La Coppa dei Campioni del Golfo: dove il calcio di provincia arabo incontra il sogno internazionale.
Il 2024 è stato indubbiamente un anno di svolta per le competizioni internazionali per club. Lo è stato per l’Europa, con l’aggiunta di quattro squadre per ogni manifestazione e l’introduzione del nuovo formato a girone unico.
Ma lo è stato, forse, ancora di più per l’Asia, con l’AFC che, oltre ad aver seguito la stessa linea tracciata dalla UEFA (seppur mantenendo la suddivisione Est /Ovest), ha anche rinominato le due competizioni principali e istituito una terza, la AFC Challenge League.
I più appassionati notarono subito però la presenza di un’ulteriore competizione, nella Penisola Arabica.
Si tratta, anche in questo caso, di una novità introdotta nel 2024, che prende il nome di Gulf Club Champions League (in italiano, Coppa dei Campioni del Golfo).
Un torneo che cerca il rilancio
Rilanciato nove anni dopo l’ultima edizione, questo torneo mette a confronto i club dei paesi facenti parte della AGCFF (Arab Gulf Club Football Federation), un organo calcistico affiliato all’AFC. Non parliamo, dunque, di una novità assoluta. La manifestazione nacque, infatti, nel 1982, da un’iniziativa sportiva del Gulf Cooperation Council, all’interno del più ampio piano di rafforzamento dei legami e della cooperazione tra i paesi del Golfo Persico. Dopo ben 30 edizioni disputate tra il 1982 e il 2015 (non si giocò solo nel 1984, 2004 e 2010), l’organizzazione del torneo fu interrotta, inizialmente, a causa della sospensione del Kuwait dalla FIFA, e successivamente, per mancanza di sponsor.
Quasi un decennio dopo, precisamente nel maggio del 2024, l’AGCFF si prende l’impegno di far ripartire la competizione. Il tutto sulla scia degli stessi ideali di unione e reciproco rispetto che ne avevano ispirato l’istituzione, ormai più di quarant’anni prima.
Le novità della 31ª edizione sono molteplici, a partire dal nome della manifestazione. Non più un formale “GCC Club Cup” ma un più moderno e accattivante “AGCFF Gulf Club Champions League”.
Un altro importante cambiamento, rispetto alle edizioni passate, riguarda il numero di nazioni rappresentate. In precedenza, i paesi coinvolti erano solamente sei: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. Nella nuova versione del torneo prendono parte ben otto paesi: quelli sopra elencati, ai quali si aggiungono Iraq e Yemen, anche loro affiliati alla AGCFF.
Conseguentemente a quest’ultima novità, anche il numero di club partecipanti subisce un notevole ridimensionamento. Dalle dodici squadre delle edizioni precedenti, si passa a sole otto squadre, con una riduzione da due ad un unico rappresentante per nazione.
Per quanto riguarda i criteri di qualificazione, è necessario premettere che non è stata definita una norma ufficiale comune a tutte le federazioni. In linea generale, si può affermare che la selezione sia dettata dalla volontà di coinvolgere i club più meritevoli all’interno del proprio contesto nazionale, senza però tenere in considerazione quelli già qualificati alle competizioni internazionali organizzate dall’AFC.
Tradotto in chiave romantica, l’obiettivo di questa competizione è anche quello di offrire ai club meno prestigiosi del Golfo Persico un’opportunità per prendersi la scena. E guadagnarsi un nome in ambito internazionale.
Questo obiettivo lo si può evincere anche dal comunicato diramato dalla AGCFF a fine luglio 2024. Lì viene affermato che “le squadre partecipanti sono state nominate direttamente dalle federazioni affiliate”.
In definitiva: se da una parte, è vero che, per decretare i club partecipanti, viene considerata la più recente classifica dei rispettivi campionati domestici, è altrettanto vero che la decisione finale su chi debba prendere parte alla competizione spetta alla federazione calcistica di appartenenza.
