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Saranno Vincenti

Saranno Vincenti: Vincent Kompany

Una gloriosa carriera da giocatore, una promettente da allenatore. Vincent Kompany ha appena riportato il Burnley in Premier League e adesso vuole avere successo in questo campionato in queste nuove vesti.

La città di Bruxelles ha origini antichissime. I romani la chiamavano Brucsella, cioè “casa nella palude“, in quanto l’insediamento era circondato da una vasta distesa di acquitrini. Un’opera di bonifica attuata nel corso dei secoli ha stravolto l’urbanistica della città, alle cui porte è oggi presente un complesso sportivo in cui all’ingresso è presente un’enorme scritta: RSCA.

Questa sigla rappresenta l’Anderlecht, il club più vincente della nazione, che da anni possiede uno dei migliori settori giovanili del Vecchio Continente. All’inizio degli anni 2000, il suo fiore all’occhiello è un ragazzino di Uccle di origini congolesi: Vincent Jéan Mpoy Kompany. Un predestinato e un rivoluzionario nella concezione del ruolo del difensore centrale, sempre più vicina a quella odierna.

Sin dai primi anni di carriera, il classe 1986 si distingue anche per le sue eccellenti doti comunicative. Un leader già dai primi anni all’Anderlecht ma si consacra a Manchester, sponda City. Lui è uno dei pochi che ha visto dal vivo il passaggio di proprietà all’Abu Dhabi United Group, che ha trasformato i “Vicini rumorosi di Manchester” in una delle migliori corazzate del paese. Dal 2008 Vincent ha giocato 360 partite e ha siglato 20 reti, spesso decisive per la vittoria dei numerosi titoli. Il suo palmarès in Inghilterra cita: 4 Premier League, 4 League Cup, 2 FA Cup e 2 Community Shield. Ormai è una leggenda del club, ma le migliori storie d’amore hanno spesso una fine.

Il richiamo di mamma Anderlecht

Nell’estate del 2019 Kompany lascia il Manchester City a causa dei numerosi infortuni che hanno condizionato il suo fisico, ormai molto fragile. A 33 anni si pensa anche al futuro ma il passaggio su una panchina dev’essere graduale. E chi se non l’Anderlecht, club che ha cresciuto Vincent sin dalla tenera età, non poteva non intervenire offrendogli un contratto da allenatore-giocatore della prima squadra.

Il popolo dello Stade Constant-Vanden-Stock è in visibilio. I tifosi ricordano i momenti del nativo di Uccle in maglia viola e bianca, per altro anche vincenti con la vittoria di 2 Jupiler Pro League tra il 2003 e il 2006, con la speranza che questo nuovo periodo possa essere altrettanto trionfante per ritornare alla vittoria del campionato dopo tre anni di digiuno.

L’inizio di questa nuova avventura è un totale disastro. Due pareggi e due sconfitte nelle prime quattro partite di Pro League: è il peggior avvio dei Purple & White degli ultimi ventuno anni. Le difficoltà spingono Vincent a proseguire la stagione solo come calciatore, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo.

Forte di questa esperienza Kompany ritorna in panchina e i risultati sono decisamente migliori. Dopo l’ottavo posto dell’anno precedente, nei successivi due campionati la sua banda arriva rispettivamente quarta e terza ma manca la vittoria della Beker van Belgie nel 2021-22, con una sconfitta in finale contro il Gent. Sfortuna anche in Europa: il popolo dello Stade Constant-Vanden-Stock deve incassare la mancata qualificazione alla neonata Conference League dopo la sconfitta ai playoff contro il Vitesse.

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Nonostante l’assenza di trofei, i risultati sono molto promettenti. Kompany imprime una forte identità alla squadra. Il suo 4-2-3-1 garantisce equilibrio in fase difensiva, ma con la possibilità di dispiegare tutto il potenziale offensivo. Vincent fa anche un ottimo lavoro dal punto di vista finanziario, puntando massicciamente sulla valorizzazione dei giovani talenti provenienti dal vivaio. Jérémy Doku, Alexis Saelemaekers e Albert Sambi Lokonga sono solo alcuni dei talenti approdati in prima squadra dall’ex Manchester City e le cui cessioni hanno portato nelle casse dell’Anderlecht circa 52 milioni di euro. Sembrano esserci i migliori presupposti per una terza stagione vincente e invece…

Lancashire calling

Parafrasando una canzone dei The Clash, la chiamata del Burnely dello scorso giugno pone fine alla seconda avventura di Kompany all’Anderlecht e l’inizio di una nuova in Lancashire.

