Categorie
Europei

L’Italia chiamò: siamo campioni d’Europa

Dal 1968 al 2021: siamo di nuovo campioni d’Europa. L’Italia di Mancini ci ha fatto vivere una sorta di “notti magiche 2.0″…

Siamo di nuovo campioni d’Europa. Finalmente il tabù della coppa dedicata a Henri Delaunay è finito. It’s coming to Rome dopo 53 anni, anche se in verità all’epoca, nel 1968, la coppa c’era rimasta, visto l’impegno casalingo. Di sicuro non è tornata “to home“, cari inglesi: dovete aspettare un altro po’ per aggiornare il palmares. Vincere un’edizione così particolare, per via del fatto sia stato itinerante e per la situazione Covid, rende questo trofeo davvero speciale.

Il Mancio

Contro la Svezia avevamo toccato davvero il fondo. Ma quando succede una cosa così, si può solo risalire. Ci siamo affidati ad un capitano coraggioso, forte, sicuro. Roberto Mancini, il nostro condottiero da Jesi, ci ha fatto rivivere “notti magiche 2.0“, e ha saputo portare l’entusiasmo perduto nelle case degli italiani. Mica poco. Non è stato scontato ritrovare la passione e il tifo per la Nazionale. Mancini ci è riuscito con pazienza, idee, professionalità, progettualità e risultati.

Un’Italia così propositiva raramente si era vista con gli altri CT: la bellezza dello stile di gioco degli Azzurri ha fruttato anche una super striscia record di risultati positivi. L’1-1 contro l’Inghilterra ha rappresentato la 34esima partita della gestione-Mancini senza conoscere sconfitta. Siamo proprio forti. Roberto ha sbagliato pressoché nulla durante tutto l’Europeo, affidandosi ad un gruppo solido e coeso, creato e voluto da lui stesso. La nostra Italia in campo è stata semplicemente fantastica, ma il merito di questo trionfo va dato al Mancio. Lui, l’amico Vialli (che festeggiano insieme proprio a Wembley, dopo la finale di Coppa Campioni persa con la Samp del ’92), Evani, Lombardo, De Rossi e tutti gli altri: ha saputo formare una famiglia. E la famiglia ti ricompensa sempre dei sacrifici.

Gli Azzurri hanno chiuso una finale di un Europeo con il possesso palla più alto nella storia della competizione (65.6% per i Mancio-Boys a Wembley). Abbiamo meritato, oltre i numeri, e nessuno può dirci niente. Roberto Mancini è diventato il quinto allenatore ad aver vinto un grande torneo internazionale con l’Italia, dopo Vittorio Pozzo (Mondiale 1934 e Mondiale 1938), Ferruccio Valcareggi (Europeo 1968), Enzo Bearzot (Mondiale 1982) e Marcello Lippi (Mondiale 2006). Mancini ha costretto la gente a festeggiare per strada, con le piazze piene di bandiere e urla di gioia ovunque. Qualche anno fa non sarebbe stato possibile per due motivi: una squadra non all’altezza e una sfiducia totale nei confronti della Nazionale azzurra. È stato proprio un Rinascimento italiano. Grazie Mancio, hai compiuto un capolavoro come Leonardo da Vinci.

Siamo una squadra fortissimi, siamo campioni d’Europa

Alla vigilia qualcuno aveva da ridire su Chiellini, anche su Bonucci. Troppo vecchio uno, troppo bollito l’altro. E invece si sono dimostrati una favolosa coppia difensiva, in cui gli errori sono stati limitati al minimo. Hanno guidato, con sapienza e con voglia di resistere a quelle critiche, una difesa che ha subito solo 4 reti in tutto il torneo. Bonucci poi, ha segnato il goal dell’1-1 contro gli inglesi, un goal per la svolta. A finale vinta ha poi detto ai tifosi inglesi: “Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta“. Con 34 anni e 71 giorni, Leonardo Bonucci è diventato il marcatore più anziano in una finale degli Europei (superato Bernd Hölzenbein, con la Germania nel 1976 a 30 anni e 103 giorni). Giusto così, sciacquiamoci la bocca e andiamo avanti.

Italian heroes: Chiellini&Bonucci (fonte: Instagram Azzurri)

A padroneggiare l’area italiana ci ha pensato Gigio Donnarumma, miglior giocatore del torneo. A 22 anni. Criticato per le sue scelte di carriera, eccessivamente odiato, forse oppresso dal suo agente. Bisogna cercare però di scindere l’uomo dal calciatore. Siamo sicuri che a ruoli invertiti noi rifiuteremmo a cuor leggero qualche milione in più? Donnarumma ha optato per il portafoglio, certo, ma ciò non significa che non aveva a cuore il Milan. Mirare avanti, puntare sempre più in alto per condurre una carriera ad alti livelli: al PSG troverà campioni e saprà affermarsi come il N°1 dei portieri nel mondo. La sua stazza sicura ci ha protetti, i suoi riflessi ci hanno salvato, le sue parate ai calci di rigori ci hanno permesso di diventare campioni. Grazie Gigi, vai per la tua strada.

Una rosa lunga e di qualità è stata l’arma in più di questa spedizione. Di base, un centrocampo composto da Jorginho, Barella e Verratti è semplicemente sublime. Ma le partite durano 90 minuti e anche più, e bisogna avere sempre ricambi all’altezza. Pessina, Locatelli e, volendo lo stesso Cristante, sono stati fondamentali. Non esistono solo gli 11 titolari, una vera squadra vince con l’apporto di tutti. L’MVP però sentiamo di darlo a Federico Chiesa. Che corsa, che grinta, che carattere. Ha messo in difficoltà qualunque difesa abbia incontrato durante il torneo, non si ferma mai, dà la vita in campo, ha la mentalità del campione. È il funambolo che ci serviva. Il futuro è dalla sua parte e i suoi strappi saranno senz’altro temuti da tutti. Ancora una volta.

