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Euro 2020 (+1): ci siamo!

Preview non richieste, ma forse gradite, di alcuni dei redattori di Sottoporta su Euro 2020 (+1). Pronti, via!

Euro 2020 (+1) sta finalmente iniziando. Carichi?

La preview di Euro 2020 (+1) di Umberto De Marchi

Si torna a giocare un Europeo dopo 5 anni. Sarà questa lunga attesa, ma l’emozione per l’inizio del torneo continentale è più forte che mai. Dopo una lunga stagione, giocata quasi interamente a porte chiuse in tutta Europa, anche il pubblico tornerà sugli spalti a tifare e ad incitare i propri connazionali. Questa ventata di ossigeno sembra alimentare ancora di più il fuoco di una competizione ai cui nastri di partenza le candidate sono numerosissime. I campioni ci sono quasi tutti e le previsioni sono fra le più variegate e contrastanti.

Al via per me c’è una grande candidata alla vittoria finale. Sembrerà banale ma non si può non votare la Francia come primissima favorita ad alzare il trofeo a Wembley. La formazione di Didier Deschamps arriva ad Euro 2020(+1) forte della finale ad Euro2016 e soprattutto della vittoria nei Mondiali 2018. A questo si è aggiunta la reintegra di Karim Benzema il quale, Lewandowski permettendo, è stato a lunghi tratti il miglior numero 9 d’Europa in questa stagione. Se poi a centrocampo puoi schierare la miglior mezz’ala del mondo, ecco che le potenzialità diventano smisurate.

Un punto debole? Fra coppia di centrali difensivi e portiere, la Francia non può vantare la più imperforabile delle retroguardie. Infatti Lloris non è fra i top 5 al mondo, Kimpembe non è al livello del resto della rosa e Varane ha avuto più di qualche acciacco di troppo in questa stagione. Detto ciò, i transalpini rimangono gli stra-favoriti, con il Portogallo appena un passo indietro e, a seguire, Belgio ed Inghilterra.

Una squadra che invece non parte con grosse ambizioni, ma che potrebbe sorprenderci, è la Turchia. La nazionale guidata da Şenol Güneş arriva a questa competizione con uno score di 8 clean sheets e solo 3 gol subiti in tutti i gironi qualificatori. Nonostante le individualità di spicco nel reparto offensivo (Yılmaz e Çalhanoğlu su tutti) è soprattutto la difesa a garantire ai turchi una solidità unica, grazie a profili come Celik, Muldur, Demiral e Söyüncü. In particolar modo il roccioso centrale del Leicester sembra davvero poter creare con Burak una coppia di leader carismatici in cui esperienza ed esuberanza si possono intrecciare in un mix potenzialmente letale in primis per una fra Svizzera ed Italia.

Proprio la nazionale di Mancini arriva all’Europeo con molte ambizioni e il rischio di un flop, nel caso in cui il girone dovesse complicarsi, è dietro l’angolo. Tuttavia gli Azzurri sembrano avere le armi per giocarsela con tutte. Chi invece potrebbe deludere è la Germania di Joachim Löw. Reduce dalla disastrosa campagna mondiale nel 2018, la Mannschaft è chiamata a riscattarsi in quelle che saranno le ultime partite del tecnico alla guida della nazionale, pronto a lasciare lo scettro a Flick. Nella rosa tedesca Rudiger, Werner e Havertz sono reduci dalla vittoria della Champions e proprio il logorante finale di stagione per molti elementi della rosa potrebbe avere un peso importante nelle prestazioni di Neuer&co.

Rimanendo in zona mittel-europea, parliamo del giocatore che potrebbe essere la rivelazione di questi europei: Christoph Baumgartner. Agile trequartista classe 1999, l’austriaco in forza all’Hoffenheim ha esordito appena nove mesi fa in nazionale maggiore e può già vantare 3 gol in 10 presenze. Schierato da Foda come esterno sinistro, Baumgartner avrà il compito di occupare il mezzospazio sinistro, favorendo il supporto di David Alaba, neo-acquisto del Real Madrid di Ancelotti. Per il giovane prospetto austriaco, dunque, un’occasione imperdibile di mettere in mostra in un palcoscenico così importante le sue doti cristalline di raccordo e finalizzazione.