I Clarets&Blue sono freschi di retrocessione dalla Premier League e la società ha dato mandato a Vincent di rivoluzionare una squadra dopo il decennio guidato da Sean Dyche. Una sfida che il The Guardian ha definito effettivamente “estremamente complessa”. Il nativo di Uccle non dispone di importanti risorse finanziarie , visto che la società deve ripagare un prestito di 70 milioni di euro, né di un settore giovanile florido a cui attingere. Deve, inoltre, sostituire i 13 giocatori partenti, tra cui i colossi Nick Pope, James Tarkowski e Ben Mee, creando una squadra che sia da subito competitiva per ritornare in massima serie.

La Championship, che il Burnley ritorna a giocare dopo sei anni, è un campionato estremamente complesso e la mancanza di esperienza da parte dell’ex guida tecnica dell’Anderlecht potrebbe essere una grande lacuna. Vincent, però, non ha paura di questa sfida:

Non si può conoscere la Championship se non l’hai mai fatta. So che questo lavoro è orientato ai risultati, ma sono uno che impara molto in fretta. Credo che, dopo un periodo di iniziale adattamento, possiamo fare grandi cose“.

Kompany ai canali ufficiali del Burnley
Una sfida complessa, ma non impossibile per l’ex Manchester City(Fonte: Burnley – pagina Instagram)

Come con l’Anderlecht, la strategia di mercato di Kompany al Burnley è estremamente efficiente. Si punta su profili giovani, tutti under 26, motivati e consapevoli di avere una possibilità di giocare in Premier League la stagione successiva. Il tutto è un successo: ben 16 giocatori ingaggiati spendendo solamente 25 milioni di euro.

Determinanti i contatti che Vincent dispone tra Inghilterra, Belgio e Germania. Dal Manchester City, ad esempio, arrivano i fedelissimi Arijanet Muric e Taylor Harwood-Bellis, che ha allenato anche in Belgio. Arrivano in Lancashire da Bruxelles e dintorni il fedelissimo Josh Cullen, ex Anderlecht, e le funamboliche ali d’attacco Manuel Benson e Annass Zaroury, rispettivamente dal Royal Antwerp e dal RSC Charleroi . Jordan Beyer, invece, lascia provvisoriamente il Borussia Mönchengladbach per raggiungere la corte di Kompany.

Josh Cullen, pupillo di Vincent e metronomo di questo Burnley (fonte: Burnley – pagina Instagram)

Nonostante l’ottimo lavoro di ringiovanimento, con l’età media della squadra che scende da 28.8 anni a 24.9 anni, c’è pessimismo tra i tifosi. Preoccupa il pedigree di Kompany da allenatore, così come la massiccia opera di recruiting, in quanto buona parte dei giocatori ingaggiati sono alla loro prima esperienza nella seconda serie inglese. Pensieri che sono subito smentiti dalla prima giornata: l’Huddersfield, finalista degli scorsi playfoff, cade tra le mura amiche per 1-0. La rete, per altro, è stata realizzata da uno dei neoarrivati, l’olandese Ian Maatsen. La sua performance, così come quella dei suoi compagni, dimostra che sono già stati assimilati i principi tattici dell’ex allenatore dell’Anderlecht.

Le successive quattro partite sono avare di vittoria, con 3 pareggi e una sconfitta, ma dal 27 agosto le cose cambiano. Il 5-1 esterno contro il Wigan da vita ad un filotto positivo che prosegue ancora oggi: 24 vittorie, 9 pareggi e una sola sconfitta. Il Burnley è ormai una corazzata, in cui tutti gli interpreti riescono a preformare ad altissimi livelli. Non è un caso che dal mese di ottobre è in testa alla classifica di Championship, con un vantaggio siderale sulla zona playoff, con il miglior attacco e la miglior difesa. E con la vittoria per 2-1contro il Middlesbrough al Riverside Stadium, i Clarets&Blue hanno ottenuto la promozione in Premier League con 7 giornate d’anticipo.

Principi di Guardiolismo e non solo

Vincent Kompany ha portato in Lancashire un gioco spettacolare e dinamico dopo gli anni di Sean Dyche caratterizzati da un gioco estremamente difensivista e pragmatico. Le due visioni sono accomunate dal modulo di base: un 4-4-2 che, con il belga, si snoda in un 4-2-3-1.

