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Olimpiadi, a un secolo dalla finale mai conclusa

Anversa 1920-Tokyo 2020(+1). Sono passati oltre cent’anni dalle uniche Olimpiadi in cui la finale non si è di fatto mai conclusa. Ripercorriamo allora il torneo calcistico fin dall’inizio, sino ad arrivare alle proteste cecoslovacche durante la finalissima del 2 settembre 1920.

Yokohama, 7 agosto. Ore 20:30 in Giappone, 13:30 in Italia: si disputa l’atto conclusivo del torneo olimpico di calcio, che mette di fronte Brasile e Spagna. Al giorno d’oggi è quasi impossibile immaginare una finale delle Olimpiadi non disputatasi per protesta di una delle due squadre, ma centouno anni fa ciò è accaduto davvero. Si sfidarono il Belgio padrone di casa e la Cecoslovacchia. Proprio questi ultimi, al 40′ del primo tempo, abbandonarono il terreno di gioco in segno di dissenso verso alcune controverse decisioni arbitrali. Ecco dunque la storia della finale olimpica mai conclusa.

Una nuova Europa

Sono passati otto anni da Stoccolma 1912. L’Europa in macerie e in piena pandemia accoglie di nuovo le Olimpiadi. La sede designata è Anversa. Nonostante avesse dichiarato la propria neutralità, il Belgio ha pagato a caro prezzo gli avvenimenti della Grande Guerra. Il clima che si respira è un misto fra il dolore che ancora aleggia sull’intero paese e la voglia di rinascita e di riscatto. Il conflitto, oltre ad aver arrecato enormi perdite di vite umane, ha avuto anche un importante peso politico. È la fine della Belle Époque e della grandeur europea, l’apogeo della violenza occidentale e il termine dell’Ancien Régime. Spariscono l’Impero Russo zarista, quello Ottomano, quello Austro-Ungarico e quello Tedesco. L’Europa si ritrova a tratti più unita, in Jugoslavia, a tratti più frammentata, in Ungheria, Austria e Cecoslovacchia. Questi assestamenti sulla mappa del Vecchio Continente portano a conseguenze anche in ambito sportivo.

Olimpiadi Anversa
L’inaugurazione dei Giochi di Anversa (fonte: olympics.com)

Le Federazioni britanniche contribuiscono, infatti, a creare un clima infuocato, proponendo di escludere dal torneo le nazionali di Germania, Austria ed Ungheria in quanto responsabili dello scoppio del conflitto. In seguito al respingimento di questa proposta, le nazioni albioniche abbandonano polemicamente la FIFA, fondando una propria organizzazione calcistica.

Cambia tutto, ma non cambia niente. Ai nastri di partenza si presenta la Gran Bretagna, sebbene non sia più affiliata alla FIFA, ma non le nazionali dei due Imperi Centrali. Il 28 agosto prende ufficialmente il via l’Olimpiade calcistica. Le squadre partecipanti sono quattordici, due in meno di quanto previsto inizialmente.

La formula delle Olimpiadi

Al torneo non prendono parte nemmeno le squadre del Sud America. È l’ultima volta che accade: alle Olimpiadi di Parigi del 1924 parteciperà – e vincerà la medaglia d’oro – l’Uruguay di Nasazzi. Vincerà anche nel 1928 e nel 1930; in quest’ultimo caso, però, già non parliamo più di Olimpiadi, ma di qualcos’altro. L’unica nazionale extra-europea a partecipare è l’Egitto.

Il torneo avrebbe dovuto comprendere originariamente sedici squadre, pronte a sfidarsi agli ottavi di finale. La Svizzera si trova tuttavia costretta a dare forfait, di conseguenza la Francia avanza direttamente ai quarti. Stessa sorte capita ai padroni di casa del Belgio: in Polonia la guerra c’è ancora, contro la Russia, e così la Reprezentacja Polski non si presenta. Le squadre che scendono ufficialmente in campo, come detto in precedenza, sono quindi quattordici.

Belgio Olimpiadi 1920
Il Belgio padrone di casa (fonte: fifa.com)

I turni successivi prevedono i classici quarti di finale, le semifinali e la finalissima. Particolare attenzione richiede il meccanismo utilizzato per stabilire la nazionale vincitrice della medaglia di bronzo: non è infatti contemplata una finalina per il 3° posto.