In questi Europei i grandi rimpianti non mancano: da Zlatan Ibrahimovic a Sergio Ramos e Iago Aspas, ma il giocatore che ho scelto è Moise Kean. L’attaccante italiano ha giocato infatti un’ ottima stagione al Parco dei Principi e la sua esclusione dai convocati di Roberto Mancini ha fatto storcere più di qualche naso. In un reparto offensivo che conta su profili che in Europa hanno avuto storicamente grosse difficoltà, i 19 gol stagionali firmati dall’ex attaccante della Juventus (di cui 3 in Champions) avrebbero potuto garantire un’arma in più agli Azzurri.

La preview di Euro 2020 (+1) di Cosimo Giordano

Michel Platini l’ha voluta così: un’edizione itinerante in più Paesi possibili, nell’anniversario dei 60 anni dal primo Europeo di calcio giocato, con la speranza di un grande riscontro economico. Non è filato tutto come previsto, perché ciò che doveva essere Euro 2020, causa COVID-19, si è trasformato in Euro 2020(+1).

Tante le difficoltà, tanti i cambiamenti, e tante le decisioni prese, ma alla fine tutto il Vecchio Continente non vede l’ora che la manifestazione inizi. Roma, Baku, Monaco di Baviera, Amsterdam, Bucarest, Siviglia, Glasgow, Budapest, Copenhagen, San Pietroburgo e Londra saranno le sedi di Euro 2021: giusto o sbagliato? Gli esperimenti devono essere prima testati per il giudizio finale, ma l’idea è comunque allettante e affascinante. Bisogna vedere come la penseranno invece staff e giocatori, costretti a girovagare per l’Europa, in un torneo già stancante di suo, che arriva dopo una stagione logorante in cui i giorni di riposo sono stati pochissimi.

La mia personalissima favorita è l’Inghilterra. I club inglesi hanno vinto tutto quello che c’era da vincere negli ultimi anni, dimostrando anche come la Premier League sia un passo avanti a tutti gli altri campionati d’Europa per qualità delle rose, organizzazione e fatturato. Il talento dei singoli nomi, da Kane a Sancho, da Mount a Foden, è invidiabile per qualunque Nazionale. I giocatori che hanno sono davvero forti, e se manterranno la concentrazione necessaria, al netto di infortuni fisici, a lungo andare potranno dominare qualunque squadra.

Unici nei una difesa un po’ ballerina e le incertezze di Gareth Southgate, che prova spesso qualche mossa azzardata anche quando non dovrebbe. Dico Inghilterra a Euro 2021, anche per la cabala. I tempi sono maturi anche per un successo in chiave Nazionale. Sì, è giunto il momento di arricchire un palmares internazionale che ha il solo Mondiale casalingo del 1966 in bacheca. Agli Europei, invece, i “Three Lions” si sono spinti massimo in semifinale, ed è davvero arrivata l’ora di sovvertire il trend.

La Francia per molti è la vera favorita, e se non dovesse arrivare quanto meno alla finale, sarebbe un vero fallimento. Un attacco con Mbappé, Griezmann e Benzema è semplicemente da playstation. L’inserimento dell’attaccante del Real Madrid al posto di Giroud potrebbe però inceppare i meccanismi funzionali della squadra di Deschamps. La Francia non vincerà questo Europeo, e proprio perché ha una rosa veramente forte e completa in tutti i reparti, sarà la vera delusione di Euro 2021.