Alla luce di queste considerazioni, per la 31ª edizione della Coppa dei Campioni del Golfo, vengono selezionate le seguenti squadre:
- Al-Ettifaq (Arabia Saudita) – 6ª classificata Saudi Pro League 2023/2024.
- Al-Riffa (Bahrain) – 2ª classificata Prima Lega Bahreinita 2023/2024.
- Al-Nasr Dubai (Emirati Arabi Uniti) – 6ª classificata UAE Pro League 2023/2024.
- Duhok (Iraq) – 6ª classificata Iraq Stars League 2023/2024 e vincitrice dello speciale play-off di qualificazione.
- Al-Qadsia (Kuwait) – 3ª classificata Zain Premier League 2023/2024.
- Dhofar (Oman) – 10ª classificata Omantel League 2023-2024.
- Al-Arabi (Qatar) – 5ª classificata Qatar Stars League 2023/2024.
- Al-Ahli Sanaa (Yemen) – 1ª classificata Campionato Yemenita 2023-2024.
Questi otto club vengono poi suddivisi in due gironi da quattro, a seguito di un sorteggio avvenuto a fine settembre 2024.
Fin da subito, l’andamento della fase a gironi lascia trasparire un copione chiaro, confermando un presentimento che aleggiava già da prima dell’inizio del torneo.
A prendere il comando dei rispettivi gruppi, infatti, sono le due squadre favorite. Al-Ettifaq e Al-Nasr sono quelle maggiormente attrezzate dal punto di vista economico e tecnico. D’altronde, disporre in rosa di giocatori del calibro di Georginio Wijnaldum e Moussa Dembélé da una parte, e Manolo Gabbiadini e Adel Taraabt dall’altra, finisce inevitabilmente per creare un gap qualitativo importante con il resto delle squadre partecipanti.
La fase a gironi si chiude, dunque, con la squadra emiratina e quella saudita saldamente in testa ai rispettivi gruppi. A completare il quadro della top four, sono il Duhok e il Qadsia, entrambe a quota 9 punti. La squadra del Kurdistan raggiunge la qualificazione grazie a una sorprendente serie di risultati utili: due vittorie contro l’Al-Ahli Sanaa, due pareggi contro il Dhofar e un pareggio e una sconfitta contro l’Al-Nasr.
Percorso molto simile per i kuwaitiani, che cadono solamente in una delle due partite contro l’Al-Ettifaq e si tolgono anche la soddisfazione di battere per 3-0 l’Al-Arabi di Marco Verratti.
Il tabellone delle semifinali recita dunque come segue: Al-Ettifaq vs Duhok e Al-Nasr Dubai vs Qadsia. Due sfide inedite, tra compagini provenienti da contesti calcistici (ed extra calcistici) molto diversi fra loro.
In entrambi i casi, il pronostico sembra chiaro, così come le previsioni per la finale, che vedono i sauditi e gli emiratini superare agilmente il rispettivo avversario per poi contendersi la coppa. Ovviamente, un’eventualità di questo tipo si discosterebbe, in un certo senso, dal fine più implicito di questa competizione, portando al trionfo uno dei club più potenti e influenti del panorama calcistico mediorientale.
Tuttavia, il mondo del calcio insegna che i pronostici esistono proprio per venire contraddetti, ribaltati. E così avviene, quasi miracolosamente, anche in questo caso.
Le semifinali d’andata, giocate in casa delle due squadre favorite, prendono una piega del tutto inaspettata, terminando entrambe con il risultato di 0-1. Sia Duhok che Qadsia riescono ad imporsi fuori dalle mure amiche, ma rimandano i festeggiamenti alla partita di ritorno, consapevoli di poter portare a termine un’impresa che sembrava impensabile ad inizio torneo.
Una settimana dopo, arriva finalmente il momento di celebrare.
