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Questione Pallone d’Oro

È una scelta clamorosa quella di non assegnare il Pallone d’Oro 2020. Due opinioni sulla decisione di France Football.

“A circostanze eccezionali, decisioni eccezionali. Per la prima volta nella sua storia, nel 2020 il Pallone d’Oro di France Football non verrà assegnato. Non ci sono le sufficienti condizioni di equità, dal momento che alcuni campionati sono stati interrotti in un anno così unico non può e non dovrebbe essere trattato come un anno normale. In caso di dubbio, è meglio astenersi. Messi e Rapinoe, così come De Ligt e Alisson, vincitori dei trofei di Kopa e Yashin, dovranno aspettare un anno. I vincitori dell’ultima edizione del Pallone d’Oro non avranno successori alla fine dell’anno. Il Pallone d’Oro trasmette valori diversi, come l’esemplarità, la solidarietà e la responsabilità, oltre all’eccellenza sportiva. Non volevamo aggiungere un asterisco indelebile alla lista dei premi nello stile di “trofeo vinto in circostanze eccezionali a causa della crisi sanitaria di Covid-19″. Preferiremo sempre una piccola ferita (alla nostra storia) ad una grande cicatrice. È la prima volta dal 1956 che il Pallone d’Oro si prende una pausa. La parentesi non ci rende felici, ma ci sembra la scelta più responsabile e logica. Proteggere la credibilità e la legittimità di un tale premio significa anche garantire che sia irreprensibile nel tempo”.

Pascal Ferré

PERCHÉ È GIUSTO

È una stagione falsata, su questo non c’è dubbio. Il Pallone d’Oro è una cosa seria e, per decretare un vincitore, bisogna poter valutare bene, cosa che non si può fare questa stagione. Hanno deciso di terminare campionati e Coppe per il semplice fatto che gli interessi economici sono maggiori della salute. Il calcio ormai è un business, poco importa se non ci sono i tifosi presenti allo stadio, possono sempre guardare la partita in TV. Attenzione però.

Ci sono grandi calciatori che si gasano quando vengono stimolati dai tifosi. Sono quelli che hanno bisogno del rumore del pubblico per sentirsi motivati a dare qualcosa in più. Questa situazione può favorire chi, invece, non regge tantissimo la pressione o chi non vuole sentirsi una primadonna. Sono quelli che, senza pubblico, possono essere più liberi di esprimersi, senza doversi preoccupare dei boati negativi al primo errore o dei “buuuh” avversari. Basandosi sul principio universale del calcio, cioè che i tifosi sono stati sempre presenti allo stadio, non è stata questa una stagione falsata?

Oltre naturalmente alle condizioni fisiche e psicologiche, sicuramente diverse rispetto a marzo, c’è un altro fattore che può influenzare la stagione: il maledetto mercato. Basti pensare al caso di Timo Werner. Lui non potrà giocare i quarti di finale con il suo Lipsia perché ha già stretto un accordo col Chelsea e ha rinunciato al prolungamento del contratto per potersi già immergere nell’avventura inglese. Con il club tedesco ha stupito tutti, eliminando il Tottenham di Mourinho agli ottavi e candidandosi come outsider in Champions League.

Già, la Champions League, la competizione che spesso decide il vero vincitore del Pallone d’Oro. Questa Final Eight in 11 giorni, ad agosto, con tanto di caldo afoso, siamo sicuri che possa eleggere la squadra più forte di tutta la stagione europea? O solo la più in forma in quei giorni? Va bene così, ma il vincitore di un Pallone d’Oro non si può decretare così.

PERCHÉ NON È GIUSTO

Non bisogna scherzare. L’assegnazione del Pallone D’Oro è una questione sacra. Sin dal 1956 c’è stato sempre un migliore dei migliori in Europa e nel mondo. Perché non darlo? Per quale ragione?

I campionati e le Coppe verranno portati a termine, in sicurezza, senza tifosi, ma verranno portati a termine. Dunque, a parte qualche federazione che ha deciso frettolosamente, tutti gli altri campionati stabiliranno un vincitore, delle retrocessioni, delle promozioni e i posti in Europa. La stagione per queste assegnazioni in questo caso non è falsata? È un po’ contraddittorio.

Il vincitore del Pallone d’Oro è colui che, tra i tanti campioni, complessivamente fa meglio rispetto agli altri e riesce anche a vincere trofei rilevanti. Prima della pausa c’è stata una buona parte di stagione, adesso la si sta recuperando. Così come la Champions League. Non si può valutare solamente in base agli 11 giorni della Final Eight, ma prendendo anche le partite sin dall’inizio della stagione, da settembre. Questo non implica che chi si sia rivelato cruciale ora non si possa meritare l’ambito riconoscimento. Conta il percorso svolto, conta come abbia saputo affrontare determinate situazioni, che alla fine fanno sempre parte del gioco, anche in queste circostanze straordinarie.

Se per un anno si ricorre a criteri di valutazione differenti, non succede nulla. Ma non assegnarlo è definitivamente peggio. Quindi perché non conferire il Pallone d’Oro valutando complessivamente tutta la stagione? Anche se frammentata, è stata comunque una stagione giunta a compimento. E non ha senso che i nostri nipoti vedano un asterisco o una scritta del tipo “non assegnato” per una valutazione sbrigativa della situazione. Questa scelta farà discutere per sempre.


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Fonte copertina: France Football

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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