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Quel miracolo venuto da lontano del Casa Pia

La storia del Casa Pia è cominciata nel XVIII secolo ed ha seguito un sentiero peculiare nel panorama calcistico portoghese: quello di una squadra pioniera che è tornata ai fasti del tempo che fu.

Diogo Inacio de Pina Manique era un uomo di legge. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Coimbra e cresciuto in una famiglia molto cattolica, si trasferì a Lisbona per esercitare al meglio la professione. Scalò molte posizioni all’interno della gerarchia della Polizia cittadina e nazionale finchè, nel 1780, diventò Intendente Generale. Sfruttando questa posizione di potere, Pina Manique fondò la Real Casa Pia de Lisboa. Era il 3 luglio 1780. L’associazione venne creata allo scopo di raccogliere le persone ai margini della società, dando loro un’educazione e togliendole dai vicoli più malfamati di Lisbona. Ladri, mendicanti, prostitute ed altre tipologie di “indesiderati” furono affiancati da alte figure educative e culturali.

Particolare attenzione era anche destinata agli orfani della città, che ricevevano un’istruzione completa. Tra le materie, insegnate da precettori di grande fama in Portogallo: il francese, l’aritmetica, il design. Gli studenti più promettenti avevano poi la possibilità di proseguire gli studi in istituti prestigiosi come l’Accademia Navale o l’Accademia del Portogallo, dislocata a Roma. Inoltre, le officine di Casa Pia, situate nei pressi del Castello di São Jorge, offrivano una vera e propria formazione professionale. Uno strumento fondamentale per insegnare una professione e garantire dignità a chi usciva dai cancelli dell’associazione.

Le oche di Lisbona

Ai membri dell’associazione fu ben presto affibbiato un nomignolo: “Os Gansos”, le oche. La nascita del soprannome ha origine dai festeggiamenti per la ricorrenza del 3 Luglio. Durante le sfilate per l’anniversario della fondazione di Casa Pia, gli ospiti del centro camminavano per le strade cittadine con una divisa bianca e il collo ben dritto. Una postura che, ai cittadini di Lisbona, ricordava quella di un’oca.

Cento anni più tardi, le navi inglesi che commerciavano con i grandi centri portuali portoghesi portarono con loro un’altro tipo di mercanzia: il calcio. Era il 1893. Le città portuali furono le prime a sentire il bisogno di creare associazioni per giocare al futebol, e a Casa Pia una congregazione, in fondo, già esisteva. Gli ospiti della struttura di Manique furono tra i primi, in Portogallo, a dare calci al pallone e a sfidare le squadre di pionieri inglesi che affollavano le banchine del porto.

Una di queste formazioni, il Carcavelos Clube, subì la prima sconfitta della sua storia proprio per opera del Casa Pia. Era il 22 gennaio 1898, giorno di São Vicente, patrono di Lisbona. Il Casa Pia era all’epoca allenato da Pedro Guedes, professore di arte nell’associazione. Nel 1905, sarà il portiere che scenderà in campo nella prima partita della storia dello Sporting Lisbona. Nel 1920, Casa Pia decide di formalizzare la nascita della squadra di calcio. Nasce ufficialmente il Casa Pia Sporting Clube. Al centro dello stemma un’oca: da soprannome, era diventata un simbolo.

Il Casa Pia e il destino delle squadre pioniere

La neonata formazione di Lisbona ebbe la sua parte anche nella storia della nazionale portoghese. Nella prima partita giocata dal Portogallo, infatti, scesero in campo ben quattro elementi del Casa Pia. Il Portogallo perse per 3-1 contro i vicini di casa spagnoli, ma la strada ormai era tracciata. Chi si aspettava però che il Casa Pia potesse diventare una formazione di spicco del calcio lusitano sarebbe rimasto presto deluso.

Il carattere associativo della squadra e la mancanza di grandi risorse non consentivano di tenere il passo con le formazioni che man mano nascevano e proliferavano. Benfica, Porto, Sporting e tantissime altre società potevano contare su capitali ben diversi rispetto a quelli del Casa Pia. Le risorse economiche continuavano ad essere dirottate sulle attività formative dell’associazione. Fu così che, come spesso accade ai pionieri dello sport, il Casa Pia perse tutta la sua importanza a livello calcistico.

Dagli anni ’30 in avanti, il Casa Pia giocherà sempre e solo nelle serie minori portoghesi. Fece eccezione il campionato di Segunda Divisão del ’65-’66, che però terminerà con l’ultimo posto e l’immediata retrocessione. Dopo lunghissimi anni di campi polverosi e periferici, però, qualcosa era destinato a cambiare.

Il “Miracolo del Centenario”

La stagione 2018-2019 risulta infatti vincente per il Casa Pia. Nonostante alcune vicissitudini e una penalizzazione di 6 punti in classifica per la presenza in panchina di Ruben Amorim (sul quale abbiamo scommesso da subito), che lavorava come allenatore seppur sprovvisto di patentino, il Casa Pia raggiunge la finale dei playoff. Al timone della squadra, dopo l’addio di Amorim, c’è Luìs Loureiro. La partita, contro l’União Desportiva Vilafranquense, finisce ai rigori. Il Casa Pia vince e torna in Liga Portugal 2 dopo 43 anni di attesa.

