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Tornei per club

Conference League: istruzioni per l’uso

Viaggio all’interno del nuovo torneo europeo, ai nastri di partenza nel 2021. Come funziona la Conference League e chi vi parteciperà.

È il 2018, e in occasione dei sorteggi per i gironi di qualificazione ad EURO 2020, il comitato esecutivo dell’UEFA annuncia l’ufficialità della realizzazione di una terza coppa europea per club. La competizione, che originariamente prendeva il nome di UEFA Europa League 2, è stata denominata definitivamente UEFA Europa Conference League qualche mese dopo.

Ciò che doveva essere una riforma massiccia nel panorama calcistico continentale, è passata un po’ sotto traccia a causa della situazione di pandemia globale. L’attesa però sta per finire, e la prossima stagione (2021/2022) è quella dell’esordio. Ma come funzionerà? Andiamo per gradi.

La struttura

Con uno schema simile a quello della Champions League, si partirà con dei turni preliminari con la suddivisione nei percorsi “campioni” e “piazzate”. Non ci sarà nessuna squadra qualificata in modo diretto. In totale le partecipanti saranno 32: 17 dai preliminari delle squadre “piazzate”, 5 dai preliminari delle squadre “campioni”, più 10 eliminate dagli spareggi di Europa League.

Il format è molto semplice. Le 32 squadre verranno divise in 8 gironi da 4, con partite di andata e ritorno. Gli orari dei match sono stati già fissati: si giocherà il giovedì alle 18:45 e alle 21:00, in concomitanza con l’EL. A seguire ci saranno ottavi, quarti, semifinali e finale. Ma chi si qualificherà per la fase ad eliminazione diretta della Conference League? Le prime di ogni girone ovviamente, più le vincenti dello spareggio che vedrà scontrarsi le seconde con le terze classificate dei gironi di Europa League.

La novità non sta tanto nel format della nuova coppa, quanto in quello dell’Europa League. L’ex Coppa UEFA verrà ridotta da 48 a 32 squadre, in modo tale da renderla più scorrevole, programmandola sulla falsa riga delle altre due competizioni.

I vantaggi

La Conference League permetterà dunque di guadagnare più ricavi dai diritti televisivi, in primis. Aumenta anche il potenziale di partecipazione delle piccole federazioni, che rimanevano escluse dalla partecipazione alle coppe europee. Nell’ultimo anno difatti, il 60% delle partecipanti a Champions e Europa League veniva dai primi cinque campionati europei. Nelle prossime stagioni l’UEFA spera così di avere almeno 34 federazioni affiliate rappresentate nei tre tornei.

Le prime cinque del ranking UEFA avranno diritto ad una sola partecipante per nazione da portare in Conference League. Potrà essere la sesta classificata in campionato se la squadra vincitrice della coppa nazionale (che andrà sempre in EL) si classificherà dal settimo posto in giù. O la settima se la squadra vincitrice della coppa nazionale sarà di piazzamento già ammessa a Champions o Europa League.

Ai paesi dal 6° al 15° posto e dal 51° al 55° posto del ranking spetteranno due rappresentanti per nazione, mentre quelle dal 16° fino al 50° ne avranno tre. La federazione del Liechtenstein potrà far partecipare solo la squadra vincitrice della coppa nazionale (quasi sempre il Vaduz), in assenza di un campionato locale.

Si ok tutto molto bello, ma cosa si vince? Oltre al trofeo si staccherà il ticket per l’Europa League dell’anno successivo, senza passare da preliminari o playoff.

Il precedente

Una riforma molto apprezzata dalle federazioni più piccole e dagli appassionati di calcio internazionale, un po’ meno dai “conservatori”. Con la nuova competizione non cambierà il numero di partite che una singola squadra andrà a disputare, ci saranno semplicemente più partite. La Conference League sarà un ottimo palcoscenico per conoscere talenti semisconosciuti in giro per l’Europa, e servirà ai piccoli club per confrontarsi con altre realtà al di fuori dei propri campionati. Un ritorno romantico per chi non ha mai accettato la cancellazione della Coppe delle Coppe, l’ex terza competizione europea.

Una coppa disputata fino al 1999, anno di trionfo della Lazio di Eriksson, Veron e Inzaghi, e poi soppressa a causa dell’allargamento della Coppa UEFA. Una coppa, che ha saputo regalarci storie straordinarie. Indimenticabile la vittoria del Saragozza nel 1995, che trionfò sull’Arsenal con un goal di Nayim da centrocampo, negli ultimi minuti del secondo tempo supplementare. O il 4-3 del Barcellona nel 1979 contro il Fortuna Dusseldorf con ben tre goal ai supplementari. O ancora i trionfi di squadre come Slovan Bratislava, Magdeburgo, Dinamo Tbilisi, Malines e Aberdeen. Di sicuro sarà una competizione molto curiosa ed entusiasmante. Sicuramente ci farà divertire.

Appuntamento dunque nel 2021. 141 partite in 15 settimane. Noi siamo pronti, e voi?


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Fonte immagine di copertina: The Athletic

Di Gualtiero Sanapo

Mangio pane e calcio da quando sono in fasce, e questa dieta non mi ha ancora stufato. Amo le statistiche, vado pazzo per le curiosità.

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