Figlio calcistico di Roberto Mancini, Roberto Martinez e, soprattutto, di Pep Guardiola, la proposta dell’allenatore del Burnely risente delle influenze di queste guide. Si tratta, innanzitutto, di un gioco estremamente dispendioso sul piano atletico. Sin dal suo arrivo, Kompany ha lavorato su questo aspetto, effettuando sessioni di allenamento lunghissime e condite da report sui singoli giocatori. Inoltre, è un gioco di alto possesso palla. I Clarets hanno una media del 63% a partita, un radicale aumento rispetto al 42% dello scorso anno e al 48% dell’ultima stagione in Championship. Si tratta della seconda squadra che tiene di più il pallone nella seconda serie inglese e costruisce in maniera paziente e ragionata fin quando non si trovano spazi per attaccare gli avversari, spesso costretti a rintanarsi nella propria metà campo.

Un ruolo chiave è il portiere: è l’ultimo difendente ma è anche il primo attaccante. A lui le redini della prima costruzione, grazie alla sua ottima tecnica e al suo posizionamento, che consente di creare una linea a tre con i difensori centrali i quali possono allargarsi e trovare nuove linee di passaggio. Ad Arijanet Muric riesce benissimo. Il classe ’98 ha una precisione di passaggi pari all’80%, dato sale a 93% se facciamo riferimento alla propria metà campo. Senza dimenticare che è anche il miglior portiere del campionato: solo 29 reti subite in 36 partite.

Una soluzione, questa, che non potrebbe essere attuata senza la presenza di due difensori centrali altrettanto bravi palla al piede. L’inglese Taylor Harwood-Bellis, pupillo del nativo di Uccle, e il tedesco Jordan Beyer effettuano circa 70 passaggi per partita. Tra i due si è creata sin da subito un’ottima intesa, nonostante l’ex Gladbach sia arrivato solamente l’ultimo giorno della finestra di mercato estiva. Una delle ragioni può esser ricercata anche nelle comuni caratteristiche: entrambi alti 1,88 m, quindi molto fisici, ma anche altrettanto rapidi. A distinguersi è soprattutto l’ex Manchester City per la sua maturità nel guidare la difesa nonostante i soli 21 anni.

Questo consente ai due terzini di allargarsi e sfruttare tutto il campo. Il laterale destro, uno tra il gallese Connor Roberts e il brasiliano Vitinho, può così dialogare sia con la mezz’ala che con l’ala di riferimento, garantendo superiorità numerica sulla fascia. In termini di rendimento, complice anche l’esperienza, Roberts è per ora più redditizio rispetto al collega brasiliano. L’ex Swansea ha siglato 4 reti e 3 assist e da quest’anno è anche il vice capitano della squadra.

Sull’altra fascia, Ian Maatsen può sfruttare tutte le sue qualità offensive comportandosi come un’ala aggiuntiva. La sua tendenza ad accentrarsi crea imprevedibilità e le difese avversarie spesso non riescono a fermarlo anche a causa della sua grande velocità. Il ragazzo, cresciuto a Cobham, sta affrontando con grande personalità la Championsip nonostante i 20 anni: per ora sono 4 le reti siglate, condite da 6 assist, oltre ad una grande crescita a livello difensivo che lo rendono uno dei giocatori più interessanti del prossimo futuro.

Ian Maatsen, la freccia made in Cobham che sta esplodendo in Lancashire (fonte: pagina Twitter Maatsen)

Volendo usare il lessico economico, il centrocampo è il core business di questo Burnley. Josh Cullen, già allenato da Kompany in Belgio, è il metronomo. Il suo impeccabile posizionamento lo rende un giocatore affidabilissimo in fase di costruzione, che sia sul lungo che sul corto. Lui e il compagno di reparto Josh Brownhill sono anche i primi baluardi quando la squadra perde, in quelle pochissime volte, la sfera dettando i ritmi di un pressing ragionato che costringe l’avversario a perdere subito il pallone. A differenza di Cullen, però, Brownhill è anche un giocatore estremamente estroso. L’ex Brisol City ha spesso giocato anche da trequartista e partecipa attivamente all’azione e i suoi 6 gol e 8 assist sono una chiara dimostrazione.

Questi palloni sono smistati ad un reparto offensivo estremamente prolifico, il migliore della categoria. A capitanarlo c’è Jay Rodriguez: il 33enne è apprezzato dallo staff tecnico per le sue movenze da falso nueve, che favoriscono gli inserimenti imprevedibili dei trequartisti e/o delle ali. Lui e Ashley Barnes sono anche le due chiocce per i giovani Michael Obafemi e Lyle Forster, pronti a prendersi i Clarets sulle spalle già a partire dai prossimi mesi.

Sulla fascia sinistra agisce la mina vagante Annass Zaroury. Marocchino ma nato in Belgio, il classe 2000 si è fatto notare con la maglia dello Charleroi la scorsa stagione tanto da meritarsi il passaggio in estate in Lancashire per 4 milioni. Il suo stile di gioco si può racchiudere in una sola parola: imprevedibile. Giocando a piede invertito, il difensore avversario non conosce mai la sua mossa fin quado non la effettua e, ovviamente, lo supera. Ama allargarsi e dialogare con Ian Maatsen oppure tagliare centralmente ed essere l’uomo in più in area di rigore, ma entrambe le soluzioni hanno portato ai complessivi 7 gol e 4 assist in campionato. Deve solo rivedere la fase difensiva, talvolta un po’ raffazzonata, ma ha un grande potenziale. Fattore che è stato notato anche dal CT del Marocco Walid Regragui che ha convocato Annass nella trionfante spedizione in Qatar dello scorso novembre.

Imprevedibile, tecnico, estroso: ladies and gentlemen, Annass Zaroury (fonte: pagina Twitter Zaroury)

Sull’altro versante c’è un altro ragazzo proveniente dal campionato belga: Benson Manuel Hedilazio. Il classe ’97 è un altro ragazzo estremamente ccreativo, ma i suoi 166 centimetri d’altezza sono un aspetto penalizzante. Dopo un impatto incredibile, Manuel sta affrontando le difficoltà di un calcio estremamente intenso dal punto di vista agonistico come come quello inglese. Un aspetto su cui sta lavorando con il suo allenatore, così come in fase di non possesso. L’obiettivo di Kompany è quello di trasformarlo in un esterno già pronto in vista della Premier League, dove i compiti di copertura saranno sicuramente maggiori.

Alle spalle di Rodriguez c’è la stellina della squadra: il talentuoso Nathan Tella. Scuola Southampton, è sbarcato questa estate a Turf Moor in prestito per avere maggior minutaggio e sta ripagando tutte le aspettative. Il classe ’99 è innanzitutto un giocatore versatile, può giocare dappertutto in attacco, può fare persino il terzino destro ed è anche molto intelligente tatticamente. Una qualità che ha colpito subito Kompany: Nathan sa quando pressare, smistare il pallone al compagno e mettere il pallone in rete. Per ora il suo ruolino dice 17 reti, non poche per un’ ala che è diventata subito un beniamino dei tifosi. Queste sue doti si aggiungono al suo essere un velocista e una natura dribblomane come quella dei suoi compagni di reparto. Dopo aver frequentato in maniera saltuaria i campi di Premier League con i Saints, ora potrebbe ritrovarli con la maglia dei Clarets, questa volta da protagonista.

Umiltà, spirito d’insieme, attitudine

Il Burnley sinora descritto sembra una meravigliosa opera d’arte realizzata da Vicnent Kompany. Qual è il punto debole di questa squadra? La promozione in Premier League. A differenza della Championship, è impossibile avere un possesso palla così elevato e la sfida per il nativo di Uccle è quella di trovare una soluzione affinché il suo credo tattico non sia totalmente snaturato.

Per arrivare a questo obiettivo, il tecnico belga sarà molto esigente nei confronti dei suoi giocatori: devono essere umili, avere grande affiatamento e una spiccata attitudine al sacrificio e al lavoro. Parole che Vincent rimarca sempre durante i suoi discorsi alla squadra come dei principi biblici che, se non rispettati, possono anche comportare l’allontanamento dalla squadra.

Nonostante i suoi 39anni e al suo terzo anno da allenatore, Vincent Kompany ha le idee chiarissime e i media locali hanno già azzardato più di un paragone con Pep Guardiola. Solo con il tempo si scoprirà se il belga sarà l’erede del genio spagnolo, ma una cosa è certa: Vincet Kompany è uno degli allenatori più interessanti della nuova generazione.


Immagine di Copertina realizzata da PSM Sport, nostro mediapartner, clicca qui e visita il sito.

Base tratta dall’Instagram del Burnley

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Di Francesco Romeo

Napoletano, classe 2002. Studente di Scienze della Comunicazione e nel tempo libero parlo di sport, vista la mia incapacità a praticarli

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