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Jack Grealish, the star

Classe 1995, lo corteggiano le grandi, ma per adesso deve pensare a salvare la squadra del suo cuore, l’Aston Villa. Forte tecnicamente, deve ancora debuttare con la nazionale inglese, dopo aver disputato diverse partite con le giovanili dell’Irlanda. Non è da tutti giocare per entrambe.

Ieri sera l’Aston Villa ha subito un pesante tre a zero interno dal Manchester United. La salvezza dista tanti punti quante sono le partite da giocare: quattro. Il club della famiglia Glazer, da tempo, mantiene un certo gradimento sull’uomo di maggior talento dell’Aston Villa: Jack Grealish potrebbe rivelarsi un degno esponente della grande tradizione di centrocampisti inglesi, sia per le qualità tecniche, sia per la capacità di impostare l’azione che per le doti d’inserimento.

Classe 1995, gioca a Birmingham, nell’Aston Villa, è uno dei maggiori talenti del calcio britannico, ma una sostanziosa fetta di pseudo appassionati non se n’è ancora accorta.

Tra passato e presente

Non è facile fare grandi cose quando hai ottimi mezzi tecnici, ma devi comunque rimanere sull’attenti perchè la squadra alla quale sei legato dal momento in cui hai emesso il primo vagito è penultimo in classifica.

Nel 1982, Birmingham viveva un periodo fiorente sia per quanto riguarda il football che per la musica pop: quasi nello stesso momento, l’Aston Villa batte il Bayern e si laurea campione d’Europa, mentre un gruppo di ragazzi cresciuti al Rum Runner lanciava l’album Rio, destinato a scalare vette mondiali: naturalmente, si tratta dei Duran Duran.

Anno 2020, la situazione, almeno in un rettangolo verde, non è delle migliori, ma Jack Grealish riesce, in quanto numero Dieci e capitano, a dispensare sapienza da funambolo e allo stesso tempo concretezza come pochi.

Saranno famosi

Non solo sta attirando l’interesse dei grandi club, ma il Commissario Tecnico dei Leoni, Gareth Southgate, nutre la speranza di inserirlo nel già rodato meccanismo arrivato quarto in Russia. Un anno in più di esperienza non potrà di certo nuocere.

La nazionale inglese è un gruppo forte, completo in ogni reparto e uno come Grealish, trequartista nell’animo e nella cadenza, può comunque agire da mezzala o esterno d’attacco, dettare il buono e il cattivo tempo su tutto il fronte offensivo, risultando fondamentale per l’impostazione del gioco.

Subisce un gran numeri di falli, è spietato ed elegante nel dribbling e quando tira fa male: sette reti in campionato distribuite su trentadue partite disputate, alle quali vanno sommati i due gol in FA Cup.

Notate i suoi movimenti, passi piccoli e veloci, quasi impercettibili e un secondo dopo la fiammata, il colpo che lascia sul posto uno, due avversari. O lo stendono, oppure peggio per loro: Jack non perdona.

Quando calcia esprime un elegante gusto per il gol da cineteca, quello che verrà ricordato per anni. Che poesia, quella rifilata al Manchester United all’andata, sei tocchi di pura libidine calcistica.

E poi, in quanti avrebbero il coraggio di giocare per l’Inghilterra dopo aver difeso i colori dell’Eire, nelle giovanili, in diciannove occasioni? Jack Grealish l’ha fatto. Non importa il perchè.


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Fonte foto di copertina: Instagram Jack Grealish

Di Luigi Della Penna

Classe 1996, mi definisco un cacciatore di storie e un mendicante di emozioni. Il calcio è vita, ma un'esistenza senza football non sarebbe la stessa cosa.

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