Categorie
Spagna

Talento al Kubo

Il gioiellino giapponese si sta facendo apprezzare come uno dei migliori talenti della Liga. Le qualità tecniche e l’etica del lavoro sono quelle tipiche di un fenomeno. Con la camiseta blanca nel destino.

Un sinistro fatato, una straordinaria visione di gioco e un dribbling ubriacante stanno conquistando la Liga. Non si tratta di Leo Messi – il cui dominio è naturale, non fa notizia -, bensì di Takefusa Kubo, gioiellino classe 2001 in prestito al Mallorca dal Real Madrid. Dalla ripresa del campionato, il giovanissimo giapponese si è messo in luce come uno dei migliori talenti dell’intero panorama calcistico europeo, accendendo su di sé quei riflettori che illuminano solo gli eletti. L’esplosione delle ultime settimane, il fiorire del suo genio calcistico e le qualità tecniche e morali sembrano proiettare Kubo verso una dimensione mondiale, quella stessa alla quale sembra destinato da sempre.

Sol Levante

Quando non si ha una grande tradizione calcistica, concetti come organizzazione e programmazione diventano essenziali. In Asia, in Giappone nello specifico, lo hanno capito da tempo e infatti la crescita del movimento calcistico asiatico è sotto gli occhi di tutti.

Per il salto di qualità definitivo, però, c’è bisogno di una stella in grado di illuminare tutte le altre, di elevare il sistema e di trascinarlo da un punto di vista tecnico, sociale e mediatico. Takefusa Kubo, classe 2001, sembra avere tutte le credenziali per essere l’Imperatore del calcio asiatico.

A dirlo è la sua storia di bambino prodigio, con il passaggio al Barcellona alla tenera età di 10 anni. Un trasferimento destinato a causare grossi scossoni in casa blaugrana, con il blocco del mercato per due sessioni e il conseguente ritorno in patria dell’asso giapponese.

Un ritorno necessario e strategico, utile a coltivare il suo talento in attesa del nuovo salto in Europa. In patria Kubo non delude le aspettative: esordisce in massima serie all’età di 15 anni e 5 mesi con la maglia del FC Tokyo e diventa il più giovane marcatore nella storia della J-League.

I segni ci sono tutti, la via verso la gloria è tracciata. E per questo il Barcellona cerca di riportarlo a casa, sfidando le altre big del calcio europeo. A spuntarla è però il Real Madrid, che nell’estate 2019 lo preleva per 2 milioni di euro. Il trasferimento ai Galacticos rappresenta un altro segnale delle sue ambizioni e della grazia del destino che soffia intorno al suo nome. All’età di 18 anni non sono molti a calciatori ad aver indossato sia la maglia del Barcellona sia delle Merengues.

Qualità e disciplina

Dalle parti di Valdebebas raramente si rischia di bruciare un calciatore. Per questo motivo, nonostante la buona Copa America disputata con il Giappone e l’ottimo precampionato, il Real decide di prestare Kubo al Mallorca.

Il Paradiso delle Baleari sembra fatto su misura per il suo talento e la sua crescita. La squadra operaia di Vicente Moreno sembra l’habitat naturale per dargli minuti e mentalità, per esaltare la sua qualità tecnica superiore alla media e plasmare le sue abilità.

Senza pressioni, ma con una grande fiducia nei suoi confronti, Kubo è riuscito ad ergersi a leader della squadra. I numeri non sono ancora quelli di un top player (4 gol, 4 assist), ma il peso delle giocate e la qualità del suo calcio sono quanto di più si avvicina alla definizione di fenomeno.

La crescita del ragazzo è stata esponenziale e il potenziale pare ancora enorme. Un dato su tutti basta ad esaltare la sua prospettiva: nella classifica delle occasioni create, Kubo occupa il secondo posto. Davanti a lui c’è solo Messi.

Alla straordinaria lettura di gioco e alla prorompente fiducia nei propri mezzi, Kubo unisce un’etica del lavoro tipicamente giapponese, che gli permette di eccellere anche in situazioni apparentemente sfavorevoli. Malgrado il fisico minuto, infatti, Kubo ha sviluppato una notevole resistenza fisica che lo spinge a dire la sua anche nei contrasti e in fase difensiva. L’attitudine al miglioramento è nelle sue vene, da calciatore maturo, come sottolineano i suoi tecnici. La mentalità è quella del campione, o meglio del fuoriclasse.

Destino blanco

L’impatto avuto a Mallorca e l’exploit delle ultime settimane rendono legittima una domanda: Kubo è pronto per il Bernabeu? Appena 15 giorni fa Zidane non ha chiuso le porte ad un suo ritorno, ma evidentemente nei piani del Madrid c’è l’idea di una crescita graduale.

Kubo ha fatto benissimo nelle Baleari, forgiando la sua identità tattica e tecnica, ma ha bisogno di un ulteriore step prima di tornare alla Casa Blanca. L’idea è quella di concedergli un’esperienza in una squadra che giochi le coppe europee, in modo da valutarne il peso specifico in campo internazionale. Soltanto in seguito Kubo potrà indossare la camiseta blanca, quella che molti tifosi già vorrebbero affidargli, quella che sembra essere nel suo destino.

Immagine di copertina tratta da: Instagram Takefusa Kubo


Rimani aggiornato su tutte le news di Sottoporta.

Di Domenico Abbondandolo

Nato nel 1996, collaboro per SportAvellino e PianetaMilan. Idealista convinto, credo in un calcio romantico e passionale. Nel tempo libero mi diverto a far dialogare Platone e Guardiola.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *