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Il nuovo corso scientifico del Lussemburgo

La Nazionale del Lussemburgo non ha mai brillato in Europa. Ma grazie ad un progetto serio e, soprattutto, al laboratorio di Mondercange, quella lussemburghese è diventata una squadra da non prendere sottogamba.

Ci sono date che per alcuni piccoli paesi, soprattutto in ambito calcistico, valgono tantissimo. Sono quelle serate piene di felicità ed entusiasmo che verranno ricordate per sempre, che si trasformeranno negli anni in racconti epici da tramandare di generazione in generazione. 27 marzo 2020. La Nazionale del Lussemburgo vince 1-0 all’Aviva Stadium di Dublino contro l’Irlanda grazie al goal di Gerson Rodrigues. È solamente la seconda vittoria in trasferta in una partita di qualificazione ai Mondiali dopo quella nel 2008 contro la Svizzera. Ed è un grande obiettivo raggiunto.

La squadra dei D’Roud Léiwen (i Leoni Rossi) in passato era considerata come una delle peggiori nazionali in Europa, la classica “squadra materasso“. Ma negli ultimi anni sta facendo vedere cose molto buone, ottenendo risultati soddisfacenti. Anche a livello di club, il Lussemburgo sta pian pian emergendo e lo dimostra la partecipazione alla fase a gironi del Dudelange all’Europa League 18/19. In quel girone c’era anche il Milan, che vinse all’andata in Lussemburgo solo grazie ad un goal di Gonzalo Higuain.

Al ritorno la compagine rossonera concesse due goal al Dudelange, che rimontò l’iniziale vantaggio di Cutrone e rimase per quasi 17 minuti in vantaggio a San Siro, prima di pasticciare in difesa e perdere la partita 5-2, per via anche di due autogoal. Nelle interviste post-partita, l’allora allenatore Rino Gattuso ammise di aver avuto un po’ di paura, lodando il palleggio del Dudelange. L’autore del momentaneo 3-2, Hakan Çalhanoğlu, invece disse che “Il Dudelange ha giocato bene ed è una squadra che merita rispetto, perché sono venuti qui per fare una grande partita a San Siro”.

La svolta di Mondercange

I club stanno pian piano cominciando a farsi strada in Europa, mentre la Nazionale ha trovato almeno una vittoria negli ultimi 7 anni. Non male. Membro FIFA dal 1910, il Lussemburgo non ha mai brillato particolarmente come Nazionale. Dal 1974 fino ad inizio febbraio 2007, il Lussemburgo è riuscito a vincere solo 3 partite, tutte nel 1995. Negli ultimi 15 anni le prestazioni sono migliorate in maniera esponenziale, come dimostra per esempio lo 0-0 nel 2017 contro la Francia che diventerà Campione del Mondo l’anno successivo. Quello del Lussemburgo è un percorso di crescita e sviluppo programmato che vale la pena scoprire.

Nel 2000 la Luxembourg Football Federation decide di istituire una propria accademia, con l’intento di formare, sviluppare e valorizzare i migliori talenti del paese. Nasce nel 2002 così il Mondercange Technification Center, un vero laboratorio su cui costruire il futuro del calcio lussemburghese. A Mondercange operano dei talent scout che trascorrono interi mesi monitorando i ragazzi nei loro club di appartenenza. E solo i migliori, dopo accurate analisi, vengono inseriti nel programma di sviluppo. Per ogni fascia di età c’è un capo allenatore, un assistente e un allenatore dei portieri. Tutti sono seguiti accuratamente, nemmeno il minimo dettaglio è lasciato al caso.

Spesso alcune rappresentative giocano amichevoli contro squadre francesi e belghe, poiché questo abitua i giovani giocatori a standard costantemente più elevati. In più, la Federazione ha ridotto il numero massimo di calciatori stranieri che può essere presente per ciascun club, incentivando gli stessi a far giocare e valorizzare i giovani del vivaio, o comunque i giocatori lussemburghesi. A metà degli anni 2000 i calciatori professionisti che militavano all’estero erano 3 o 4, adesso sono invece la maggioranza, con solamente una piccolissima percentuale di calciatori che giocano nella Division National ad essere convocati nella Nazionale maggiore. Questo è uno dei principali successi del laboratorio di Mondercange. L’accademia crea giocatori più rifiniti e completi, i quali richiamano l’interesse dei club stranieri. Ciascun calciatore, così, si misura con dei campionati più impegnativi, migliora la propria concentrazione, accumula esperienza e affina le proprie qualità.

Un progetto serio

La crescita del movimento calcistico lussemburghese attrae sempre più sponsor e investitori, i quali contribuiscono a fornire nuovi fondi che la FLF investe in maniera giudiziosa in vari ambiti. È così che nascerà per esempio il nuovo stadio nazionale, che sostituirà il “Josy Barthel“, in funzione dal 1931 e da demolire. Situato nel quartiere Gasperich, il nuovo stadio ha una valutazione di ben quattro stelle UEFA.

Nel 2017 poi, il Lussemburgo ha lanciato un nuovo programma calcistico di base, consentendo a tutti i ragazzi e le ragazze di giocare a pallone sotto la supervisione di allenatori altamente qualificati. La Federazione, infatti, ha investito pesantemente sulla creazione di corsi specifici per gli allenatori. Così, il numero degli allenatori lussemburghesi è aumentato di pari passo con il livello della loro preparazione.

Per saldare il rapporto tra calcio, giovani e Federazione stessa, si organizzano numerosi eventi speciali: mini tornei già dai 5 anni in su, competizioni regionali per giovani calciatori, giornate dedicate al calcio a livello nazionale, con gruppi di oltre 3000 ragazzi e ragazze, o al reclutamento per i laboratori che affinando le abilità calcistiche.

La Federazione lussemburghese, inoltre, sostiene e organizza anche una serie di progetti per promuovere il calcio nelle scuole, per aiutare i disabili a giocare a pallone e per permettere una sana integrazione della gente che viene dall’estero.

Il Lussemburgo è un paese multiculturale, consolidatosi come centro industriale e commerciale nel cuore dell’Europa, un luogo piena di opportunità per numerosi immigrati e stranieri. Più o meno il 50% dei circa 600.000 abitanti del Lussemburgo è composto da immigrati: di prima, seconda o terza generazione. La gente che viene da oltreconfine contribuisce in maniera decisiva a creare ricchezza nella nazione, tanto che secondo il FMI, nel 2020 il Lussemburgo può vantare il PIL pro capite più alto al mondo. Questo ha influenzato anche il calcio, dato che molti giocatori della rosa dei Red Lions sono stati naturalizzati o sono figli di stranieri che risiedono in Lussemburgo.

Come una Torre di Babele (foto: Instagram flf.lu)

Il portiere classe ’90 Anthony Moris ha origini belghe, Lars Krogh Gerson ce le ha norvegesi. Daniel Sinani è nato in Serbia, Leandro Barreiro del Magonza ha radici angolane. Stefano Bensi invece proviene da una famiglia italiana, mentre Aldin Skenderovic è mezzo bosniaco e mezzo montenegrino, altri hanno legami con la Francia. Uno degli uomini con il più alto valore di mercato è proprio il match winner della gara contro l’Irlanda, Gerson Rodrígues, che ha origini portoghesi ed è stato naturalizzato, così come Gonçalves Pinto. Molti di loro hanno, tra l’altro, un fattore in comune. Sinani, Barreiro, Rodrigues, ma anche Vincent Thill, Florian Bohnert o Kiki Martin, per esempio, si sono formati nell’Accademia di Mondercange. Tutti giocano all’estero e stanno contribuendo non poco a rendere più temibile la squadra del Granducato.

Passato, presente e futuro del calcio nel Granducato

Ricordate le 3 vittorie del Lussemburgo nel 1995? Sono state ottenute tutte con il risultato di 1-0, due contro Malta e una contro la Repubblica Ceca, durante le qualificazioni ad Euro ’96. In panchina c’era Paul Philipp, allenatore della Nazionale dal 1985 fino al 2001. Tre anni dopo è diventato il presidente della FLF, di cui è tuttora a capo, nonostante qualcuno abbia contestato in passato il suo operato.

Philipp ha lavorato e lavora a stretto contatto con uno dei maggiori artefici di questo sviluppo miracoloso: il Segretario Generale Joël Wolff. In carica dal lontano 1990 dopo aver lavorato in diverse banche lussemburghesi come operatore finanziario (e facendo il terzino sinistro nelle serie minori), Wolff ha gestito in prima linea il processo di crescita del sistema calcistico in Lussemburgo. Grazie al contributo del laboratorio di Mondercange, è riuscito ad ottenere ottimi risultati.

Nel 2005, un anno dopo l’elezione di Philipp alla presidenza del FLF, il Lussemburgo ha vissuto il suo momento più buio. Era reduce dalla peggiore fase di qualificazione ad un Mondiale della sua storia. Ha chiuso il suo girone con 0 punti, una differenza reti di -42 concedendo un nettissimo 0-4 ad una nazionale di pari livello come il Liechtenstein. In quel momento quella del Lussemburgo era davvero la peggiore Nazionale d’Europa, scavalcata anche da San Marino nel ranking FIFA nell’agosto 2006. Era 195° su 208 nazionali.

Negli ultimi anni, invece, la selezione lussemburghese ha scalato oltre 100 posizioni nel ranking, con l’82° posto del settembre 2018 come apice. Quello è stato un anno d’oro che ha visto la selezione del Granducato vincere ben 5 partite in un singolo anno, un record. Oltre alle vittorie in amichevole contro Malta e Georgia, il Lussemburgo ha reso indimenticabili altre tre serate, vincendo contro la Moldavia e due volte contro San Marino nella Lega D di Nations League. Si narra che i tifosi lussemburghesi abbiano sfiorato davvero le stelle in quel periodo, roseo e gioioso per tutto il calcio del Granducato.

Dal momento che il Comitato Esecutivo UEFA ha aumentato a 16 le squadre della Lega C, le sconfitte contro la Bielorussia sono risultate indolori, in quanto la nazionale lussemburghese ha ottenuto comunque la promozione in Lega C. Contro avversari di livello più alto i Red Lion non hanno affatto sfigurato. Sono arrivate tre vittorie contro Azerbaigian, Cipro e Montenegro, chiudendo al secondo posto dietro questi ultimi. Risultati impensabili quindici anni fa.

L’allenatore è Luc Holtz, ex CT dell’U21, che nel 2010 ha preso il posto di Guy Hellers, dimessosi dopo alcune incomprensioni con Paul Philipp. Holtz ha puntato subito sui giovani, ha espresso un gioco più offensivo, ma ragionato, e sta contribuendo in maniera rilevante alla creazione della nazionale più forte della storia del Granducato.

Il Lussemburgo è la squadra che ha disputato il maggior numero di partite di qualificazione senza aver mai raggiunto la fase finale di una competizione internazionale. In verità, nel 1963 la selezione lussemburghese si spinse fino ai quarti di finale nell’astrusa formula di allora degli Europei, con il lusso di estromettere l’Olanda. Si arrese, dopo due pareggi, nello spareggio decisivo a dicembre con la Danimarca, che avanzò nella fase finale del giugno 1964 in Spagna. Nei prossimi decenni vedremo il Lussemburgo in una grande manifestazione di calcio? Wolff, Philipp, Holtz, Rodrigues e tutto il Granducato ci proveranno senz’altro, anche perché l’obiettivo della creazione di Mondercange è proprio questo.


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Fonte immagine di copertina: Instagram flf.lu

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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