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Resto d'Europa

Mike Trésor è troppo bravo nel fare assist

Nel campionato belga brilla una nuova stella. La sua specialità? I passaggi vincenti

Il fallimento ai recenti Mondiali in Qatar ha contribuito in parte a spegnere i riflettori sul calcio belga, alle prese con una fase di rinnovamento dopo la fine della cosiddetta Generazione d’Oro, tanto bella quanto incapace di rivelarsi vincente. Eppure in questa situazione di passaggio tra un flusso generazionale e un altro, non mancano i prospetti interessanti, quelli capaci di ricreare subito hype e interesse intorno al movimento. Non solo nei principali campionati europei, ma anche e soprattutto nella lega nazionale. Un esempio? Mike Trésor, stella ventitreenne (classe 1999) del Genk, ala dal dribbling secco e irriducibile assistman.

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Percorso

Guardare oggi Mike Trésor in azione significa osservare un giocatore ormai completo, perfettamente strutturato sia dal punto di vista fisico che attitudinale, con una presenza costante in ogni momento della partita, tecnicamente e non. Per arrivare ad una struttura così consolidata c’è stato però bisogno di tempo, come nella natura delle cose, e di esperienze anche fallimentari, le quali hanno contribuito a forgiare lo spirito del ragazzo e a plasmarne l’identità calcistica. Il belga di origini burundesi ha dovuto compiere infatti un giro molto lungo – lontano anche dal Belgio – prima di trovare la sua collocazione ideale nel Genk, da sempre straordinaria culla di talenti, e diventare uno dei migliori giocatori del campionato.

Seppur sia strano da dire, infatti, da giovanissimo Trésor ha fatto fatica ad imporsi, arrivando nel 2018 a svincolarsi dal settore giovanile dell’Anderlecht per mancanza di spazio. Una delusione cocente per un ragazzo certamente dotato ma ancora troppo acerbo per dimostrare il suo talento. Un risvolto amaro parzialmente sanato solo a settembre, a mercato ormai chiuso, con la firma per il NEC Nijmegen, nella serie cadetta olandese. In un campionato adatto alle sue caratteristiche e in una squadra con meno pressioni rispetto all’Anderlecht, Trésor ritrova serenità e mostra buoni spunti, ma senza lasciare immaginare un impatto potenzialmente devastante sul medio-lungo periodo.

Così arriva il prestito al Willem II, in Eredivisie, dove invece comincia a sentirsi sempre più forte il profumo della svolta. Nell’anno dell’interruzione dei campionati dettata dal Covid e nella stagione successiva, Trésor si fa notare per le sue giocate di classe e per gli importanti numeri messi a referto (14 gol complessivi, 18 assist). Un biglietto da visita importante, che incuriosisce tutta Europa, ma che finisce per convincere il Genk. 3,5 milioni di euro è il costo dell’affare: un valore che, ad oggi, si è quantomeno quintuplicato.

Caratteristiche

In che modo Trésor è riuscito a fare breccia nel sistema di gioco del Genk? Come ha conquistato lo status di giocatore cardine, attirando le attenzioni degli addetti ai lavori? Il segreto sta probabilmente nella collocazione tattica, per cui i meriti sono da attribuire in parte a mister Vrancken. Dopo un primo anno non entusiasmante, infatti, con il nuovo tecnico il belga si è spostato definitivamente sull’out di sinistra, dove ha potuto liberare tutte le sue qualità migliori.

Buon portatore di palla, dotato di un dribbling secco ed efficace (4,34 tentativi a partita), Trésor è un calciatore forte con entrambi i piedi, soprattutto capace di offendere sfondando in velocità sulla fascia e rivelandosi pungente sia al cross che nei tagli dentro al campo. Le abilità atletiche rappresentano per lui un vero surplus se unite a quelle tecniche, in particolare al piede da regista, che gli permettono di essere clamorosamente letale in zona assist. Con 18 passaggi vincenti, l’ala del Genk è tra i migliori assistman d’Europa ed è nel 99° percentile per quanto riguarda passaggi chiave (2,95 a partita), assist realizzati (0,64 ogni 90’) e attesi (0,55).

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È in particolare questa sua straordinaria abilità nel trovare il passaggio vincente che colloca Trésor nella lista dei giocatori più interessanti dell’intero panorama europeo. Con l’eccellente media tenuta fin qui, infatti, il talentuoso esterno si colloca al 10° posto nella classifica del CIES degli assistman più incisivi d’Europa nell’ultimo anno, in una classifica – guidata ovviamente da De Bruyne – che valuta anche parametri di difficoltà legati al campionato di appartenenza. In più Trésor può ambire ad un record, quello dei 22 assist realizzati in una sola stagione di Jupiler Pro League, che resiste ormai dal 1999 e porta la firma di Branko Struprar, ex Genk.

Ambizioni

L’esplosione maturata nel corso dell’ultima stagione e certificata in particolare dal feeling con Onuachi – per una partnership offensiva tra le più spietate del continente – impone delle riflessioni sul futuro del calciatore, evidentemente pronto per salutare il Belgio e mettersi in gioco in una lega di maggiore appeal. Da questo punto di vista la futura convocazione in nazionale – dopo il corteggiamento dell’Olanda, ci si aspettava che Tedesco potesse convocarlo già a marzo – potrà offrirgli una vetrina ulteriore per farsi notare dai grandi club e soddisfare le sue ambizioni.

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Nei mesi passati si erano diffuse in maniera più o meno incontrollata voci relative all’interesse di alcuni top club, PSG e Barcellona su tutti, ma senza mai trovare conferme concrete. Eppure la sensazione è che il prossimo step di Trésor possa effettivamente portarlo in una squadra di alto livello, sebbene per la sua piena affermazione sia forse preferibile una tappa intermedia in un club di seconda fascia. Quel che è certo, ad ogni modo, è che nel calcio odierno, dove gli strappi, la prepotenza atletica e l’attitudine al dribbling rappresentano un fattore di prim’ordine, Trésor può trovare ampio margine per imporsi. A suon di assist, ovviamente.


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Di Domenico Abbondandolo

Nato nel 1996, collaboro per SportAvellino e PianetaMilan. Idealista convinto, credo in un calcio romantico e passionale. Nel tempo libero mi diverto a far dialogare Platone e Guardiola.

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