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Perché solo la coppa in Liechtenstein?

Il Liechtenstein non ha un campionato, ma solo una coppa. Preparatevi a scoprire qualcosa di più sul football del Principato situato tra Austria e Svizzera.

Il Liechtenstein è la quarta nazione più piccola d’ Europa, potendo contare su circa 160 km/2 di superficie e una popolazione che si aggira intorno alle trentasettemila unità. San Marino, per rimanere nelle vicinanze, può contare all’incirca su trentatremila abitanti e, nonostante le piccole dimensioni, può contare su un campionato nazionale, mentre il Liechtenstein no. Vi starete domandando il perché, giusto? Ebbene, dalle parti di Vaduz, la capitale, e dintorni, ci sono appena sette squadre registrate.

Svizzerati

Tutte le squadre del Liechtenstein giocano nelle serie inferiori del sistema della Football League svizzera, tranne l’FC Vaduz, che vagabonda tra prima e seconda divisione. Proprio il Fürstenverein è il club più titolato del paese, con quasi 50 Liechtensteiner Cup in bacheca.

La Liechtensteiner Cup può però regalare partite intriganti, dal clima molto familiare, e con alti conflitti d’interesse. Nel torneo infatti possono partecipare le riserve delle principali squadre di calcio. Squadra A, ma anche B e C. Inoltre la federazione locale ha deciso di permettere la partecipazione di squadre composte da giocatori stranieri di una nazione specifica, come lo Schaan Azzurri o il Triesen Español.

In tutto ciò può capitare che una squadra riserve avanzi il turno, mentre la prima no, come nella Liechtensteiner del Cup 2006/2007: il Triesenberg II arrivò fino ai quarti di finale, mentre il Triesenberg si fermò al primo turno contro la seconda squadra dell’USV Eschen/Mauren. L’anno prima invece la prima squadra del FC Schaan ebbe la meglio nello scontro diretto contro le sue riserve solo ai supplementari, con un pirotecnico 4-3 finale.

Chi vince la Coppa (non disputata nelle ultime due stagioni per via del Covid) ha il diritto di disputare il secondo turno di Conference League. Questo va a sostituire l’accesso ai preliminari di Europa League, mentre, fino agli anni Novanta, la squadra in questione partecipava all’iconica Coppa delle Coppe.

Dunque niente Champions League, neanche se uno dei club del Liechtenstein facesse l’impresa del millennio. Infatti, se un club del Principato dovesse mai vincere la Super League elvetica, non potrebbe partecipare alla Champions (andrebbe la seconda qualificata), in quanto sono dei “club ospiti” nel campionato svizzero. Dunque a determinare l’accesso alle competizioni continentali, resta sempre per l’appunto la Liechtensteiner Cup.

Quanto è bella la Coppa del Liechtenstein

La Coppa del Liechtenstein si è disputata per la prima volta nel 1946, e sin da subito è prevalso il dominio del FC Vaduz. La troppa superiorità di quest’ultimi e la mancanza di competitività ha costretto le istituzioni ad escludere, nel 1963, il Vaduz dalla coppa. Nel 1966 i “rossi del Liechtenstein” furono riammessi, ottenendo quasi sempre la vittoria finale. Il Vaduz ha più che quadruplicato le vittorie del secondo club più presente nell’albo d’oro, il Balzers, l’unico in doppia cifra (11). Tra il Triesen (8 vittorie) e lo Schaan (5) si posiziona invece l’USV Eschen/Mauren. La squadra dell’Unterland è l’unica ad aver battuto il Vaduz nel XXI secolo, ai rigori nel 2011/2012. A zero, con un record del 100% di finale perse, il Ruggell e il Triesenberg.

“È un trionfo che nessuno poteva aspettarsi dopo essere stato 2-0 e un uomo in meno”, ha detto il tecnico dell’Eschen/Mauren, il buon Uwe Wegmann (fonte: UEFA.com)

Curiosità finale: nel 1949 la finale tra i padroni di casa del Vaduz e il Triesen si dovette disputare due volte perché la prima si concluse con un pareggio (2-2) al termine dei tempi supplementari. Il regolamento non prevedeva i calci di rigore e allora fu necessaria una replica qualche giorno dopo, con il Vaduz (manco a dirlo) vincente 2-1 sul campo del Triesen. Un calcio piccolo piccolo, ma non per questo meno affascinante. Un football che supera il concetto stesso di nicchia, ma, non per questo futile motivo, risulta meno affascinante.


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Fonte foto di copertina: volksblatt.li

Di Luigi Della Penna

Classe 1996, mi definisco un cacciatore di storie e un mendicante di emozioni. Il calcio è vita, ma un'esistenza senza football non sarebbe la stessa cosa.

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