La Spagna non è quella di 10 anni fa, ma potenzialmente ha tutte le carte necessarie per far bene, sopratutto se la mia personale rivelazione dovesse veramente esplodere. Ferrán Torres è solamente un classe 2000, ma ha personalità da vendere. L’ex Valencia sta entrando pian piano nelle grazie di Pep Guardiola che gli ha concesso minuti importanti: lui lo ha ripagato segnando 12 goal in stagione. Dico Torres perché sarà uno dei giocatori fondamentali di una Spagna un po’ sottovalutata, ma che può essere una delle squadre che può arrivare in fondo grazie ad una solida esperienza in questo genere di partite. Il ruolino di Ferrán in Nazionale recita 6 reti in 11 presenze, il feeling c’è. In questi Europei non si può che migliorare.

Grande assente è Dominik Szoboszlai, stellina dell’Ungheria. In un girone con Francia, Germania e Portogallo i magiari sarebbero partiti, anche con Szobo in campo, da sfavoriti. Ma il suo estro e le sue idee avrebbero potuto dare maggiormente fastidio alle tre big. L’Ungheria avrebbe avuto più possibilità di strappare qualche vitale punto agli avversari, in un girone dove nessuno vuole arrivare terzo. Il 2000 del Lipsia mancherà a questo appuntamento per via di alcuni lontani problemi fisici irrisolti. Ed è un vero peccato perché è stato lui a portare la Nazionale di Marco Rossi qui con una magia negli ultimi minuti finali.

Capitolo Nazionale: abbiamo tutti gli elementi per far bene e arrivare fino in fondo, ma per scaramanzia cerchiamo di non parlare prima. Unica cosa da dire: forza Italia!

La preview di Euro 2020 (+1) di Luigi Della Penna

“Ora o mai più”, parole e spartito di Josè Mourinho. Il Belgio, del Commisario Tecnico Roberto Martinez, è una grande Nazionale. Alec Cordolcini ha definito gli anni Dieci come “il decennio del Belgio, nonostante non sia arrivato alcun trofeo“. Dal 57° posto nel Ranking Fifa nel 2010, al grande Mondiale del 2018, dove è mancato quel guizzo necessario nelle grandi occasioni. Kevin De Bruyne, che sta recuperando dall’infortunio patito nella finale di Champions, scalpita e ne ha tutte le ragioni. KDB è il miglior centrocampista del mondo nel suo momento migliore. Inoltre, in attacco anche Romelu Lukaku si candida ad un ruolo da protagonista assoluto, dopo una grande annata. Il 3-4-3, con una difesa d’esperienza, un centrocampo tecnico e ricco di fosforo, è il giusto compromesso per esprimere un gioco veloce e verticale. Unica nota sbiadita, Eden Hazard: nel caso anche lui tornasse su buoni livelli, sarebbe ancor più interessante.

Una possibile sorpresa, che tale però non sarebbe, potrebbe rivelarsi l’Ucraina di Andriy Shevchenko, inserita nel girone con Olanda, Macedonia del Nord e Austria. Giunta prima nel girone di qualificazione, con tre punti in più del Portogallo, potrebbe rivelarsi una dolente spina nel fianco. Tra i giocatori migliori della rosa, spiccano Olexsandr Zinchenko e Ruslan Malinovskyi, il quale agirebbe da trequartista nel canonico 3-4-1-2 di Sheva. In attacco spicca Roman Yaremchuk, 22 gol nel Gent in Belgio. Mykola Shaparenko e Sergiy Sidorchuk sono i pilastri di centrocampo, capaci di unire solidità e geometrie, concedendo un po’ di respiro al fantasista atalantino.

L’Olanda, d’altro canto, potrebbe rivelarsi la delusione di questo Europeo. Oltre ai dubbi su Frank De Boer nelle vesti di C.T., oltre al fatto che Koeman non sia stato rimpiazzato adeguatamente, senza contare che mancheranno elementi come Van Dijk e Van de Beek, tralasciando la dipendenza da Depay, non considerando diversi ballottaggi nevralgici (vedi questione portiere), gli Orange non sono assolutamente da buttare, anzi. Ma l’Europeo è una competizione corta e il tempo a disposizione poco.

