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Lo Shakhtar e l’ultima Coppa Uefa

L’ultimo soffio di vita della Coppa Uefa verrà ricordato anche come la prima grande scalata dello Shakhtar Donetsk in ambito europeo

Per la maggior parte della comunità dei calciofili, la stagione 2008-2009 riporta alla mente l’avvio della rivoluzionaria e vittoriosa era di Guardiola sulla panchina del Barcellona, lontanissimo parente di quello visto crollare pochi giorni fa in Champions League.

Nel Maggio di quella stessa stagione, mentre i catalani alzavano sotto il cielo dell’Olimpico la propria terza Champions League ai danni dello United di Cristiano Ronaldo, andava in scena la finale dell’ultima edizione di Coppa Uefa. Sette giorni prima, lo Shakhtar Donetsk aveva conquistato il primo titolo internazionale della propria storia, raggiungendo quello che probabilmente fu il punto più alto della gestione Lucescu.

Campionato e Champions League

Sotto la guida dell’allenatore rumeno, lo Shakhtar Donetsk inaugura un ciclo di dominio sul campionato ucraino a discapito degli storici rivali della Dinamo Kiev. La gestione del presidente Rinat Achmetov porta innumerevoli benefici sia alle strutture sportive del club sia alle iniziative volte a migliorare il settore giovanile.

Fondamentali gli investimenti sul mercato da parte del Donetsk, che da qualche tempo strizza l’occhio al variegato mondo del calcio brasiliano: durante gli anni del binomio Lucescu – Achmetov, hanno vestito la maglia dei minatori di Donetsk giocatori come Luiz Adriano, Willian, Ilsinho, Douglas Costa, Fernandinho, Taison.

Ciononostante, il 2009 non porterà la vittoria del titolo ucraino nelle tasche dello Shakhtar, come avvenuto nella stagione precedente; i minatori infatti si piazzeranno secondi alle spalle della Dinamo Kiev con 15 punti di differenza.

Le cose non andranno meglio in Champions League, dove lo Shakhtar troverà solamente il terzo posto in un girone non impossibile con Barcellona, Sporting Lisbona e Basilea. Nonostante la vittoria all’ultima giornata in casa dei blaugrana, sulle sorti degli ucraini peseranno le sconfitte sia all’andata che al ritorno contro i portoghesi di Lisbona, rivali nella lotta per il secondo posto. Con il senno di poi, l’esclusione dalla Champions sarà la fortuna dello Shakthar Donetsk.

La marcia in Coppa Uefa

Scivolate ai sedicesimi di Coppa Uefa, le talpe di Donetsk si ritrovano di fronte il Tottenham di Harry Redknapp; nonostante il valore degli avversari, il risultato complessivo sarà di 3 a 1 per gli ucraini che proseguono il cammino.

Le cose si fanno più complicate agli ottavi, dove il primo round viene conquistato dai russi del CSKA di Mosca, grazie al rigore del capocannoniere del torneo Vagner Love. Al ritorno, tuttavia, lo Shakhtar rimonta lo svantaggio e passa il turno grazie a Luiz Adriano e Fernandinho.

Ai quarti di finale l’undici di Lucescu passa agevolmente sull’Olympique Marsiglia, vincendo 2 a 0 in patria e mettendo il punto esclamativo anche al ritorno, un’altra volta grazie a Luiz Adriano e Fernandinho. Nel frattempo un’altra formazione francese, il PSG di Paul Le Guen, viene scaraventato fuori dalla Dinamo Kiev.

Ironicamente, il destino – ed il tabellone – mette di fronte le due rivali storiche per un posto in finale di Coppa Uefa. Il primo round al Lobanovsky Stadion di Kiev termina in parità, lo Shakhtar va in svantaggio con un’autorete ma rimedia con Fernandinho.

Nel derby d’Ucraina vol. 2, questa volta a portarsi in vantaggio è lo Shakhtar grazie a Jádson, ma la Dinamo pareggia i conti nella ripresa con Bangoura. A due minuti dal termine sembra tutto pronto per un prolungamento ai supplementari; non è d’accordo Ilsinho, che all’89’ sigla il gol che decide la gara e consegna allo Shakhtar i biglietti per Istanbul.

