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Aubameyang: l’arte della velocità

Il più veloce di tutti in campo. Da pochi giorni, anche un velocista per quanto riguarda i record affissi in bacheca.
Aubameyang ha segnato 50 gol in Premier League con la maglia dell’Arsenal in sole 79 partite. Meglio di Ian Wright (87) meglio anche di Sua Maestà Thierry Henry, che aveva impiegato 83 match per raggiungere tale cifra.

Soltanto la punta dell’iceberg dell’impatto che ha avuto l’ex Milan, Saint Etienne e BVB in Inghilterra. Con la rete messa a segno ieri sera nei confronti del Leicester, è diventato l’unico giocatore dell’Arsenal, al pari di Henry, in grado di segnare 20 o più reti per due stagioni di fila in Premier League. Numeri pazzeschi, frutto del talento di un attaccante moderno, completo in ogni caratteristica. Devastante in campo aperto e spietato sotto porta. Un ragazzo che, in poco più di due anni, nel silenzio ha riscritto alcune pagine di storia di uno dei club più importanti oltremanica.

L’ultimo fra i primi

Il gabonese classe 1988 è stato l’ultimo acquisto della ultraventennale era Wenger nel Nord di Londra. Furono 64 i milioni sborsati il 31 Gennaio del 2018 nelle casse del Borussia Dortmund, somma che lo proiettò al primo posto nella classifica virtuale dei giocatori più pagati nella storia della parte bianco rossa della capitale londinese, prima di essere “superato” da Pépé, acquistato per ben 80 milioni dal Lille la scorsa estate.
A convincere ci mise pochissimo. Nemmeno il tempo di approdare a Londra che, quattro giorni dopo, in occasione della sfida interna contro l‘Everton, segnò la prima rete in Premier con la maglia dei Gunners, contribuendo al 5-1 finale nei confronti dei Toffes. Saranno 10 le reti nelle prima 14 partite con l’Arsenal. Un impatto incredibile. Una splendida eccezione per il tecnico alsaziano:

“Molto spesso chi arriva in Premier League da un altro campionato ci mette minimo 6 mesi per ambientarsi. Aubameyang non ha risentito per niente questo passaggio. È un giocatore straordinario.”

Arsene Wenger

La stagione da capocannoniere

La stagione 2018/2019 si aprì con il cambio in panchina e l’avvento di Unai Emery. Pierre-Emerick non perse assolutamente il vizio del gol, bensì continuò a fare quello che gli riusciva meglio: segnare a raffica mantenendo medie realizzative da capogiro. Nel 4-2-3-1 dello spagnolo è stato alternato spesso tra il ruolo di esterno e quello di punta centrale. Punto di riferimento o freccia infuocata da scoccare in campo aperto. Un’assoluta certezza. Nella stagione conclusa con la finale di Europa League persa malamente a Baku contro il Chelsea, ci fu la soddisfazione di alzare al cielo la Scarpa d’Oro del massimo campionato inglese, grazie ai 22 centri in 36 partite, un premio condiviso a pari merito con Momo Salah e Sadio Manè, andando a comporre un podio tutto di marchio africano.

Capitano silenzioso

Nell’ultima stagione, sempre con Unai Emery in panchina, Aubameyang è diventato ufficialmente capitano dell’Arsenal. Il 5 Novembre 2019, in seguito alla pesante sfuriata di Granit Xhaka nei confronti dei propri tifosi durante il match di Premier League contro il Crystal Palace, il tecnico basco decise di declassare lo svizzero dai gradi di capitano, passando il testimone al gabonese.
Una guida silenziosa. Più leader tecnico che morale. Scherzoso ed irriverente fuori dal campo, punto fermo sul rettangolo verde. Velocità. Gol. Prestazioni sempre sopra la media. Stella polare per i più giovani, granitico riferimento targato con il numero 14 per il mondo Gunners anche sotto Arteta.

Nonostante le 20 reti segnate fino ad ora, che lo vedono secondo nella classifica capocannonieri dietro a Vardy, il futuro di Aubameyang non riesce ancora trovare conferma. Il rinnovo vacilla, la scadenza dal contratto, al contrario si fa sempre più vicina (estate del 2021).

“Per quanto riguarda la mia situazione contrattuale non c’è ancora niente di certo. Aspetto di parlare con il club. Ora sono solo concentrato sulle partite che ci rimangono da giocare. Stiamo lavorando bene, per il resto vedremo.”

Aubameyang nel post partita di Arsenal-Norwich 4-0 del 01/07/2020

Da diversi mesi molte voci lo vedono lontano dal Nord di Londra, con Barcellona ed Inter alla finestra, entrambe collegate dall’invisibile filo albiceleste di Lautaro Martinez. Se l’argentino dovesse approdare in Catalogna, i nerazzurri vedono nel gabonese l’identikit ideale per sostituire “El Toro”. Al contrario, se i blaugrana non dovessero bissare il colpo del classe ’97, punterebbero forte su Aubameyang come vice-Suarez.

Nonostante le solite infinite trattative, il presente ci offre uno degli attaccanti più in forma nell’era calcistica post lockdown. Un perenne sottovalutato, frantumatore di record e finalizzatore di classe mondiale. Pierre-Emerick Aubameyang. L’arte della velocità. L’arte del saper fare la differenza.


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Fonte immagine copertina: Profilo Instagram Aubameyang

Di Massimiliano Mirabeni

Collaboratore di Sottoporta da 2 anni e founder di Dribbling - Parola al Calcio.
Amo scrivere e parlare di calcio ad ogni ora del giorno, cercando nel tempo libero di laurearmi in Chimica.
Sono nato ammirando l’Arsenal di Wenger e cresciuto nel segno del Barça di Pep Guardiola, ma il mio cuore apparterrà per sempre a Dimitar Berbatov.

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