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Cosa ci lascia la Premier League 19/20

È giunta alla conclusione un’edizione della Premier League che non ha eguali nella sua storia. Tante novità, tantissimi eventi unici, grandi ritorni e delusioni: cosa ci lascia la Premier League 2019/2020?

Vincitori …

Il Liverpool finalmente ce l’ha fatta. Dopo 30 anni è di nuovo campione dell’Inghilterra. Per i Reds è addirittura la prima Premier League messa in bacheca. Sì, perché l’ultimo titolo risale appunto alla stagione 1989/1990 e la nascita della Premier, in sostituzione della First Division, è datata 1992. Un tabù sfatato grazie al calcio heavy-metal di Jürgen Klopp, vero direttore d’orchestra nella città dei Beatles. Il tecnico di Stoccarda ha creato una macchina perfetta, dove ciascun interprete è valorizzato e portato ad esprimersi al massimo. È impossibile trovare un volto più adatto del tedesco per rappresentare il successo del Liverpool in Europa e, finalmente, in patria in questi ultimi anni.

Anche perché quasi ogni giocatore, nel complesso, è risultato decisivo per il trionfo. In difesa Van Dijk si è confermato come uno dei migliori difensori del mondo, coperto alle spalle da un Alisson che ha cancellato l’ultimo punto debole nello scacchiere tattico di Klopp. In attacco, il trio delle meraviglie Salah-Firmino-Mané ha fruttato la bellezza di 46 goal su 85 totali, grazie anche all’apporto dei terzini Alexander-Arnold e Robertson che hanno fornito ai compagni ben 25 assist in due. Non bisogna dimenticare il centrocampo, vero collante della squadra: Fabinho ha garantito equilibrio e stabilità, così come Wijnaldum; tanta qualità l’hanno apportata Naby Keïta e James Milner, ma su tutti sicuramente si è imposta durante tutto l’anno la figura del capitano e idolo di Anfield Jordan Henderson. Il titolo quest’anno è stato davvero meritato.

… e vinti

Miglior attacco con 102 goal realizzati, seconda miglior difesa dietro solamente al Liverpool, ma ben 18 punti di distacco dai nuovi campioni d’Inghilterra. La Premier League ha un nuovo re: il titolo si è spostato nel Merseyside dopo un biennio a Manchester, sponda Sky Blues. Il Manchester City è il grande sconfitto di questo campionato. Una stagione travagliata quella dei Citizens, condizionata pesantemente dal verdetto legato al fair play finanziario (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Tra tante polemiche, è arrivata una vittoria per la squadra di Guardiola: il posto in Champions è assicurato per la prossima stagione; si può, perciò, pianificare l’assalto al titolo nel 2021, affinché il secondo posto di quest’anno rappresenti solamente un’eccezione e non la norma. Tanti addii eccellenti in questo finale di stagione: Leroy Sané è andato al Bayern Monaco dopo un lungo corteggiamento dei bavaresi, mentre David Silva non ha rinnovato. In preparazione qualche grande colpo di mercato in attacco, alla faccia del FPF.

La lotta per l’Europa

In Champions League ci andranno pure il Chelsea e il Manchester United. Frank Lampard si è dimostrato un allenatore che può competere già ad alti livelli. La leggenda dei Blues ha saputo investire saggiamente sull’eccellente settore giovanile del club londinese, lanciando giovani come Fikayo Tomori e Mason Mount. Menzion d’onore per Tammy Abraham, al primo anno in una grande come il Chelsea, e, soprattutto, Christian Pulisic, che a sprazzi ha ricordato, per movenze e abilità tecniche, un Hazard ancora non dimenticato a Stamford Bridge. E il meglio deve ancora venire: per la prossima stagione già sono arrivati Hakim Ziyech dall’Ajax e Timo Werner dal RB Leipzig. In attesa eventualmente di Kai Havertz, il Chelsea si candida ad un ruolo di primissimo piano nella Premier League che verrà.

Alla fine il Manchester United ha avuto la meglio nello scontro diretto sul Leicester di Brendan Rodgers. Solskjaer ha saputo, tra mille difficoltà, creare un gruppo giovane e coeso. Quest’anno Rashford e Martial sono rinati, mentre è esploso il fulgido talento di Mason Greenwood, ennesimo grande crack del calcio d’oltremanica. Ma il vero trascinatore è stato il portoghese Bruno Fernandes. Prelevato a gennaio dallo Sporting Lisbona per 55 milioni, ha contribuito a più della metà delle reti dei Red Devils in questo anomalo finale di stagione, per effetto di 8 goal e 7 assist in appena 14 partite.

È stato un verdetto troppo duro per il Leicester, che avrebbe meritato la Champions League per quanto ha mostrato nella prima parte di stagione. Nella seconda metà, invece, è arrivato un inesorabile crollo e il quinto posto finale, valido solamente per l’Europa League. Magro premio di consolazione per Jamie Vardy: è lui il capocannoniere del campionato con 23 centri a 33 anni d’età, il più vecchio Golden Boot del campionato inglese dal 1946.

