L’Olympiacos torna campione di Grecia e sogna il rilancio europeo. Con Mendilibar in panchina ed El-Kaabi protagonista, il club del Pireo riaccende l’entusiasmo di un calcio greco a caccia di rivincite…
È il 13 aprile 2025 e sono circa le 21 ad Atene. Si è da poco conclusa la sfida tra Olympiacos ed AEK Atene allo stadio Georgios Karaiskakis, valida per la terza giornata dei playoff che in Grecia coinvolge le prime quattro classificate della regular season. La squadra del Pireo supera i gialloneri per 1-0 con uno dei tanti gol decisivi di Ayoub El-Kaabi. Una vittoria che consegna ai padroni di casa il titolo di campioni di Grecia con tre giornate d’anticipo e dopo tre anni di attesa. Gap che quindi aumenta nell’albo d’oro della Souper Ligka Ellada, visto che si tratta del 48° trionfo nazionale. E per far capire quanto sia sensazionale questo primato, pensate che gli eterni rivali del Panathinaikos sono fermi a 20.
Una conquista che parte da lontano
È il febbraio del 2024, quando il club di Evangelos Marinakis esonera l’allora tecnico portoghese Carlos Carvalhal dopo una prima parte di stagione piuttosto negativa. La panchina viene quindi affidata ad un altro iberico, e cioè José Luis Mendilibar. Lo spagnolo detta un 4-2-3-1 slegato da un dogmatico tatticismo e ridà solidità ed entusiasmo all’ambiente. Ingredienti che portano l’Olympiacos al terzo posto in campionato e alla finale di Conference League. Ultimo atto che peraltro si gioca proprio in terra ellenica, nello stadio Agia Sophia, casa dell’AEK Atene.
Contro ogni pronostico i greci riescono nell’impresa di battere la più quotata Fiorentina – alla seconda finale consecutiva nella rassegna iridata – con un gol di El-Kaabi nei tempi supplementari. L’attaccante marocchino è stato l’autentico trascinatore dei suoi, con 11 reti che gli sono valsi il titolo di capocannoniere della competizione. Grecia che così riacquista finalmente un prestigio internazionale che mancava da esattamente vent’anni, da quando, sovvertendo qualsiasi tipo di previsione, la nazionale ellenica riuscì nel miracolo di vincere l’Europeo del 2004.
A livello di club, invece, il paese del Mediterraneo vantava solamente il raggiungimento di una finale ottenuta, in Coppa Campioni. Nel 1971, infatti, il Panathinaikos di Ferenc Puskas si arrenderà solamente all’Ajax di Rinus Michels. Tornando quindi al presente, l’Olympiacos si affacciava alla stagione 2024-2025 con fame e voglia di stupire ancora, soprattutto fuori dai confini nazionali. Dimostrazione che si ha subito in Europa League, competizione a cui i biancorossi partecipano di diritto grazie alla vittoria in Conference.
Nel nuovo format del torneo, la squadra di Mendilibar – che già ha vinto la competizione con il Siviglia nel maggio del 2023 – riesce a conquistare la qualificazione diretta agli ottavi di finale. Un lavoro non da poco, considerando che, così facendo, la minaccia dei playoff – toccata a squadre più quotate quali la Roma, il Porto o la Real Sociedad – è stata scacciata. Un cammino frutto di 4 vittorie, 3 pareggi ed una sola sconfitta, patita alla prima giornata contro il Lione. A ben figurare è stata senz’altro la fase difensiva, tenuta in piedi, fra gli altri, dal giovane portiere Konstantinos Tzolakis, ormai non più una sorpresa. Fondamentale l’esperienza del laterale brasiliano Rodinei e le ottime prestazioni di due conoscenze della nostra Serie A come Panagiotis Retsos – sei mesi a Verona senza però lasciare il segno – e l’italiano Lorenzo Pirola.
Il difensore scuola Inter ha dichiarato ad inizio stagione che l’obiettivo è uno soltanto, e cioè vincere con la maglia dell’Olympiacos. Questo è anche ciò che chiede la piazza, esigente e avvolta da pressioni comuni agli ambienti delle big europee. A seguito dei playoff, i sorteggi di febbraio hanno posto il Bodø/Glimt come ostacolo tra l’Olympiacos e i quarti di finale. Una missione che all’inizio non sembrava impossibile, nonostante le insidie in agguato, soprattutto considerando che il Bodø è una formazione che, come ha dimostrato nel play-off contro il Twente, non si è dimostrata facilmente incline a mollare la presa.
