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Wout Weghorst, un capobranco sottovalutato

Wout Weghorst appartiene alla categoria di attaccanti sottovaluti: quelli che segnano un casino di goal, ma che non fanno notizia come i big social striker.

Ne ha segnati tanti di goal in carriera, eppure non è mai steso preso più di tanto in considerazione. Sbagliando. Perché Wout Weghorst è una volpe d’area di rigore, ma non solo. Ha un fisico da vero 9, ovvero 197 cm per 85 chilogrammi circa, ma non è mai statico: segue l’azione, aiuta i compagni, sa verticalizzare, ricorre spesso ai tackle, tanto da essere uno degli attaccanti in Bundesliga a farne di più. Quello che sa fare meglio, però, è segnare. Di destro, di sinistro, di testa ovviamente: una volpe con le sembianze di un ariete.

A Weghorst non è mai stato regalato niente

Wout dà tutto per la squadra, vive di calcio e di goal. E non gli è stato mai regalato niente. Dieci anni fa, agli albori della sua carriera, era al VV DETO Twenterand, tra gli amatori. Nonostante di gol ne facesse tanti, Weghorst faticava a farsi notare. C’era qualcuno che gli diceva di abbandonare il calcio, che non avrebbe mai sfondato. Da Borne, piccolo paesino di poco più 20 mila abitanti, è arrivato ad essere uno delle migliori prime punte della Bundesliga ed Europa. E non solo a livello realizzativo.

Non ha grande hype, ma se vedi giocare Wout Weghorst, te ne innamori per la passione e il sacrificio. Tutti valori che si è trascinato da Borne in poi. Quando quelle persone gli dissero di abbandonare il calcio, dentro di Wout si era accesa qualcosa: la voglia di diventare un calciatore e realizzare il proprio sogno. Una cosa comune, ma non per tutti. E proprio per fare zittire tutti, da una posizione sfavorevole, bisogna fare solo una cosa. Lavorare, lavorare, lavorare. Lavorare sodo, con passione e sacrificio. E Wout non ha mai rinunciato al suo sogno, perché di calcio si vive.

O ci si forma o ci si ferma…

Dalla quarta divisione olandese è andato a finire alle giovanili del Willem II. Un passo decisivo per Weghorst, in quel frangente lì avviene il crocevia di ogni calciatore: o ci si forma o ci si ferma. Wout non ha saputo sfondare con la squadra di Tilburg, che si aspettava di inserirlo gradualmente in prima squadra. Un mezzo flop per un ventenne venuto dal basso che poteva costare caro. Ma Weghorst si è rimboccato le maniche ed è partito da una squadra di seconda divisione olandese, l’Emmen.

C’è stato sempre qualcosa che ha attirato l’attenzione dello staff tecnico di ogni squadra verso Wout Weghorst: l’assoluta disponibilità e dedizione al lavoro. Era pronto a restare anche ad allenamento terminato, per impegnarsi sempre di più. Wout non fallisce l’opportunità e comincia a segnare i primi goal importanti da calciatore. Otto il primo anno e 12 il secondo sia con l’Emmen, sia con l’Heracles Almelo in Eredivisie, che porta per la prima volta a qualificarsi in una competizione europea.

Weghorst heracles Almelo
A festeggiare con i tifosi dell’Heracles (foto: Instagram Wout Weghorst)

Weghorst viaggia spedito, nessuno può dirgli più niente. Il carattere ambizioso del calciatore olandese lo si vede anche fuori dal campo. Anni fa ha visto in TV che c’era l’opportunità di visitare delle persone anziane senza parenti in una casa di riposo. Qualunque calciatore penserebbe a sostenere una campagna così, magari da testimonial o donando qualcosa, ma non in prima persona. Wout ha pensato che deve essere veramente brutto trascorrere la vita in quel modo, da soli, senza nessuno che lo pensi. Così ha seguito un anziano che non conosceva fino alla sua morte. Un gesto onorevole.

Fino a 23 anni ha studiato economia aziendale, con un anno dedicato interamente al giornalismo. Non è stato mai un piano B perché a diventare calciatore ci ha sempre creduto, ma questo è Wout Weghorst, uno che vuole fare e dare sempre di più. Che non sa stare fermo né in campo, né nella vita privata.

