2020

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