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Ben Arfa, come ghiaccio per il fuoco

La Ligue 1 riabbraccia Hatem Ben Arfa, un animo di fuoco senza padroni e seguace solo delle proprie leggi

Appiccare il fuoco servendosi del ghiaccio, suona antitetico ma è possibile. Levigando alle estremità un blocco di ghiaccio abbastanza spesso, basterebbe renderlo rotondo per trasformarlo in una gigantesca lente di ingrandimento. Pochi istanti alla giusta inclinazione ed i raggi del sole possono far divampare un piccolo fuocherello su un cumulo di paglia secca.

Hatem Ben Arfa ricorda quel blocco di ghiaccio. Chiunque metterebbe la mano sul fuoco sulle qualità di uno dei migliori dribblatori degli anni 2000; il discorso cambia se si parla della gestione di un carattere spesso troppo ardente, tanto innamorato del pallone quanto poco attratto dal lavoro di squadra.

Avere a che fare con Ben Arfa è come cercare di ottenere fuoco dal ghiaccio: tremendamente difficile nella pratica, fattibile e con risultati ottimi nella teoria, a patto che si riesca a smussare i suoi lati più spigoloso. In pochi ce l’hanno fatta, e troppo spesso il giocatore ha finito per sciogliersi su se stesso.

Testa Calda

Dopo due anni nelle giovanili del Clairefontaine, nel 2002 Ben Arfa passa al vivaio dell’Olympique Lione. Paracadutato tra i professionisti nel 2004, Ben Arfa comincia a non fare le prime amicizie con l’ambiente OL, andando a creare spaccature sia con il presidente Aulas sia con l’allenatore Gérard Houllier.

Visto l’ottimo Europeo U17 disputato da Ben Arfa – vincitore e capocannoniere del torneo – il Lione si convince di aver tra le mani un prodigio, che forse eccede per grinta e ardore.

Nel bel mezzo dell’ultimo periodo vincente della storia del Lione – il quadriennio dal 2004 al 2008 – Ben Arfa vivrà solo l’ultima stagione da partecipante attivo, con l’avvento di Alain Perrin sulla panchina dei Les Gones.

Al termine di quella stagione, Ben Arfa si fa notare con 8 gol e 5 assist contribuendo finalmente alle conquiste del Lione, che si porterà a casa il treble composto da Campionato, Coppa e Supercoppa nazionale.

Migrato nel sud del paese con in saccoccia già ben 9 titoli, Ben Arfa passa ai rivali dell’altro Olympique, quello di Marsiglia. Il nuovo mentore Eric Gerets cambia il suo impiego in campo facendogli prendere confidenza con il ruolo di trequartista, per dare sostegno sia ad una sola punta sia al duo d’attacco. La posizione prediletta rimarrà comunque quella di ala sinistra.

Dopo il divorzio di Gerets con l’OM, sarà il turno di Didier Deschamps, che riporterà il Marsiglia sul tetto di Francia dopo 18 anni, vincendo anche la Supercoppa in estate e la prima Coppa di Lega della storia del club.

Hatem sarà decisivo proprio in finale contro il Bordeaux con un assist per Valbuena, tuttavia per il resto della stagione viene impiegato più da subentrante o addirittura lasciato in tribuna. Si contano più litigi con allenatore e compagni che presenze da titolare, a fine anno Ben Arfa dovrà lasciare la Provenza.

God Saves Ben Arfa

Un brutto infortunio compromette fin da subito la sua nuova avventura in Inghilterra, al Newcastle, che lo riscatterà a fine anno nonostante le pochissime presenze.

Le prestazioni del giocatore non migliorano nelle stagioni successive, visto che viene tenuto in panchina ogni 3-4 partite fino al secondo grave stop, nel 2013.

Tenuto in disparte nel finale di stagione del 2014, viene girato in prestito all’Hull City, che dopo 9 presenze opache e nessuna rete, se ne sbarazzerà già a Gennaio.

