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Africa: obiettivo Mondiale

Approfondire il meglio che l’Africa calcistica può offrire con gli spareggi validi per il Mondiale qatariota.

Manca un mese all’ultimo atto prima di Qatar 2022 e le dieci nazionali africane rimaste si affronteranno tra il 25 e il 29 marzo per stabilire chi prenderà parte al prossimo Mondiale. Con la Coppa d’Africa terminata ormai un mese fa, cerchiamo di conoscere meglio le squadre ancora in corsa. Quali ferite e quali convinzioni ha lasciato il torneo continentale? Quali sorprese possiamo aspettarci?

Ma non avremmo dovuto vederci mai più?

Egitto-Senegal e Mali-Tunisia sono le partite di cartello in questi spareggi. La prima è stata la finale della Coppa d’Africa, conclusasi con il trionfo ai rigori della Nazionale di Sadio Mané e Kalidou Koulibaly. Raggiunto il tetto del continente dopo anni di promesse non mantenute, il Senegal si presenta agli spareggi con la convinzione di aver raggiunto la piena maturità. Malgrado le iniziali difficoltà nell’esprimere un gioco fluido, dimostrate nei due 0-0 contro Malawi e Guinea e nello striminzito 1-0 sullo Zimbabwe, i ragazzi di mister Aliou Cissé sono cresciuti e sono riusciti a togliersi di dosso quel profumo tipico delle squadre “belle ma perdenti” con il primo trionfo nella storia della competizione.

L’Egitto di Momo Salah, invece, ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra coriacea, con discrete individualità e tanta personalità. I “Faraoni” hanno messo in mostra ottimi prospetti, come i difensori Mohamed Abdelmonem ed Ahmed El Fotouh, i due attaccanti Omar Marmoush e Mostafa Mohamed, oltre al sempre presente centrocampista dell’Arsenal Mohamed Elneny. Si tratta di una sfida equilibrata, che lascerà clamorosamente a casa uno tra Mané e Salah.

Rispetto alla partita vinta dai maliani 1-0 con il rigore di Ibrahima Koné il 12 gennaio, tra una ventina di giorni Tunisia e Mali daranno vita ad un incontro dal peso specifico nettamente superiore. Wahbi Khazri e compagni non possono fallire l’appuntamento con la sesta partecipazione ad un Mondiale. La pressione sarà differente e l’esperienza internazionale di alcuni calciatori giocherà un ruolo probabilmente fondamentale. Abitudine a giocare queste sfide che potrebbe essere il punto debole del Mali che non vorrà mancare l’occasione di fare la storia. La prima partecipazione ad un Mondiale passerà dalla tenuta mentale dei “big”, non pochi tra l’altro. Diadié Samassekou, Moussa Djenepo, Amadou Haidara e Moussa Doumbia sono solo alcuni dei calciatori che il ct Magassouba ha a disposizione e giocano tutti, malgrado la giovane età, da anni nei massimi campionati europei.

Occasioni di rinascita

Ghana-Nigeria e Camerun-Algeria sono due classiche del calcio africano e, ad oggi, rappresentano delle sfide tra nazionali deludenti e deluse. Le “Black Stars” hanno fallito clamorosamente l’appuntamento continentale dopo aver chiuso all’ultimo posto il proprio girone, perdendo 3-2 contro le Comore dell’attaccante della Stella Rossa Ben El Fardou e pareggiando contro il Gabon. Dopo l’eliminazione c’è stata tanta confusione da parte della Federazione, la quale ha esonerato il tecnico serbo Milovan Rajevac e ha trovato momentaneamente una soluzione di comodo affidando la panchina a Otto Addo. Non sono da escludere, comunque, ulteriori sorprese.

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Di questa gestione rivedibile potrebbe approfittarne la Nigeria, che in Coppa d’Africa non è andata oltre gli ottavi di finale malgrado disponesse di una delle rose migliori della rassegna. Dopo la vittoria all’esordio contro l’Egitto, sembrava che le “Super Eagles” potessero arrivare sul podio. Nelle partite successive, tuttavia, l’entusiasmo e le certezze hanno lasciato spazio ad un gioco sterile e alla inevitabile eliminazione per mano della Tunisia. Chi tra le due squadre fallirà la doppia sfida dovrà iniziare un percorso di rinnovamento in preparazione del prossimo grande appuntamento: la Coppa D’Africa 2023 in Costa d’Avorio.