“Questo è solo il mio carattere. Ancora oggi ho la sensazione che devo fare sempre di più e che non è mai abbastanza. Rimarrò sempre così. Questa è la mia strada. E penso che questo sia ciò che mi ha portato dove sono oggi”.

Wout Weghorst

Diventare capobranco

All’AZ Alkmaar Weghorst esplode definitivamente con i suoi 35 goal in due stagioni, numeri che non possono essere trascurati dagli scout dei club dei principali campionati europei, quanto meno da quelli delle squadre di metà classifica. Prima della stagione 2018/2019, il Wolfsburg si era salvato per due anni consecutivi grazie solamente allo spareggio con la terza della Zweite. Due sedicesimi posti in due stagioni, dopo che, nelle due precedenti, erano arrivate DFB Pokal e Supercoppa tedesca. Sono stati considerati risultati molto deludenti dalla società della Bassa Sassonia, che desiderava una svolta. Poco più di 10 milioni di euro, e la squadra dei lupi ha firmato il suo capobranco.

Weghorst Wolfsburg
Il punto fermo del Wolfsburg di Glasner (foto: Instagram Wout Weghorst)

Il primo anno segna ben 17 gol, il quarto score più alto in assoluto nella storia del Wolfsburg in una singola campagna di Bundesliga, dietro solo ad alcune leggende del club come Edin Dzeko – 22 nel 2009/2010; 26 nel 2008/2009 – e il brasiliano Grafite – 28 nel 2008/09. Se non si fosse capito, il 2008/2009 è la stagione del primo e unico titolo attualmente del club in verde. Difficile replicare quel fantastico risultato nuovamente, ma, nelle ultime due stagioni, i Die Wölfe si sono piazzati al 6° e 7° posto in Bundes, ottenendo il pass per l’Europa League. Non è una gioia paragonabile allo scudetto, ma non è neanche lo spauracchio di una possibile retrocessione. E quest’anno si sogna un posto in Champions League.

Cercasi estimatori di Weghorst

Il faro è solo uno, Wout Weghorst, che mantiene una media goal assurda da inizio anno. I tifosi lo amano, i compagni anche Admir Mehmedi: “Corre tanto per la squadra e ha una mentalità molto forte. Non riesco a pensare a un altro giocatore così pazzo, in senso positivo!” Wout Weghorst cerca di essere un modello per tutti come già dimostrato, dentro e fuori dal campo. E anche se nella Nazionale olandese, che vere punte di ruolo non ne ha, trova spazio con il contagocce, con sole 4 presenze dal 2018, lui decide di perseverare e di impegnarsi ancora di più: sa che lavorando duro e con i suoi goal, prima o poi qualche chiamata in più arriverà.

“È estremamente frustrante, perché voglio far parte della squadra nazionale olandese. Voglio essere presente ad ogni partita. Questo mi motiva a continuare a lavorare, a migliorare. Devo fare meglio per avere questa possibilità.”

Alla nazionale olandese serve uno come Weghorst

E anche se la miglior ricompensa, per lui, è ricevere gli applausi e gli incitamento dei tifosi quando lo incontrano per strada, rimanere escluso dai titolari della Oranje per far spazio a gente meno in forma di lui, come Ryan Babel, non deve essere affatto piacevole e confortante. Wout, nel frattempo, continua a fare grandi cose con il Wolfsburg.

Esempi? È il primo giocatore ad aver segnato almeno tre triplette con il Wolfsburg, di cui una nel 2019 in una partita contro il Fortuna Düsseldorf. Tra l’altro, in quella stessa partita Weghorst sfornò anche due assist. La sua partecipazione ai goal del Wolfsburg in questa stagione, tra numerosi goal e qualche assist, ha una percentuale altissima, che sfiora (attualmente) il 50%: un goal su due porta sostanzialmente la sua firma. Ed è il primo giocatore del Wolfsburg ad aver segnato almeno 14 gol nelle prime 20 giornate di Bundesliga.

Numeri e statistiche piuttosto impressionanti, che Wout Weghorst registra ogni settimana, ogni stagione, da ormai diverse stagioni. E che, dovesse continuare così, non potrà che aggiornare continuamente. Perché il capobranco dei Lupi segna e fa segnare. Concentrato, letale, tecnico: Wout Weghorst ha i tratti del grande centravanti. Bisogna esaltarlo di più e bisogna farlo giocare con gli Oranje.


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Fonte foto di copertina: Instagram Wout Weghorst

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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