Juste Au Revoir

Hatem trova l’accordo per firmare con il Nizza, ma il trasferimento viene bloccato dalla FIFA, poiché da regolamento non si possono vestire più di due maglie diverse in una sola stagione (Newcastle U21, Hull City e appunto Nizza). Ce n’est pas adieu, mais juste au revoir.

Con la nuova stagione, il ritorno in Francia è di nuovo possibile. Ben Arfa vola a Nizza ed entra a far parte dell’ambizioso progetto di Claude Puel, che lo colloca stabilmente da trequartista.

Perno del gioco dei Nizzardi e smistatore veloce e chirurgico, Ben Arfa vive una stagione favolosa con i rossoneri d’Oltralpe. Finalmente parte attiva, anzi indispensabile della propria squadra, Hatem conduce il Nizza fino al quarto posto, servendo 7 assist e segnando 18 reti.

Adieu Pour Toujours

Il Nizza farà ancora meglio nella stagione successiva guadagnando il terzo posto, ma senza Ben Arfa. Il nuovo PSG di Unai Emery si aggiudica il tunisino che non sfigura con 4 reti e 7 assist, giocando soprattutto da subentrato.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. A fine stagione Ben Arfa è ai ferri corti anche con Emery, che all’inizio della nuova avventura con il PSG lo aveva avvisato così in conferenza stampa.

Hatem, tu n’es pas Messi

Unai Emery

Non convocato per le ultime gare del 2017, Ben Arfa sarà messo fuori rosa nella stagione successiva.

Gli allenamenti con la primavera mantengono il tono muscolare ma deprimono il giocatore, che come da programma rescinde con les Parisiens. Ironia della sorte, quasi parallelamente anche Emery chiuderà i rapporti con il PSG.

Le Rouge et le Noir

I colori rosso e nero portano bene a Ben Arfa, che passati i 30 anni d’età si accasa al Rennes di Julien Stéphan, grande sorpresa della Ligue 1 2019-2020.

Il Rennes infatti chiude a metà classifica, in Europa League raggiunge gli ottavi e vince la sua terza Coppa di Francia, ai danni del PSG. Per Ben Arfa non solo la soddisfazione di battere la sua ex squadra, ma anche il titolo numero 19 in carriera. E per il momento, l’ultimo.

Il 2020 di Ben Arfa sarà un altro buco nell’acqua. Dopo essere rimasto svincolato per qualche mese, a Gennaio viene contattato da Ronaldo il Fenomeno che lo vuole nel suo Valladolid. Solo 5 presenze e 0 gol prima di terminare i rapporti di lavoro con gli spagnoli.

All’inizio di questa nuova stagione calcistica, tanto per cambiare Ben Arfa era rimasto svincolato. Su di lui ha creduto il Bordeaux, che ha schierato per la prima volta il nuovo acquisto proprio contro l’Olympique Marsiglia, una delle tante società che non è mai riuscita veramente a plasmare l’identità di Ben Arfa.

Anche adesso, a 33 anni, Hatem Ben Arfa è rimasto lo stesso, congelato nella sua forma più grezza. Nonostante la fluidità nel passo, la visione di gioco ampliata ed il carattere focoso ed indomabile, Ben Arfa è tutt’ora un iceberg da cui ogni tanto si stacca un pezzo, che viene colpito dal sole e occasionalmente provoca un incendio.

Con le maglie del Nizza prima e del Rennes poi ha offerto il meglio di sé, anche se è durato troppo poco. Grazie al Bordeaux, Ben Arfa riabbraccia la Ligue 1 ma soprattutto il campo, che non calpestava dal 7 Luglio 2020 prima dei problemi alla schiena.

Chissà se in una piazza storica ma comunque ridotta non riesca ad innescare nuova elettricità. Magari dal ghiaccio si ricava pure quella.


Su Sottoporta il meglio del calcio internazionale: Il Comandante Emery

Fonte Immagine Copertina: Instagram Hatem Ben Arfa

Di Filippo Serio

Genovese edizione 1996, condivido il compleanno con la leggenda Bruno Pizzul.
Non sapendo giocare a calcio, metto creatività ed originalità nel raccontarlo.
I miei film preferiti sono le pellicole di Tarantino e le partite di Xavi Hernandez.

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