La finale di Istanbul

L’esame finale si tiene allo stadio Şükrü Saracoğlu di Istanbul, l’avversario è il Werder Brema, che in semifinale ha eliminato l’Amburgo di Ivica Olic. I tedeschi possono contare sull’esperienza di Rosenberg e Claudio Pizarro, trascinatori della squadra, l’estro di Diego, che in estate passerà alla Juventus, ed il talento di un giovane Mesut Özil.

Superata la metà di gara, lo Shakhtar è la prima a sbloccare il risultato: la difesa del Werder buca sul filtrante di Razvan Rat, palla in controllo di Luiz Adriano che beffa il portiere Wiese con il tocco sotto d’esterno destro. Non passa troppo tempo prima della reazione dei bianco-verdi di Brema: punizione dai 30 metri di Naldo, il tiro è ben calibrato ma non imparabile, Pyatov sbaglia l’intervento e lascia scivolare in rete.

L’orologio corre ed in un baleno si arriva al 90′ minuto. Questa volta nessun colpo di scena last minute, si va ai supplementari. Nessuno vuole andare ai calci di rigore, le squadre sono stanche ma non perdono lo spirito d’iniziativa. Al 97′ minuto, lo Shakhtar attacca muovendo velocemente la palla dal centrocampo fino alla fascia destra, territorio di capitan Darijo Srna. Sul cross basso e teso si catapulta Jádson Rodrigues da Silva, che siglerà il gol di addio all’ultima Coppa Uefa: destro rasoterra di prima intenzione che non lascia scampo a Wiese.

Nella notte di Istanbul, un memorabile Shakhtar Donetsk formato carioca, firmato Mircea Lucescu, conquista il suo primo trofeo in ambito internazionale. Sarà l’ultima volta che si sentirà parlare di Coppa Uefa, denominata dall’anno successivo Uefa Europa League.

Lo Shakhtar di oggi

Dopo 11 anni le cose sono inevitabilmente cambiate in casa Shakhtar: alcuni eroi di quella impresa sono tornati alle origini, altri sono esplosi o hanno fallito – Willian al Chelsea, Fernandinho al City, Luiz Adriano al Milan – misurandosi con realtà più ambiziose. Sulla panchina dello Shakhtar non siede più Lucescu – clamorosamente appena passato alla guida della Dinamo Kiev – e da alcuni anni le partite interne non si disputano più a Donetsk a causa della guerra del Donbass.

Tuttavia, il progetto fiorito grazie alla gestione Achmetov non si è mai fermato: negli ultimi anni lo Shakhtar Donetsk si è sempre imposto come seria pretendente al titolo d’Ucraina, trionfando nelle ultime 4 stagioni.

Nelle competizioni europee ha innalzato il proprio livello di ambizione e pericolosità, colorando la propria rosa con altre sfumature di verde-oro: quasi la metà della squadra è composta da elementi brasiliani o con origini brasiliane e successivamente naturalizzati ucraini.

Alan Patrick al posto di Luiz Adriano, dentro Marlos e Junior Moraes e fuori Willian ed Ilsinho, il capitano Srna è diventato vice dell’attuale allenatore Luis Castro, stringendo la fascia sul braccio di Taison.

Nel 2019/2020 lo Shakhtar si è fermato in semifinale con l’Inter di Antonio Conte. Dopo aver alzato al cielo l’ultima Coppa Uefa della storia, uno dei prossimi obiettivi sarà quello di mettere le mani sulla prima Uefa Europa League.


Fonte Immagine Copertina: uefa.com

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Di Filippo Serio

Genovese edizione 1996, condivido il compleanno con la leggenda Bruno Pizzul.
Non sapendo giocare a calcio, metto creatività ed originalità nel raccontarlo.
I miei film preferiti sono le pellicole di Tarantino e le partite di Xavi Hernandez.

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