Dopo aver trionfato nella Coppa Araba 2021, l’Algeria arrivava con i favori del pronostico, sicura di aver confermato i notevoli progressi dell’ultimo decennio. Invece, in un girone più che abbordabile, la Sierra Leone ha meritatamente pareggiato contro i campioni uscenti e la Guinea Equatoriale ha fermato a 35 l’incredibile striscia di partite consecutive senza sconfitte per gli algerini. Alla fine la Costa d’Avorio ha messo il timbro definitivo sull’eliminazione di Riyad Mahrez (deludente il suo torneo) e dei suoi compagni. La rosa delle “Volpi del deserto” è di prim’ordine e tutti i migliori giocatori continuano a disputare ottime prestazioni costantemente nei club di appartenenza. Le premesse sembrano essere pertanto incoraggianti, malgrado si avvicini un bivio cruciale: far tacere le voci che parlano di fine del ciclo oppure perdere e accettare la dura realtà dei fatti. L’avversario non è di certo facile, però.

Il Camerun si presenta in piena forma, con Vincent Aboubakar e Karl Toko Ekambi pronti a gonfiare la rete avversaria, mentre André Zambo Anguissa guida la fase difensiva, solitamente ordinata e precisa. Lo stato d’animo camerunese è decisamente migliore, anche senza la stella Choupo-Moting, che ha lasciato la Nazionale polemicamente per frizioni con l’ex ct Coinceçao. Il testimone è passato al nuovo selezionatore Rigobert Song, un uomo che conosce l’ambiente e che può dare la spinta mentale decisiva per conquistare il pass mondiale. Si vociferava che non fosse pronto a tornare in pista a questi livelli, ma è risultato decisivo l’impegno di Samuel Eto’o e, a quanto pare, del Presidente Paul Biya in persona. Camerun ed Algeria si equivalgono: sarà una partita destinata all’estro dei singoli e che condannerà a casa una protagonista del calcio africano.

Un serbo e un argentino

La gara più curiosa è probabilmente Repubblica Democratica del Congo-Marocco. Sulla carta sembra un clinic per i “Leoni dell’Atlante”; in realtà si tratta di una sfida che potrebbe nascondere delle sorprese. Il Marocco ha risolto i problemi con Hakim Ziyech, lasciato momentaneamente fuori dalle rotazioni, e si presenterà al gran completo. Il nuovo corso sta pian piano guadagnando i suoi spazi. Imrân Louza, Selim Amallah e Zakaria Aboukhlal rappresentano il futuro roseo che oggi rinforza la base solida composta da Achraf Hakimi, Yassine Bono ed Youssef En-Nesyri (ne abbiamo parlato qui). Il CT bosniaco Vahid Halilhodžić deve migliorare la fase di gestione della palla e mantenere alta la concentrazione dei suoi. Solo così la sfida con i congolesi non dovrebbe nascondere troppe insidie. Guai, però, a sottovalutare gli avversari.

Allenata dall’esperto argentino Hector Cuper, la squadra rosso-azzurra ha raggiunto questa fase vincendo lo scontro diretto casalingo nel girone eliminatorio contro il Benin, scavalcandolo in classifica all’ultima giornata. Nota importante: la Repubblica Democratica del Congo è l’unica Nazionale a non aver partecipato alla Coppa d’Africa. I calciatori hanno continuato regolarmente la stagione con i club e non si sono affaticati troppo. Al contempo, è probabile che possano risentire di problemi di affiatamento, al netto delle amichevoli disputate. Le frecce nella faretra congolese non sono poche, comunque. Vale la pena citare le punte Dieumerci Mbokani e Cédric Bakambu, i due Samuel, Bastien e Moutoussamy e i difensori Christian Luyindama e Chancel Mbemba. Sono tutti calciatori con una lunga esperienza in Europa; alcuni di loro giocano stabilmente anche nelle competizioni europee.

Repubblica Democratica del Congo Africa
Una foto della Nazionale della Repubblica Democratica del Congo (Fonte: pagina Twitter della CAF)

I punti deboli potrebbero essere l’inesperienza complessiva in questo genere di partite, la leggerezza che spesso accompagna le squadre subsahariane, ma soprattutto le assenze impreviste, come quella di Silas Katompa Mvumpa (ex Wamangituka, una storia stile “Eriberto-Luciano”) che non recupererà dall’infortunio in tempo per l’appuntamento. Il Mondiale manca dal 1974: all’epoca si parlava ancora di Zaire. Si tratta di un’occasione unica per riscrivere la storia.

Cinque partite che potranno raccontare tanto dei movimenti più importanti del calcio africano. Dieci squadre con percorsi preparatori diversi, aspettative alte e speranze a cui sono aggrappati i sempre festanti tifosi africani. Campioni che ammiriamo nei massimi campionati europei che potrebbero non partire per il Qatar e realtà meno abituate ai grandi palcoscenici, ad un passo dal sogno. Allenatori locali e allenatori stranieri, assenze dell’ultimo minuto. Gli ingredienti per raccontare e vivere delle partite emozionanti, secondo noi, ci sono tutti.


Immagine di copertina realizzata da PSM SPORT (base tratta dal sito www.saudigazette.com)

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