Teemu Pukki e la Finlandia, un binomio da tenere d’occhio, specie per quanto riguarda il discorso delle migliori terze. Terminale offensivo del Norwich, promosso in Premier grazie anche ai 26 gol realizzati, potrebbe rivelarsi un underdog interessante.

E adesso l’Italia. Gli azzurri di Roberto Mancini sono un buon collettivo, con un gran centrocampo e, nel complesso, una buona scelta in tutti i reparti. Soprattutto, gli Azzurri giocano un buon calcio. Al netto di qualche dubbio in difesa, che riguarda più che altro la tenuta di capitan Chiellini, l’Italia può e deve puntare ad entrare nel pantheon dei grandi d’Europa.

La preview di Euro 2020 (+1) di Davide Tuniz

Non è certo il periodo migliore per organizzare rassegne itineranti, ma questa edizione dei campionati europei disputata in 11 città differenti ha sicuramente un fascino particolare ed è lo spot migliore per un’idea di Europa come casa comune. Senza frontiere. Certo, la sostanziale assenza del pubblico e la distribuzione geografica delle gare (Galles – Svizzera si giocherà a Baku ad esempio) potrebbero rendere l’idea di una festa che riguarda l’Europa intera meno coinvolgente del previsto.

Gara inaugurale a Roma, la seconda si giocherà in Azerbaigian (fonte foto: Instagram RomaEuro2020)

Qualche dubbio permane ancora sulla formula a 24 squadre, forse troppe per avere un torneo di qualità. Nel corso della fase a gruppi ci saranno certamente partite a pronostico chiuso, ma un dato statistico gioca a favore dell’allargamento. Ci sono solo due Nazionali esordienti assolute: Finlandia e Macedonia del Nord. Questo può essere letto come un segnale della conferma di un livello medio-alto di chi arriva dalla scrematura delle qualificazioni.

È davvero difficile non indicare la Francia come favorita assoluta. La squadra di Deschamps sembra essere arrivata alla maturazione della generazione dei Campioni del Mondo e conta su un ricambio generazionale di assoluta qualità. Tutti i suoi top players giocano in squadre di primissimo livello e mentalmente sono abituati alla vittoria. Sono capitati in un girone certamente ostico, ma perfino questo potrebbe rivelarsi un vantaggio. Potrebbero entrare immediatamente nel clima della competizione ed eliminare un possibile rivale pericoloso come Germania o Portogallo già nella prima fase.

Un gradino sotto il Belgio che, come gli scomodi vicini, è arrivato al picco della maturità della rosa ed è all’occasione della vita per vincere qualcosa con una generazione dal talento straordinario.Per me la sorpresa può essere l’Italia di Mancini. Gli Azzurri non perdono una partita dal settembre 2018 (0-1 contro il Portogallo) ed hanno dominato il girone di qualificazione. Il tutto mostrando un gioco aggressivo e spavaldo che i tifosi italiani non sono abituati a vedere in Nazionale. Ne sono dimostrazione le diverse vittorie con largo punteggio, cosa poco comune nella storia degli Azzurri. Il girone non è semplicissimo ma sicuramente alla portata dell’Italia, sarà fondamentale finire primi per un ottavo “morbido” probabilmente con Ucraina o Austria, prima di un quarto ben più complicato, che potrebbe vederci contrapposti al Belgio.

Croazia e Germania sembrano essere arrivate alla fine di un ciclo. Se per i tedeschi si tratta di una fase di passaggio generazionale che preluderà al inserimento dei nuovi talenti dell’Under21 campione d’Europa, per la Croazia si ha l’impressione che si tratti della chiusura di una irripetibile generazione d’oro, un po’ come fu per la Bulgaria di Stoichkov o la Romania di Hagi. Uomo rivelazione di Euro 2020 (+1) : Phil Foden. Giocatore prototipo del calcio moderno, è cresciuto tantissimo alla corte di Guardiola, potrebbe essere il simbolo del sogno inglese di una vittoria continentale.


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Fonte immagine di copertina: Instagram euro2020

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