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Resto d'Europa

Il Santa Clara sbarca in Europa

Natura, identità, tradizione, progetti, aiuti sociali e calcio. Dalle Isole Azzorre all’Europa: il Santa Clara è una bella realtà.

Ahh, le Isole Azzorre! Un arcipelago di nove isole solitarie e meravigliose: un frammento di paradiso caduto nel mezzo dell’Oceano Atlantico, a circa 1400 chilometri dalle coste del Portogallo. Immensi prati, crateri di antichi vulcani, campi di lava e laghi cristallini. E poi lo scorrere di torrenti silenziosi, in prossimità dei vigneti che si aggrappano a fragili muretti per proteggersi dal mare. Una vegetazione rigogliosa è adagiata su rocce dalle mille sfumature di colore, con le famose ortensie che tingono i paesaggi mozzafiato dei pendii che declinano dolcemente verso alcune delle acque più trasparenti del mondo.

Uno scorcio di São Miguel (foto: concreteonlus.org)

Le tracce dell’intensa attività vulcanica del passato sono presenti ovunque nell’arcipelago. E non sono passate inosservate ai primi esploratori europei che, a partire dal 1400, vi si sono stabiliti. Un territorio così magico ed esotico tanto da richiamare alla mente la misteriosa Atlantide, sommersa dalle acque e rimasta solamente su queste isole. Non solo perle paesaggistiche e non solo una meta turistica, ma anche terra di calcio. Dalla stagione 2021/2022 infatti le Azzorre sbarcano nella lontana Europa, addentrandosi nella terza competizione d’élite del calcio continentale, dato che il Santa Clara si è qualificato per la nuova Conference League.

Santa Clara… Da dove?

Ponta Delgada è il capoluogo delle Isole Azzorre. Situata sull’isola di São Miguel, la più grande dell’arcipelago, è rinomata per la Fábrica de Chá Porto Formoso, la più antica piantagione di d’Europa, con oltre un secolo di storia alle spalle. A São Miguel si può percorrere la cosiddetta “strada del tè”, un sentiero circolare attraverso le piantagioni, che hanno trovato su quest’isola un clima favorevole per poter crescere. Qui le temperature sono miti durante tutto l’anno, con piogge abbondanti molto frequenti.

Lo hanno imparato per bene le squadre del campionato portoghese, recandosi su queste isole per affrontare il Santa Clara. Come quando, ad inizio gennaio, per la prima di campionato nel 2021 contro il Benfica, la partita è stata rinviata. Il motivo? Una forte pioggia torrenziale non ha dato scampo a nessuno. Così, il Santa Clara si è visto rinviare una partita casalinga a causa delle condizioni meteo per la seconda volta nel giro di un anno. Il giorno dopo, seppur con qualche inconveniente, le due squadre alla fine sono scese in campo.

E lì si è capito che il Santa Clara potesse fare bene in questa stagione. E non solo perché ha fermato sull’uno a uno il Benfica, squadra dal potenziale e dal budget nettamente superiori, creando anche più occasioni delle “Aquile di Lisbona“. La squadra di Daniel Ramos ha dimostrato personalità e coraggio, offrendo un calcio abbastanza propositivo, offensivo e non rinunciatario contro qualsiasi avversario. Senza paura. Risultare il quinto attacco del campionato dopo Porto, Benfica, Sporting Lisbona e Braga non è un caso.

Piccola storia del Santa Clara

Il Santa Clara nasce il 31 gennaio 1921 con l’intento di unire la storia di due “Santa Clara”: il Santa Clara Foot-Ball Club e il Clube Deportivo Santa Clara. Nel 1923 arriva il primo trofeo regionale; dal 1930 fino al 1937, quindi, un super filotto di vittorie consecutive nel campionato dell’arcipelago. In questo periodo diventa anche il primo club delle Azzorre a compiere delle trasferte in Europa per giocare delle amichevoli. Nel 1969, dopo aver conquistato la prima Coppa dei Campioni delle Azzorre, a Ponta Delgada inizia a maturare l’idea che si potesse sbarcare definitivamente nel Portogallo continentale. Dieci anni dopo il Santa Clara esordisce nella terza divisione del campionato nazionale di calcio lusitano. È l’inizio di una lunga cavalcata.

Non è facile per una realtà così isolata (in tutti i sensi) ritagliarsi un proprio spazio all’infuori dell’Azzorre. Contro la geografia, la tradizione e il blasone delle più grandi squadre del paese. La voglia di sorprendere e di portare avanti, con pazienza, un progetto a lungo termine ben curato hanno fatto sì che il Santa Clara arrivasse all’apice del calcio portoghese, dopo due promozioni consecutive a fine anni ’90.

Festa nelle Azzorre dopo la promozione del ’99 (fonte cdsamtaclara.com)

Sabato 21 agosto 1999 a São Miguel si fa la storia. Il Santa Clara diventa il primo club delle Azzorre a giocare nella massima serie portoghese. Senza sfigurare affatto, peraltro, dato che fermano sul 2-2 i futuri campioni dello Sporting Lisbona. Non basterà, tuttavia, per evitare l’amara retrocessione.

