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Attenzione a… Anayo Iwuala

Alla scoperta di Anayo Iwuala, il “Super Eagles ace”, uno dei pochissimi promettenti calciatori africani ancora non emigrati in Europa.

Ebi Egbe è stato uno dei più noti intermediari di calciatori nigeriani, ma oggi ha cambiato vita e ha fondato una compagnia che si occupa della costruzione e del mantenimento di impianti sportivi.

“Ho lasciato perdere il lavoro di agente perchè i giocatori nigeriani sono molto complicati da gestire. Difficilmente ti dicono la verità. Si presentano con cinque passaporti internazionali, non ti rivelano la loro vera età. Inoltre, dopo averli cresciuti dall’infanzia e portati alla celebrità, ti voltano le spalle. Ma Anayo è differente”.

Quando definisce l’Enyimba International Stadium, costruito dalla sua compagnia, “uno dei migliori al mondo”, forse Egbe esagera, ma le parole al miele che spende per Anayo Iwuala, per tutti in Nigeria “the Super Eagles ace” (l’asso delle Super Aquile, il soprannome della nazionale) sono invece pienamente giustificate dal carattere e dalle performances di questo 22enne attaccante, che può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, ma predilige giocare come esterno sinistro, dove può fare esplodere la sua velocità. Egli è da due campionati il miglior giocatore non solo dell’ Enyimba FC, ma dell’intera Nigerian Professional Football League (NPFL).

Non è come tutti gli altri

La storia personale e sportiva di Iwuala è in effetti molto differente dall’ immagine e dalla narrazione del tipico giocatore africano: figlio di una famiglia benestante, cresciuto nello stato di Imo, da bambino comincia a giocare a calcio “perché vedevo gli altri ragazzini farlo, non perché avessi un particolare interesse, ma da subito ho capito che era quello che volevo fare da grande”. La famiglia, però, la pensa diversamente e proibisce al giovane Anayo, un nome che in lingua Igbo significa “colui che loda Dio”, di tentare la carriera come calciatore prima di aver completato gli studi. A 16 anni, dopo aver vinto il campionato dello stato di Edo con i Benin Warriors da capocannoniere, lascia il mondo del calcio. “Avevo ricevuto un’offerta dal Delta Force per giocare nella Professional League, ma ho rifiutato. È stato difficile, ma dovevo obbedire alla mia famiglia, loro sono la spina dorsale della mia vita” ricorda Anayo.

Si diploma al Politecnico Federale di Nekede e riceve finalmente la benedizione della famiglia per diventare professionista. Firma con il Kada City e passa poi al Delta Force dopo pochi mesi. La squadra gioca le partite casalinghe al Jay Jay Okocha Stadium, impianto dedicato ad uno dei calciatori simbolo della generazione d’oro delle Super Eagles, idolo di quasi tutti i nigeriani. Idolo anche di Iwuala, che gioca con la maglia numero 10 in suo onore.

Rivelazione, recupero, ripartenza

Dopo una stagione in cui si afferma come la rivelazione del campionato, passa ai campioni in carica dell’Enyimba FC, ma un brutto infortunio lo tiene fermo per mesi e ne mette addirittura in dubbio la carriera. Riesce a recuperare la forma anche grazie al prolungato stop delle competizioni dovuto alla pandemia di Covid-19 ed esplode definitivamente nell’ultimo campionato disputato, in cui l’Enyimba FC non è riuscito a difendere il titolo, arrivando secondo alle spalle dell’Akwa United, ma arriva ai quarti di finale della CAF Confederation Cup trascinato dalle giocate e dalla velocità di Iwuala, che per i tifosi diventa “Turbo“.

A marzo il CT Gernot Rohr lo chiama per le due partite di qualificazione all’Africa Cup contro Benin e Lesotho, unico giocatore del campionato locale. Con il Lesotho gioca con la numero 10 sulle spalle. “È un numero come gli altri, non ho sentito la pressione” dirà nel postpartita. “Giocare in Nazionale per me significa aumentare la mia autostima e guadagnare esperienza, allenandomi con compagni che giocano in Europa.”

Arrivano altre due caps, contro Camerun e Messico, e naturalmente l’interesse dei club fuori dalla Nigeria. L’Enyimba spara alto, valutando il proprio gioiello un milione di euro, ma nemmeno questo valore, enorme per il mercato africano, sembra turbare Iwuala: “Onestamente devo dire che è un prezzo enorme, ma penso che sia solo la richiesta del mio club. Se un acquirente serio si fa avanti, il prezzo può essere negoziato” ha spiegato.

Iwuala: la strada passa per Tunisi

Rimasto in patria fino ad un’età in cui la quasi totalità dei calciatori suoi coetanei è già partita per l’Europa per tentare la strada del professionismo, Iwuala ha firmato ad agosto un ricco contratto con i tunisini dell’Esperance, uno dei club più forti e vincenti del continente, dopo essere stato a lungo corteggiato dai marocchini del Raja Casablanca, altra potenza del calcio africano. Sbarcato a Tunisi, ha subito messo in chiaro i propri obiettivi: “Sono qui per conquistare nuovi record con il club e per migliorare il mio gioco, non solo per l’Esperance ma anche per quando potrò giocare in Europa”.

Ci sono stati esordi ben peggiori…

Iwuala aspetta l’occasione per attraversare il Mediterraneo e per sbarcare in Europa, così come hanno fatto tutti i calciatori africani. Anche se a più riprese ha dimostrato di non essere come tutti gli altri. All’esordio con il suo nuovo club ha già vinto un trofeo, la Supercoppa di Tunisia, realizzando anche la rete decisiva per superare il CS Sfaxien. L’asso delle Aquile si è posato là dove la potente Cartagine sfidava il Vecchio Continente. Con le parole di Ebi Egbe ben impresse in mente, attenzione ad Anayo Iwuala, figlio dell’Africa che ancora non ha ceduto alle lusinghe dell’Europa.


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Fonte immagine di copertina: futbalgalore.com

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