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Riforma delle Coppe Europee 2021: cambiamento e continuità

Riforma delle Coppe Europee 2021: un passo importante per il futuro dell’UEFA e per tutti i club interessati.

È partita la riforma delle Coppe Europee 2021. Con i preliminari di Champions League (CL), Europa League (EL), e da quest’anno Conference League (ECL) è cominciata una nuova annata di calcio europeo per club. È la prima stagione con tre coppe dopo ben 21 stagioni in cui ci siamo dovuti accontentare di due. Nel frattempo il calcio è cambiato a dismisura, diventando ancora più legato alla trasmissione delle partite in video, e ancora più globale.

Cercando di essere sintetici, cerchiamo mettere dei punti fermi su quello che cambia e quello che invece resta immutato con questa riforma.

Numeri e non solo

– NON CAMBIA il sistema delle qualificazioni ideato qualche anno fa, che separa nelle qualificazioni le squadre campioni con quelle piazzate. L’idea è di preservare le chances di chi ha vinto sul campo il proprio campionato, si tratti di un exploit temporaneo o di un’egemonia che dura da diverse stagioni.

– AUMENTA il numero di squadre nel tabellone principale costituito dalle fasi a gironi, da 80 (32 CL + 48 EL) a 96 squadre (32 CL + 32 EL + 32 ECL), grazie all’introduzione della terza coppa, e nonostante la cura dimagrante imposta all’Europa League.

– AUMENTA anche il numero di squadre nella fase a eliminazione diretta, che passano da 48 (16 CL + 32 EL) a 72 (16CL + 24EL + 24ECL).

– NON CAMBIA nella sostanza il numero globale delle partecipanti, contando i turni preliminari. Quest’anno sono 235 (70 CL + 19 EL + 136 ECL), l’anno scorso erano 237 (79 CL + 158 EL). Semplicemente è più facile qualificarsi a un girone di una delle tre coppe. Le partite di qualificazione sono invece un totale di 390 (62 CL + 36 EL + 282 ECL) mentre l’anno scorso erano 406 (92 CL + 314 EL). Un leggerissimo calo.

– AUMENTA la probabilità che le vincitrici dei campionati disputino la fase a gironi di una delle tre coppe. Quest’anno si qualificheranno 15 squadre campioni in CL, più 9 sicure in EL, altre 6 che possono finire in EL o in ECL, e 5 fisse in ECL, per un totale di 35. L’anno scorso erano sempre 15 in CL più 8 in EL, per un totale fisso di 23. La differenza è abissale. Si aumenta in questo modo la rappresentatività geografica delle coppe europee, coinvolgendo almeno 8 paesi in più nella fasi a gironi. È largamente l’aspetto più democratico della riforma.

– Ne consegue che per chi NON ha vinto il campionato, NON CAMBIA di molto la probabilità di qualificarsi a un girone. Se 35/54 campioni (65%) si qualificano, significa che delle altre se ne qualificano 61/181 (34%). L’anno scorso la probabilità era invece 57/183 (31%). Si conferma che la riforma serve soprattutto a mandare le vincitrici dei campionati a giocare i gironi.

La Coppa più ambita. (Fonte: Instagram Champions League)

– NON CAMBIA il numero di squadre automaticamente qualificate ai gironi di Champions. 26 erano e 26 rimangono, con solo 6 posti per qualificarsi (4 per i campioni e 2 per i non campioni). Ugualmente non cambia il travaso delle terze di Champions in EL, che viene anzi replicato per trasferire le terze di EL in ECL. Questi sono di gran lunga i due aspetti più problematici della struttura attuale delle coppe europee.

– AUMENTA l’importanza della vittoria del proprio girone in Europa League e Conference League. Fino all’anno scorso vincere il girone di Europa League garantiva la qualificazione ai sedicesimi, con il rischio di beccare una delle terze di Champions. Da quest’anno invece garantisce la qualificazione agli ottavi, mentre i sedicesimi si giocano solo tra le terze retrocesse e le seconde, a cascata.

– NON CAMBIA il discusso sistema di attribuzione delle teste di serie in Champions League, con la prima fascia che rimane appannaggio delle vincitrici dei campionati e delle coppe europee dell’anno precedente (quest’anno dei primi 7 campionati, visto che l’ottava è il Villarreal vincitore di Europa League).

– AUMENTA la probabilità che le partite finiscano ai tempi supplementari con la concomitante riforma dei gol in trasferta. Aumentano le partite a eliminazione diretta dopo i gironi (68 sfide su casa e trasferta, erano 44), e aumenta quindi anche la loro durata.

– Da ultimo NON CAMBIANO (se non di poco) i premi dell’Europa League. Sono quasi tutti immutati, con due eccezioni: la qualificazione al girone che passa da 2.9 a 3.6 milioni di €, e la semifinale che passa da 2.4 a 2.8 milioni di €. Ovviamente la ragione è da ricercare nel fatto che la torta va divisa con la Conference League.

Le due competizioni occupano le stesse date, con la maggior parte delle partite si disputa il giovedì e hanno QUASI gli stessi premi, eccetto per la finale, che vale 3 milioni (5 per il vincitore) in Conference e 4.6 (8.6) in Europa League. Per confronto, la finale di Champions vale 15 milioni di € per lo sconfitto e 19 per il vincitore (tutte le cifre sono senza contare i turni precedenti).

D’accordo con questa riforma delle Coppe Europee 2021?


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Fonte immagine di copertina: sportmediaset.mediaset.it

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