Qui, però, iniziano le montagne russe. Tre cambi di allenatore non basteranno a scongiurare al Casa Pia l’ultimo posto in classifica. 11 punti in tutto il campionato non possono essere sufficienti per mantenere la categoria. Eppure il Casa Pia si salva. I conti in rosso del Vitória Setubal e del Desportivo das Aves condannano queste due formazioni alla retrocessione a tavolino, consegnando alle “Oche” di Lisbona un nuovo tentativo di giocare la seconda divisione portoghese. Un vero e proprio “Miracolo del Centenario”.

Un deus ex machina porta il Casa Pia in massima serie

A questo punto della storia si inserisce un investitore staniero. Si chiama Robert Platek e il calcio è il suo business. Nel 2020 era già proprietario del SønderjyskE, in Danimarca, e avrebbe presto messo le mani anche sullo Spezia, l’anno successivo. La decisione di acquistare il Casa Pia Futebol Clube coglie tutti di sorpresa. La trattativa è fulminea e Platek diventa presto il nuovo presidente.

Sotto il profilo sportivo, il Casa Pia sembra giovare dalla nuova struttura societaria. Il 2020-2021 è un anno tranquillo, che termina con una salvezza anticipata di diverse giornate. L’impensabile però succede nella stagione successiva. Gli investimenti di Platek portano il Casa Pia a lottare per la promozione diretta nella massima serie. Che arriva, incredibilmente. Dopo 83 anni di attesa, il Casa Pia è di nuovo nell’Olimpo del calcio portoghese.

La promozione arriva seguendo i dettami classici del MoneyBall alla Platek. L’età media della rosa è molto bassa. I giovani sono tantissimi, pronti a generare plusvalenze vitali per le casse societarie. Uno dei protagonisti della cavalcata trionfale porta un nome che non può essere casuale, in una squadra del genere. Viene dalla Nigeria, fa l’ala sinistra e si chiama Saviour Godwin. Un nome cattolico che forse di più non si può, in una squadra che nasce da un’associazione di carità cristiana. I suoi 10 gol e le sue giocate sulla fascia sono le chiavi per ottenere la promozione. Sotto la guida del tecnico 44enne Felipe Martins esplode anche il 21enne Jota Silva. I suoi 11 gol gli valgono, oltre alla promozione della squadra, la chiamata del Vitória de Guimarães.

Quale futuro per il Casa Pia

Il mercato estivo ha inevitabilmente cambiato faccia al Casa Pia. Ma la filosofia del MoneyBall classica di Platek è rimasta intatta. Si punta tanto sui talenti in rampa di lancio, affiancando loro alcune vecchie volpi del gioco. Il dittico di queste categorie è ben rappresentato dai due attaccanti centrali che hanno preso il posto di Jota Silva. Il titolare è il 33enne brasiliano Rafael Martins, arrivato a titolo gratuito dalla Moreirense. Dopo tanti anni passati tra Levante e Vitória de Guimarães, con un passaggio nel campionato cinese, Platek ha deciso di puntare su di lui. Alle sue spalle scalpita il 21enne Clayton, suo connazionale. Anche lui arrivato senza sborsare un euro, dal Vilanova di Goiàs. Sulla fascia sinistra, è rimasto a dispensare le sue giocate Saviour Godwin.

Le Oche di Lisbona sono partite fortissimo in campionato. Al momento della pausa per le nazionali di Settembre, occupano la sesta posizione in classifica. Un piazzamento che, se finisse oggi il campionato, significherebbe una clamorosa qualificazione europea. I 14 punti fin qui totalizzati dal Casa Pia sono frutto di una difesa granitica. Soltanto 3 le reti subite nei primi 7 incontri, che hanno portato in dote ben 4 vittorie e 2 pareggi. L’unica sconfitta stagionale fin qui è arrivata contro il Benfica, in un derby di Lisbona quasi dimenticato negli anni. Più di 20mila persone hanno assiepato quel giorno gli spalti dello stadio intitolato al fondatore dell’associazione, Pina Manique. Il Benfica è riuscito a portare i 3 punti a casa grazie al gol di Gonçalo Ramos, che è valso uno striminzito 1-0.

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La storia del Casa Pia in Liga Portugal è appena cominciata, a quanto pare. Nessuno sa quale sarà il futuro di questa piccola squadra della capitale, nata dalla costola di un’associazione di carità e ritrovatasi, dopo decenni, a combattere con le ricche potenze del Paese.

L’augurio, però, è quello di non perdere l’anima in favore dei risultati. Platek dovrà stare molto attento a saper combaciare l’aspetto sportivo con quello filosofico che ha guidato fin qui Os Gansos. Pina Manique, da qualche parte, sta sicuramente vigilando.


Immagine di copertina realizzata da PSM SPORT, base tratta da: calciospezia.it

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