Prima della stagione 2023-2024, le semifinali europee rappresentavano, per il club del Pireo, una chimera. Un traguardo mai raggiunto. Per questo motivo, in questa stagione era lecito aspettarsi dai ragazzi di Mendilibar una prova di coscienza e di consapevolezza dei propri mezzi. Gruppo squadra che necessitava della sinergia con tutto l’ambiente, anche ai piani dirigenziale. Perciò il direttore sportivo Darko Kovačević ha cercato e trovato nel mercato invernale anche qualche occasione per rafforzare l’organico in vista dei prossimi mesi. E, notizia fresca, in estate l’Olympiacos accoglierà l’esperienza di Remy Cabella, in arrivo a parametro zero dal Lille. Il 35enne trequartista francese porta con sé un bagaglio di 328 presenze in Ligue 1 e 45 apparizioni nelle coppe europee. Il club spera possa ripercorrere le orme del classe ’84 Mathieu Valbuena, che tra il 2020 e il 2022 ha lasciato il segno al Pireo con tre campionati e una Coppa nazionale conquistati.
L’Olympiacos non vuole scherzare più
A gennaio, rispettivamente da Braga e Celtic, sono arrivati in prestito il centrocampista portoghese André Horta e l’ala honduregna Luis Palma, che proprio due anni fa in Grecia si è messo in luce con la maglia dell’Aris Salonicco. La sola presenza, invece, dell’esterno argentino Francisco Ortega sull’out mancino ha forzato l’acquisto a titolo definitivo del terzino nigeriano Bruno Onyemaechi dal Boavista. E poco importa se il club ha assistito anche a qualche perdita importante come quella di Willian, di Sergio Oliveira o di Giōrgos Masouras, perché gli innesti poc’anzi citati si sono aggiunti ad una rosa comunque qualitativa in ogni reparto e da un mix di esperienza e di giovane spregiudicatezza.
Difatti, elementi con un curriculum di tutto rispetto come il centravanti ucraino Roman Yaremchuk ed il portoghese Chiquinho vengono accompagnati da diversi giovani in rampa di lancio. Due nomi in particolare sono da tenere d’occhio, e cioè l’attaccante Charalampos Kostoulas, classe 2007, ed il centrocampista Christos Mouzakitis, classe 2006. A detta di molti, sono ritenuti attualmente tra i gioielli più limpidi del calcio greco. A Bodø La partita di andata aveva tutte le carte in regola per mettere in difficoltà la compagine mediterranea.
L’indisponibilità di El-Kaabi, il terreno sintetico e il pubblico caloroso del freddo Aspmyra Stadion erano fattori non da sottovalutare. Finisce 3 a 0 per i norvegesi. Alla squadra di Mendilibar non riesce la rimonta le mura amiche del Karaiskakis. Una batosta inattesa per l’Olympiacos, che esce da quel doppio confronto con le ossa rotte, ma che non dimentica l’impegno intrapreso con il campionato. Infatti, non c’è modo migliore per reagire a queste delusioni che rimboccarsi le maniche e tornare il campo il prima possibile.
Il 30 marzo il Panathinaikos viene travolto con il risultato di 4-2. Una partita che vede il capitano Rodinei sugli scudi, autore di due assist fondamentali, e il bomber ucraino Yaremchuk che mette a segno una doppietta. Nonostante questa importante reazione, nelle due partite successive arrivano due sconfitte contro l’AEK nella semifinale di ritorno in coppa – il cui risultato era però già stato messo in cassaforte, visto il 6-0 dell’andata – e poi in campionato contro il PAOK a Salonicco. Tuttavia, i punti messi in tasca per tutta la stagione si fanno sentire nell’ultimo match, ancora con i gialloneri, di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo. Un vantaggio, come già preannunciato, che permette alla compagine del Pireo di sollevare un meritatissimo titolo.
Un trionfo che vede ancora decisivo El-Kaabi, attaccante capace di andare a segno ben 55 volte in 79 presenze con la maglia biancorossa. Un cerchio che si chiude, o che per lo meno continua la sua circonferenza, perché Mendilibar ha rinnovato il proprio contratto con il club per un altro anno. Una fiducia trasmessa ancor prima del ritorno degli ottavi di finale di Europa League, a risultato ormai compromesso nella doppia sfida. Un attestato di stima di Marinakis per il tecnico basco, che guiderà quindi l’Olympiacos ancora una volta alla ricerca di gioie in patria e all’estero.
Adesso c’è un’altra finale da giocare a maggio, quella di Coppa di Grecia contro l’OFI Creta. Ma i tifosi che hanno gioito del successo europeo di appena un anno fa continuano a crederci. Continuano a voler cavalcare le onde di un entusiasmo travolgente che in questo momento sta accompagnando il calcio greco. Un calcio che desidera crescere, svilupparsi e rinascere dalle proprie ceneri per dare anche speranza ad un popolo che negli ultimi anni è stato vittima – e lo è ancora – di una grave crisi economica. Gli occhi desiderosi di cambiamento non aspettano altro che una scintilla. Un motivo per scendere in piazza e sentirsi tutti fratelli, tutti parte di un rinnovamento e di un riscatto che passa anche attraverso le vittorie dello sport.