Il tiro a giro per molti è un termine calcistico per indicare un determinato tipo di tiro, in cui il giocatore colpisce la palla in modo da darle una traiettoria alta, larga e con molto effetto, creando un arco a rientrare. Per gli italiani, soprattutto da questa estate, è semplicemente il tiraggir’. Ammaliante. Stupendo. Decisivo.

Altro che tattica, nelle scuole calcio bisogna puntare sulla tecnica. Bisogna insegnare il tiraggir’ ai bambini, cosicché possano ripercorrere le gesta di ormai due suoi nuovi illustri massimi esponenti, il vate Insigne e il giovin-rampante Chiesa. Non possiamo mentire più: il tiraggir’ è stato simbolo di queste moderne notti magiche. Un marchio di fabbrica valorizzato in Italy.

Immobile non è proprio l’attaccante che vuole Mancini per la sua idea di gioco, ma Ciro non lo sa e ha messo comunque a segno due goal importanti. Per il futuro però bisogna puntare ad altro, forse l’unico vero aspetto da migliorare: l’attacco, l’attaccante centrale. Raspadori potrà essere la soluzione? Speriamo…

Il gruppone di Wembley

Non abbiamo una vera stella, un nome da 100 milioni di euro, o un fenomeno che ribalta e vince la partita da solo. Ma l’Italia è così, si vince unendo le forze, tutti insieme, indirizzati verso un unico obiettivo. Classe operaia al potere. Il vero top player dell’Italia di Mancini si chiama collettivo. Ed è quando abbiamo perso il nostro giocatore più in forma, il più performante nelle prime partite, Leonardo Spinazzola, che lo spirito di gruppo è emerso ancora di più. C’era da vincere anche per Leo.

La partita contro il Belgio, primo nel ranking, è stata festeggiata a metà proprio proprio perché l’esterno della Roma ha fatto crack. Staff, giocatori e tifosi quasi in lutto, sofferenti d’animo. L’infortunio di Spinazzola ha fornito motivazioni in più ai suoi compagni, l’Italia è ripartita senza magoni, soffrendo e vincendo contro gli spagnoli. A fine gara la maglietta di Spina indossata da Insigne ha rappresentato la vera unione di questo gruppo.

Lo hanno fatto anche per Spina, uno dei migliori prima dell’infortunio (fonte: Instagram Azzurri)

Contro la Spagna, Manuel Locatelli si è preso la briga di calciare il rigore per primo. Il centrocampista del Sassuolo ha sbagliato un tiro importantissimo, che poteva sin da subito indirizzare la pazza lotteria a favore della Spagna. Sconsolato, Manuel è ritornato al centro del campo, insieme ai suoi compagni. Solo due però lo hanno applaudito e lo hanno incitato: il capitano Giorgio Chiellini e Bernardeschi. Chiellini lo abbraccia, lo rincuora e se lo tiene con sé. Senso di protezione. Se sbagli tu, potevo sbagliare anche io. No problem, anche perché poi c’è Jorginho che ha mandato le furie rosse a fare una doccia gelata.

Abbiamo menzionato Bernardeschi. Veramente doveva esserci a questo Europeo? Forse no, forse avrebbe meritato qualcun altro, tipo Politano. Ma quando abbiamo detto che Mancini ha azzeccato quasi tutto, ci riferivamo anche a questo. Federico è stato un grande personaggio all’interno dello spogliatoio. Un fattore importante. Noi non c’eravamo, ma abbiamo letto e sentito tanto. Pessina ha raccontato, per esempio, che al ritorno da Wembley, dopo la partita contro la Spagna, Berna, tramite i suoi contatti, ha fatto trovare degli sfiziosi cornetti caldi per tutto il gruppo, alle 5 di mattino. Momenti così fortificano ancora di più il gruppo. Quando è sceso in campo, Federico Bernardeschi non ha sfigurato, ed è rimasto freddo calciando dei rigori precisi contro Spagna e Inghilterra. Grazie anche a lui siamo campioni d’Europa.

La Nazionale ha ricevuto tante critiche gratuite. “Il modulo non va bene”, “Quel giocatore deve partire titolare”, “Mancini non capisce niente”, “Abbiamo affrontato i più deboli”, “Abbiamo una Nazionale scarsa, quelle del 1982 e del 2006 erano migliori”, “Io avrei fatto giocato lui al posto di quell’altro, questo di qui non sa passare la palla“. E tante altre cose così. Paragoni, attacchi e accuse da parte di tutti, anche quando il percorso cominciava a sorriderci. Siamo italiani e dobbiamo intrometterci sempre per natura, cercando il pelo nell’uovo. E invece la splendida Nazionale di Mancini alla fine ha messo tutti d’accordo. Un’impresa. Da ora in poi cerchiamo di essere meno fastidiosi e più ragionevoli. Lasciamo il lavoro vero ai professionisti, ai nostri allenatori, che sono di un’altra categoria.

Il nostro Roberto Mancini, da Jesi, ne è la prova, diventando il secondo allenatore italiano ad alzare la coppa dell’Europeo verso il cielo, in una notte magica italiana. Siamo campioni d’Europa. Sì, ragazzi, siamo campioni d’Europa.


Il meglio del calcio internazionale su Sottoporta: Cosa ci lascia questa Copa America 2021?

Fonte immagine di copertina: Instagram Azzurri

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: