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Thiago Alcantara: eleganza al potere

Uno dei tanti protagonisti della splendida cavalcata del Bayern Monaco in Champions League è senza dubbio il mago spagnolo. Thiago Alcantara in Portogallo ha illuminato gli occhi al mondo intero. Faro silenzioso del centrocampo bavarese che, nella Final Eight di Lisbona, ha deciso di salire ulteriormente in cattedra.

Traccianti da sogno, calma olimpica per eludere il pressing, giocate raffinate e una marea di invenzioni. Nelle sue vene scorre il sangue brasiliano, la carta d’identità parla italiano e il passaporto spagnolo. Un mix di culture impegnate a dar vita ad uno dei centrocampisti più entusiasmanti e, allo stesso tempo, più sottovalutati a livello europeo. Nato come mezz’ala d’inserimento nel Barcellona, col tempo si è specializzato in vari ruoli del centrocampo, tanto da non possedere una identità ben definita. Oggi l’abito del regista gli calza a pennello.

Der Schaffner

thiago alcantara san pietro vernotico
Thiago è nato in Italia, a San Pietro Vernotico
(Fonte immagine: Instagram)

Da Kovac a Flick. Il Bayern aveva cominciato questa stagione nel peggiore dei modi, tanto che ben pochi a Novembre avrebbero puntato su un finale tanto glorioso per il club di Monaco di Baviera. Il filo comune delle due gestioni è sempre lui, perennemente al centro del gioco. Nel 4-2-3-1 di Flick è “Der Schaffner”, il direttore di orchestra. Affiancato dal dinamismo di Goretzka, Thiago Alcantara ha il compito di dare il ritmo alla propria squadra. Accelera quando il Bayern necessita di accelerare, preme il freno quando serve. La statistica che lascia a bocca aperta è il 92% di passaggi riusciti nella finale di Champions League.

Quando cervello e scarpetta si connettono esiste il minimo margine di errore, e l’eleganza si trasforma nello strumento primario per il raggiungimento dell’efficacia. Perché sì, i nostri occhi saranno stati continuamente rapiti dagli inserimenti di Müller, dai gol di Lewandowski, dalla velocità supersonica di Davies o dalle fiammate di Gnabry, ma il cuore di ogni appassionato, soprattutto chi riesce a spostare l’occhio oltre l’apparenza, batte per il numero 6.

Il cocco di Pep

A distanza di anni potremmo parlare di una sorta di rivincita. Nell’immaginario collettivo, per molto tempo, Thiago Alcantara è stato visto spesso come il “cocco di Pep Guardiola”.

Allievo prediletto, fatto sbocciare a Barcellona in tenera età e portato a Monaco di Baviera non appena il tecnico catalano fece le valigie per la Germania. Un elemento che in alcuni casi tendeva a sottostimare il valore del giocatore. Dopo alcuni alti e bassi, Thiago ha risposto con la parola più potente del mondo sportivo: quella del campo. Al diavolo i continui rumors direzione Manchester, Thiago Alcantara è arte calcistica allo stato puro.

Addio Monaco

“Thiago ha giocato con il Barcellona e con il Bayern Monaco, adesso vuole una nuova avventura e secondo me potrebbe essere in Premier League. È un giocatore molto importante, dobbiamo rimpiazzarlo con un giocatore della stessa qualità”.

Hans Flick

Il futuro oramai non è più un mistero. Dopo 7 anni in Baviera, Thiago Alcantara dirà ufficialmente addio ai colori rossi del Bayern. Ad attenderlo, con alta probabilità, un’altra divisa dotata della stessa variante cromatica. Klopp lo vuole da tempo, sa che è l’elemento giusto per dare continuità al suo progetto Reds, in grado di aumentare la qualità a centrocampo ed essere il primo rifornimento per il tridente composto da Mané-Firmino-Salah. Se la trattativa dovesse andare in porto per “soli” 30 milioni di euro, a quel punto, potremmo parlare di un vero e proprio capolavoro del calciomercato.

Comunque vada, che sia in Germania, Inghilterra o in qualsiasi altro top campionato, l’importante è vederlo all’opera al centro del campo. Libero spartito al mago spagnolo. Thiago Alcantara: eleganza al potere.


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Fonte immagine di copertina: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:UEFA_EURO_qualifiers_Sweden_vs_Spain_20191015_Thiago_Alcantara_13.jpg

Fonte: Opera propria Autore: Rolandhino1

Di Massimiliano Mirabeni

Collaboratore di Sottoporta da 2 anni e founder di Dribbling - Parola al Calcio.
Amo scrivere e parlare di calcio ad ogni ora del giorno, cercando nel tempo libero di laurearmi in Chimica.
Sono nato ammirando l’Arsenal di Wenger e cresciuto nel segno del Barça di Pep Guardiola, ma il mio cuore apparterrà per sempre a Dimitar Berbatov.

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