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Thomas Meunier è un gran bel terzino

Non è sicuramente il giocatore più appariscente o brillante, ma sia le squadre di club che la Nazionale belga dovrebbero riconoscere di più la bravura di Thomas Meunier.

Thomas Meunier è un gran bel terzino. Eppure, non è mai stato particolarmente considerato. Di punti deboli ne ha pochissimi, davvero, ma non viene mai esaltato da media e tifosi. Qualche allenatore talvolta lo snobba, ma su Meunier si può solo parlare bene. Ok, a volte è troppo irruento e prende qualche cartellino di troppo. Qualche volta incappa in qualche partita no, come tutti. Ma poi? Il suo compito lo fa sempre, anche molto bene. I punti di forza sono decisamente maggiori delle debolezze. Tanti, però, continuano a far finta di non accorgersi di lui.

Nella partita d’esordio a EURO 2020 contro la Russia, per esempio, è stato uno dei migliori insieme a Lukaku, a cui ha fornito un grande assist con un passaggio filtrante al minuto 88, dopo una fiammata degna di quelle del centravanti dell’Inter. E non bisogna scordare il suo gol da opportunista vero, un tap-in dopo la corta respinta di Shunin, sette minuti dopo il suo ingresso in campo. Già, il CT Roberto Martínez aveva preferito mandare sull’out di destra l’ex atalantino Castagne, poi costretto ad uscire dopo un terribile scontro. Meunier è entrato e ha giocato dannatamente bene. Sempre poco considerato dagli addetti ai lavori, il terzino belga è uno di quei giocatori su cui ti puoi affidare sempre.

La svolta di Meunier

La prima svolta della carriera di Meunier arriva nel 2006, quando fu espulso dallo Standard Liegi per via di qualche infortunio di troppo. Ma è stato questo trauma che lo ha fatto diventare un calciatore professionista. Avrebbe potuto abbattersi ancora prima di iniziare, invece non ha mai ceduto. Essere diventato un professionista è dovuto al semplice fatto che lavoro duramente. Non mi lamento, vado avanti e non mi arrendo mai”. Thomas ha cuore, idee e tanta corsa. Lui non si definisce un giocatore di grande talento, ma sa che gli anni in cui ha praticato futsal gli hanno giovato parecchio, dato che gli hanno permesso di avere una migliore tecnica di base.

Meunier arriva nel 2011 al Club Brugge dalla terza divisione belga. Al Royal Excelsior Virton giocava come esterno d’attacco e anche al primo anno con i nerazzurri il ruolo è rimasto quello. L’allenatore spagnolo Juan Carlos Garrido, nel 2012, lo arretra; un po’ per necessità, un po’ per invenzione. È la svolta, quella decisiva. Meunier risponde presente e si adatta perfettamente alla sua nuova posizione, senza perdere l’istinto da predatore offensivo. È un terzino destro offensivo che fa ancora le cose come un attaccante diceva il suo ex tecnico Michel Preud’homme. I 20 goal e i 22 assist in 198 partite complessive per il Bruges attirano l’attenzione del ricco PSG.

Mastro-Don Meunier

Parigi è l’ambiente ideale per farsi conoscere. La gente inizia ad accorgersi di lui, ma Meunier rimane sempre uno dei tanti, un gregario in una squadra di stelle. Un gregario da 13 goal e 21 assist in 128 partite, come terzino. Un gregario che ha vinto ben dieci titoli con i parigini, ma che è rimasto pur sempre gregario. Ce lo insegna Giovanni Verga: Gesualdo Motta, il protagonista di Mastro-Don Gesualdo, nonostante fosse arrivato ai vertici della piramide sociale partendo dal basso, nascendo manovale, pur sedendo a tavola con la nobiltà, nobile non lo sarebbe mai stato. Gesualdo-Meunier vince e gioca bene, scala tutte le gerarchie, eppure non è riuscito comunque a mettersi abbastanza in mostra per i tifosi.

Lasciarlo andare a parametro zero è stato un errore abbastanza plateale, anche perché, alla fine dei conti, il PSG non è che abbia trovato un terzino migliore di lui. Thomas Meunier è un ragazzo normale, un po’ riservato, a cui piace il calcio e, magari, bere qualche birra. Niente di speciale, è vero. Ci sono terzini più forti di lui, è vero. Ma in un’ipotetica Top 10 europea, nel suo ruolo Meunier rientrerebbe tranquillamente. Ciò che contraddistingue Meunier dal personaggio verghiano è stata l’umiltà e lo spirito di sacrificio e abnegazione con i quali il terzino belga ha sempre conquistato spazio ovunque abbia giocato.

Meglio averlo in campo…

Nel Borussia Dortmund di Favre, dove ai terzini era richiesto di contribuire sia in attacco che in difesa, Meunier si è adattato facilmente. È il suo mestiere e lo fa molto bene. Ma quando l’allenatore svizzero è stato esonerato ed è subentrato Terzic, i minuti sono drasticamente diminuiti. Il campo, alla fine, ha dimostrato che è meglio avere sempre un Meunier titolare. Lo sa bene la Nazionale belga, che ha sofferto tremendamente l’assenza di Thomas nella semifinale persa contro la Francia al Mondiale russo del 2018. La sua versatilità, la sua velocità e la sua abilità nei duelli fisici, visti i suoi 191 cm di altezza, sono fortemente mancati nella sfida contro Mbappé e compagni. Al rientro nella finale per il 3° posto contro l’Inghilterra, Meunier è andato a segno dopo neanche cinque minuti dall’inizio del match.

Solido, versatile, ma anche molto creativo con il pallone. Non stupisce vedere più di un passaggio chiave tra le sue statistiche di gioco a fine partita. È successo al debutto di Euro 2020, dove di passaggi chiave ne sono arrivati due da subentrato. Il suo apporto alla causa belga è consistente: 8 goal e 15 assist in 50 partite, per ora. Indimenticabile, poi, la partita dell’agosto 2017 contro la malcapitata Gibilterra: nel 9-0 finale, Meunier ha contribuito con una tripletta e un poker d’assist. L’avversario era modesto, ma un po’ di meriti al buon Thomas si possono dare almeno in questo caso, no? In quella partita nessuno tra i vari Lukaku, Mertens, Kevin De Bruyne ed Eden Hazard, quello dei tempi migliori, ha avuto un impatto così importante.

Alla fine, anche se sono in pochi a considerarlo quanto meriterebbe, quando va in campo Meunier dà sempre tutto, perché a fine partita non vuole avere rimpianti. “Questa è la mia personalità. Sono difficile da battere”. Questo è Thomas Meunier, un profilo che sarebbe veramente prezioso in ogni squadra del globo. Consideratelo un po’ di più: se lo merita.


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Fonte immagine di copertina: ESPN

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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