La terza classificata, infatti, viene determinata in seguito ad un torneo di consolazione. Le squadre sconfitte nei quarti di finale si affrontano in un turno preliminare a eliminazione diretta. Successivamente, le due compagini uscite vittoriose si sarebbero trovate l’una contro l’altra e, infine, la vincente sarebbe approdata alla gara decisiva per il bronzo. Nel frattempo, nell’altra parte del tabellone si sarebbero sfidate le altre due semifinaliste, la vincente delle quali avrebbe disputato la gara valida per il gradino più basso del podio.

Il cammino

Durante gli ottavi di finale si assiste a risultati sorprendenti, in positivo e in negativo. La Svezia distrugge 9-0 la Grecia e altrettanto fa la Cecoslovacchia: 7-0 alla neonata Jugoslavia. Fatica molto la Nazionale Italiana, che supera per 2-1 l’Egitto. A salutare subito il torneo è la Gran Bretagna, inaspettatamente sconfitta dalla Norvegia.

Il turno successivo vede uscire di scena gli Azzurri e la Spagna di Zamora e Pichichi. Avanzano quindi Francia, Belgio, Cecoslovacchia e Paesi Bassi. Le semifinali dimostrano che i padroni di casa e i cecoslovacchi sono in forma smagliante. I primi battono 3-0 l’Olanda, i secondi superano 4-1 i transalpini.

Francia Olimpiadi 1920
La squadra francese ai Giochi (fonte: om4ever.com)

Se fin qui vi sembra tutto piuttosto tranquillo e lineare, il motivo è presto spiegato. Non si è ancora disputata la Finalissima. È nelle ore precedenti che inizia a complicarsi la faccenda: il peggio è alle porte.

La finale senza fine

40.000 spettatori si recano all’Olympisch Stadion per l’atto conclusivo del torneo olimpico di calcio, ben cinquemila in più della capienza consentita. Molti allora si sistemano a bordo campo. Per impedire loro l’ingresso sul terreno di gioco vengono schierati numerosi soldati armati. I supporters di casa pensano che questa misura possa volgere a proprio favore, e così è. I tifosi belgi, difatti, inveiscono contro la squadra ospite per metterle pressione. A detta dei giocatori cecoslovacchi, anche i militari si aggiungono ai tifosi, infastidendo i calciatori avversari.

I nervi sono a fior di pelle. Se al clima incandescente si aggiungono anche alcuni episodi controversi, la partita rischia di diventare una bomba a orologeria. È esattamente ciò che accade: al 6′ del primo tempo un difensore cecoslovacco, credendo che il gioco fosse fermo in seguito ad una carica sul portiere, afferra il pallone con le mani. Il direttore di gara, il signor Lewis, inglese di circa 65 anni, decreta il calcio di rigore in favore del Belgio. Numerose sono le lamentele degli ospiti, ma l’arbitro non vuol sentire ragioni. Dagli undici metri Coppée realizza la rete dell’1-0.

Finale Olimpiadi 1920
Coppée trasforma dal dischetto l’1-0 belga (fonte: fifa.com)

Alla mezz’ora la storia si ripete. Gol del 2-0 e i cecoslovacchi protestano nuovamente, questa volta per un presunto fuorigioco. La gara è sul punto di esplodere: i belgi esultano, euforici, mentre gli ospiti sono furibondi. Il colpo finale al match viene assestato a cinque minuti dalla fine del primo tempo. Steiner commette un intervento falloso su Coppée e l’arbitro invita il difensore praghese ad uscire dal terreno di gioco, mentre i quarantamila tifosi fanno festa. I compagni di squadra di Steiner, però, non ci stanno. Il primo a seguire il difensore negli spogliatoi è il capitano cecoslovacco; poi, per protesta, tutti gli altri.

Caos olimpico

All’Olympisch Stadion scoppia il caos. Migliaia di tifosi riescono a sfondare il cordone formato dai militari ed entrano in campo. Alcuni portano in trionfo i propri beniamini, mentre altri tentano di inseguire – fortunatamente senza conseguenze – i cecoslovacchi negli spogliatoi. Questo è solo il contorno però, perché ciò che conta davvero è il “risultato” del campo: la partita è sospesa. Il Belgio è campione olimpico.

Gli sconfitti decidono dunque di presentare una protesta formale nella quale si chiede la ripetizione dell’incontro per via delle decisioni arbitrali e del clima venutosi a creare. Per la nazionale di Praga si prospetta, oltre al danno, anche la beffa. Gli organizzatori negano la ripetizione della gara e, anzi, squalificano la Cecoslovacchia, privandola della medaglia d’argento.