Le sorprese della Premier League

Tanti sarebbero i candidati al premio di rivelazione del campionato, ma pochi lo meriterebbero più di Danny Ings del Southampton. L’attaccante inglese ha chiuso al secondo posto della classifica cannonieri con 22 goal insieme ad Aubameyang. Dopo tanti infortuni e un feeling con il gol che sembrava smarrito, quest’anno Ings è stato il mattatore inaspettato dei Saints.

La squadra che ha maggiormente stupito è stata probabilmente lo Sheffield United di Chris Wilder. Vedere una neopromossa lottare fino alle ultime giornate per un posto in Europa League è cosa rara. Nell’arco della stagione ha vinto contro Arsenal, Tottenham, Wolverhampton, Chelsea, pareggiato anche con il Manchester United: una squadra che si è rivelata ostica per tutte, come certifica il nono posto finale. Dietro i Blades un’altra squadra sorprendente, ovvero il Burnley del buon Sean Dyche. Nick Pope ha realizzato ben 15 clean sheets, uno in meno rispetto ad Ederson del City, e reclama spazio per i prossimi Europei. Ben Mee e James Tarkowski si sono dimostrati spesso una coppia difensiva invalicabile, mentre Chris Wood, con i suoi 14 goal, ha fatto il suo sporco lavoro in attacco.

Sono quindici i giocatori che hanno giocato tutti i minuti a disposizione in stagione. Tra questi, tralasciando i portieri, spiccano Harry Maguire (Manchester United), George Baldock (Sheffield United), Conor Coady (Wolverhampton), Declan Rice (West Ham), James Tarkowski (Burnley), Virgil Van Dijk (Liverpool) e James Ward-Prowse (Southampton). Non sono una sorpresa gli assist di Kevin De Bruyne: con il 20esimo della stagione ha eguagliato il primato di Thierry Henry.

Le delusioni della Premier League

Le due del Nord di Londra sono le vere realtà uscite ridimensionate da questa Premier League. Il Tottenham conquista l’Europa League grazie ad un Harry Kane in grande forma nel rush finale, ma ci si aspettava di ritrovare la finalista dell’ultima edizione della Champions League almeno nella fase a gironi. L’esonero di Pochettino ha chiuso un’era, l’arrivo di José Mourinho non è bastato a raddrizzare definitivamente la stagione degli Spurs. Troppo poco tempo è stato concesso al tecnico lusitano per vedere la sua mano su una squadra giunta, dopo la scorsa stagione, a fine ciclo e che ha risentito di un mercato estivo fermo in entrata.

Ancora più complicata è stata la vita per l’Arsenal, che dovrà vincere la FA Cup contro il Chelsea per trovare un posto in Europa. O doppia gioia o sconfitta inconsolabile. Mikel Arteta è subentrato in una stagione sfortunatissima alla guida di una squadra in crisi. In uno scenario da incubo l’allenatore basco ha però mostrato alcuni aspetti positivi da cui ripartire nella prossima Premier League. Stagione 2020/21 che non vedrà tra le fila dei Gunners, con molta probabilità, Mattéo Guendouzi e David Luiz, che in stagione ha concesso ben 5 rigori per colpa dei suoi falli.

A livello di cartellini, però, il brasiliano è stato superato da Luka Milivojević. L’anno scorso il serbo ha realizzato in Premier ben 12 reti, lo stesso numero di cartellini gialli visti questa stagione. Avrebbe potuto fare di più Carlo Ancelotti all’Everton? Probabilmente sì, ma sarebbe stato comunque estremamente complicato raggiungere l’Europa League. Per la prima volta in carriera il tecnico di Reggiolo comincerà la stagione senza Europa nel calendario.

Grandi delusioni versione lotta salvezza

Salvezza centrata per l’Aston Villa di Trezeguet e della stella Jack Grealish, anche se sicuramente una salvezza così turbolenta si sarebbe dovuta evitare alla luce degli oltre 100 milioni spesi dai Villans sul mercato. Stagione da dimenticare, senza alcun dubbio, per le tre retrocesse. Il Bournemouth di Eddie Howe retrocede in Championship dopo 5 anni nella massima serie e dopo un avvio di stagione estremamente convincente. Agli inizi di novembre il club stazionava al sesto posto dopo una prestigiosa vittoria sul Manchester United; già a fine gennaio era sprofondato in classifica, dopo un filotto di 10 sconfitte in 13 partite. Male anche il Watford e soprattutto il Norwich di Daniel Farke: per i canarini la peggiore stagione di sempre in Premier League, nonostante alcune note positive, come Teemu Pukki, Todd Cantwell ed Emiliano Buendía.

Si conclude così un’edizione della Premier League unica nella sua storia. Per la prossima stagione sono tante le aspettative: difficilmente il campionato più seguito del mondo potrà tradirle.


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Fonte copertina: morungexpress.com

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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