Il Santa Clara paga l’inesperienza, il battesimo del fuoco in un campionato tra i più ostici d’Europa contro realtà nettamente superiori a livello tecnico e finanziario. Degno rappresentante della sua terra, però, il Santa Clara ha appreso in fretta, si adatta e torna in Primeira l’anno successivo, riuscendo anche a salvarsi. Partecipa pure, date le rinunce, alla Coppa Intertoto 2002. L’andata del primo turno contro gli armeni dello Shirak, i quali, per raggiungere São Miguel, hanno percorso qualcosa come 7000 chilometri, ha qualcosa di storico. Mai una partita di una competizione UEFA si è giocata così lontano dal cuore dell’Europa, così ad Ovest rispetto al Vecchio Continente! Gli azzorrani, ormai quasi avvezzi alle imprese, superano il doppio confronto, ma al secondo turno subiscono un 9-1 complessivo dai cechi del Teplice.

Una stagione da ricordare

Dopo quasi 19 anni si torna in Europa, grazie ai meriti sportivi e senza alcuna vicenda extracalcistica a modificare la classifica. Una stagione incredibile per il Santa Clara, che dalla retrocessione del 2003 ha attraversato momenti altalenanti e poco stabili, anche finanziariamente. Nel 2015 Rui Miguel Melo Cordeiro non avrebbe mai pensato di travestirsi da mucca. Insieme al suo allenatore. Per la qualificazione in Europa della sua nuova squadra. Il presidente del Santa Clara non solo è riuscito a sanare il bilancio della squadra: ha ricostruito l’identità del club, portandolo a livelli di prestigio a livello nazionale mai raggiunti. In soli tre anni lo ha portato nuovamente in massima serie, dove di stagione in stagione il club ha riscritto i record di piazzamento in classifica e di punti. E ha mantenuto quella promessa.

Il pessimo finale di stagione del Vitoria Guimarães ha acceso le speranze di diverse squadre per la corsa al sesto posto, l’ultimo valido per le competizioni europee. All’ultima giornata è avvenuto il sorpasso, visto che il Vitoria perde in casa contro il Benfica. Il Santa Clara invece trova la terza vittoria consecutiva e strapazza 4-0 il Farense, condannandolo alla retrocessione. Grande merito, oltre che di Daniel Ramos, al miglior marcatore del club, l’ala Carlos Carvalho Junior. Pur essendo uno dei giocatori più bassi con i suoi 172 cm, il brasiliano ha letteralmente trascinato gli Os Açoreanos in stagione grazie ai suoi 15 centri e i 4 assist, in un crescendo di prestazioni eccellenti sul piano fisico e tecnico.

Il 25enne di Santa Luz non ha fatto rimpiangere la partenza dell’ex bomber Thiago Santana (7 centri in 9 partite), volato a gennaio in Giappone, allo Shimizu S-Pulse. Il riscatto di Carlos Carvalho dal Louletano DC, terza divisione portoghese, è stato il primo punto in agenda per la nuova stagione. Il secondo punto, invece, è cercare di trattenerlo: non sarà una missione affatto semplice. Altri grandi protagonisti della stagione sono stati il difensore centrale, nonché capitano, Fábio Cardoso, passato al Porto per poco più di 2 milioni. Da menzionare il fantasista ex Gremio Lincoln con il numero 10, e il centrocampista Hidemasa Morita, già nel giro della nazionale nipponica.

Attivi anche a livello sociale

La qualificazione è importante perché rappresenta un’occasione importante per spingere l’Europa a riscoprire uno dei suoi luoghi più esotici e periferici. Sarà interessante scoprire se il Santa Clara riuscirà a gestire ottimamente una stagione più lunga e pesante delle precedenti, le lunghe trasferte in luoghi discretamente lontani – chiedete ai giocatori dello Shirak di 22 anni fa – e la responsabilità di rappresentare uno movimento calcistico storico e in continua crescita.

Se non altro, l’avventura nella prima UEFA Conference League di sempre fornirà un pretesto a tanti tifosi per conoscere un club molto attivo non solo sul piano calcistico, ma anche in ambito sociale. Sin dalla sua fondazione, il Santa Clara ha assunto un carattere marcatamente democratico e rappresentativo dell’anima popolare della sua regione e della sua gente. La società, in linea con questa politica di sostegno al popolo delle Azzorre, mira a sostenere numerosi progetti per sostenere le fasce di popolazione più svantaggiate ed emarginate. Un vero punto di riferimento anche dopo il triplice fischio dell’arbitro.

Oltre a essere attivo in diverse iniziative sociali, quali raccolte di cibo per le famiglie in difficoltà, donazioni di materiali utili agli ospedali e la creazione di mense gratuite per i più poveri, il club ha avviato la campagna Golos Solidários. Per ogni rete realizzata, il Santa Clara versa circa 250 euro da donare ad associazioni e gruppi solidali, sia pubblici che privati. La Casa do Povo a Fajã de Baixo, l’Istituto per il Mantenimento dei Figli delle Azzorre, l’ONG MOVE o la Santa Casa da Misericórdia da Vila de São Sebastião sull’isola di Terceira sono solo alcuni enti che hanno beneficiato di questa campagna. Il club ha deciso anche di fare ulteriori donazioni anche in caso di porta inviolata.

Non lasciatevi ingannare da cifre che sembrano solo di primo acchito basse. Si tratta di un aiuto concreto e sincero. Per il club azzorrano, l’importanza mediatica creata dal calciopuò e deve essere utilizzata per promuovere l’uguaglianza, il rispetto, la cooperazione, con l’obiettivo maggiore di creare equilibrio in un mondo (purtroppo) pieno di disuguaglianze“. Come non rispettarli? Come non tifarli? Il Santa Clara spiega le vele al vento alla conquista dell’Europa…


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Fonte immagine di copertina: Twitter Santa Clara

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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