Probabilmente oggi, in un caso simile, per decidere il secondo ed il terzo posto, si sfiderebbero le due semifinaliste sconfitte (ovvero Francia e Paesi Bassi). Non nel 1920. È qui che entra in scena il convulso torneo di consolazione – inimmaginabile ai giorni odierni. A giocarsi la finalina, effettivamente, ci sono i Paesi Bassi; ma di fronte si trovano la Spagna.

Anversa Olimpiadi 1920
Invasione di campo belga, la gara viene sospesa (fonte: fifa.com)

Probabilità ed imprevisti

Assodato che il regolamento di questo Torneo sia tremendamente cervellotico, ripercorriamo passo a passo il calendario del torneo di consolazione. Analizzando i risultati verificatisi rispetto a quelli ottenuti senza l’esclusione cecoslovacca, possiamo capire quanto l’esclusione della rappresentativa di Praga abbia scombussolato tutti gli equilibri.

Nelle due gare per accedere alle semifinali, quelle che oggi chiameremmo play-off, si disputano Italia-Norvegia e Spagna-Svezia. Gli Azzurri vincono 2-1 dopo i tempi supplementari; stesso risultato per gli iberici che, però, superano gli scandinavi nei novanta minuti. Le due squadre vincitrici si affrontano il 2 settembre, poche ore prima della finale tra Belgio e Cecoslovacchia. Gli spagnoli superano senza grossi patemi l’Italia, 2-0 il risultato finale.

L’altra semifinale del torneo di consolazione prevede la sfida fra Paesi Bassi e Francia, ovvero le due squadre sconfitte nelle semifinali del torneo principale. Ed ecco, come in una partita di Monopoly, l’imprevisto: la Francia non si presenta. La motivazione sembra sia legata al fatto che molti calciatori fossero tornati a casa subito dopo la semifinale persa contro la Cecoslovacchia. Ciò porta gli Oranje direttamente alla finale per l’argento, contro la Spagna. La Roja vince 3-1 grazie alla doppietta di Sesúmaga e al gol di Pichichi, rendendo ininfluente il sigillo olandese di Groosjohan.

Olimpiadi 1920: les jeux sont faits

Abbiamo detto che gli equilibri delle Olimpiadi sono stati sconvolti da un meccanismo piuttosto contorto e dai risultati maturati successivamente. Per accorgersene basta fare un confronto tra la classifica basata sui risultati ottenuti in campo e quella finale, ufficiale, in seguito all’abbandono boemo. La prima recita: 1) Belgio, 2) Cecoslovacchia, 3) Paesi Bassi, 4) Francia, 5) Spagna, 6) Italia, 7) Norvegia e Svezia.

Medaglia d'oro Olimpiadi 1920
La medaglia d’oro di Anversa 1920, di cui anche il Belgio si fregerà (fonte: Flickr, Naval History & Heritage Command)

La graduatoria ufficiale al termine dei Giochi vede ovviamente il Belgio campione e, a completare il podio, Spagna ed Olanda. Poi, in ordine, Italia, Norvegia e Svezia quinte ex aequo ed infine la Francia settima.

A chiudere il ciclo di stranezze di queste Olimpiadi non può mancare l’insolita finale per l’8° posto tra l’Egitto e la Jugoslavia, vinta a sorpresa dai nordafricani per 4-2. Questo resterà l’unico precedente ufficiale fra le due nazionali, anche se il valore della gara sembra essere più quello di un’amichevole che quello di un’Olimpiade.

Il calcio alle Olimpiadi, a centouno anni dalla “finale senza fine”, ha acquisito importanza agli occhi dei calciatori e dei tifosi, sebbene si debba spesso e volentieri rinunciare a diversi giocatori delle Nazionali maggiori. Questa manifestazione, una delle più prestigiose al mondo, ha assunto un valore così sacrale che anche solo immaginare scene come quelle accadute ad Anversa è assurdo. La non-partita tra Belgio e Cecoslovacchia ci deve ricordare cosa significhi, alla fine, disputare un’Olimpiade e quali valori vengano tramandati in ogni edizione.


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Fonte immagine di copertina: Calcio Romantico

Di Matteo Giribaldi

Nasco a Genova il 22 aprile del 2000. A calcio non so giocare, così provo ad arbitrarlo e a raccontarlo. Potete trovarmi sveglio alle 3, mentre cerco che fine abbia fatto 'El Malaka' Martinez.

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