I gialloblù iracheni riescono infatti a resistere ai colpi di Wijnaldum e compagni per più di novanta minuti, segnando addirittura il gol della vittoria nel recupero. Per il “Yellow Castle“, il match di Kuwait City si complica fin da subito. L’Al-Nasr in nemmeno un’ora di gioco, si porta sullo 0-2 e capovolge il risultato dell’andata. A risolvere la situazione per la squadra di casa, però, ci pensa l’eterno capitano Bader Al Mutawa. L’attaccante classe ‘85 è il secondo giocatore in assoluto per numero di presenze con la maglia di una nazionale, dopo un certo Cristiano Ronaldo. Grazie al gol provvidenziale della leggenda del calcio kuwaitiano, il Qadsia porta la partita ai calci di rigore, dove si compie definitivamente il miracolo: due errori dal dischetto per il Qadsia, tre per l’Al-Nasr.
Contro ogni previsione e statistica, il Duhok e il Qadsia eliminano l’Al-Ettifaq e l’Al-Nasr, e si qualificano alla finale di Gulf Club Champions League.
La finale premia il Duhok
Si tratta, anche in questo caso, di una prima volta. I due club, infatti, non si erano mai sfidati tra di loro in passato. In generale, gli incontri tra una squadra kuwaitiana e una irachena si potevano contare sul palmo di una mano. D’altronde, le condizioni favorevoli non erano di certo all’ordine del giorno, considerando anche l’aspra rivalità che, da sempre, esiste tra questi due paesi, non solo sul piano calcistico. Come accaduto nelle semifinali, anche per la finale è prevista la modalità della doppia sfida di andata e ritorno.
La prima manche, giocata in casa del Qadsia, non riserva particolare spettacolo. Le due squadre, consapevoli del percorso fatto fino a quel momento, lasciano prevalere il timore per l’avversario sulla voglia di imporre il proprio gioco. Risultato: 0-0. Tutto rimandato alla gara di ritorno.
In Iraq, complice anche l’atmosfera carica di tensione, il copione non sembra cambiare, con il primo tempo che termina sempre a reti inviolate. Nella seconda metà, però, gli animi in campo si scaldano. Superata l’ora di gioco, il tabellino si aggiorna due volte in pochi minuti, cambiando nella forma ma non nella sostanza: un gol per parte e 1-1. Proprio quando sembra che non ci sia altro scenario possibile al di fuori dei tempi supplementari, però, arriva il 2-1 dei padroni di casa, che manda in visibilio l’intero stadio.
Il Duhok, che non alzava un trofeo da quindici anni, che mai aveva trionfato in una competizione internazionale, vince la Coppa dei Campioni del Golfo 2024/25. La squadra di una città di poco più di 300.000 abitanti, situata a oltre mille chilometri dal Golfo Persico, in una delle zone geopoliticamente più controverse e dibattute della storia recente, viene incoronata regina del calcio arabo.
Da una parte, il sogno di un intero popolo che si avvera, a coronamento di una cavalcata degna dei migliori racconti epici. Dall’altra, un progetto che centra in pieno i suoi obiettivi, incluso quello non dichiarato, ma non per questo meno importante, di regalare ambizioni e prospettive internazionali alla “provincia” mediorientale.
“Il torneo è stato testimone di alti livelli tecnici e di un’entusiasmante competizione tra i club partecipanti. Siamo soddisfatti dei successi organizzativi e tecnici raggiunti, per questo continueremo a lavorare per sviluppare il torneo in modo che rifletta le ambizioni del calcio del Golfo.”
Jassim Sultan Al-Rumaihi
Le dichiarazioni del segretario generale della AGCFF fanno inoltre ben sperare per un prosieguo proficuo e duraturo della Coppa dei Campioni del Golfo.
Un modo migliore per inaugurare questo nuovo ciclo, probabilmente, non esisteva. Anzi, forse c’era proprio bisogno di un epilogo del genere, per cogliere e apprezzare a pieno il reale valore di questa iniziativa.
In un’epoca in cui il calcio è sempre più influenzato dal potere economico e politico, la Coppa dei Campioni del Golfo ci ricorda che anche le stelle più piccole, ogni tanto, sanno brillare luminose. Basta, semplicemente, dargliene l’occasione.
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Immagine di copertina realizzata da Fabrizio Fasolino