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Zestaponi: come scomparire tristemente all’apice

Nell’albo d’oro del campionato georgiano il nome della Dinamo Tbilisi si ripete per 19 volte. La squadra della capitale ha trionfato in oltre metà delle 36 edizioni della Erovnuli Liga, denominazione della massima serie calcistica della Georgia. Una pletora di squadre si spartisce i titoli rimanenti. Quattro volte ha vinto la Torpedo Kutaisi, seconda squadra del paese per presenze in prima divisione. Hanno raggiunto la gloria Olimpi Rustavi, e Sioni Bolnisi, club che vantano 25 apparizioni nella massima serie, ma sprofondati nelle leghe inferiori. A quota 2 trionfi, infine, si trovano altre due società storiche. Una è il Saburtalo, attualmente noto come Iberia 1999, vincitore del campionato quest’anno. L’altra si chiama FC Zestaponi e non esiste più, essendo scomparsa qualche anno fa proprio sul più bello.

Zesta’poni è una cittadina di circa 20.000 anime, situata nella regione che gli antichi Greci chiamavano un tempo Colchide. La letteratura greca pullula di riferimenti a questa terra mitica e misteriosa, che ha sempre suscitato una certa fascinazione sui popoli ellenici. Si riteneva che fosse una regione opulenta e sfarzosa, ricchissima di minerali e metalli pregiati, motivo per cui ospitava alcuni dei tesori più preziosi, come il Vello d’Oro inseguito dagli Argonauti. Non a caso, si narrava che qui fosse nata l’arte della metallurgia. Sebbene la colonizzazione greca del V secolo a.C. e la successiva dominazione romana avessero smentito i racconti dei padri, ben presto la Georgia occidentale avrebbe effettivamente trasceso il mito. Oggi, infatti, il complesso minerario di Chiatura-Zestaponi è uno dei più importanti d’Europa. Zestaponi, in particolare, è uno dei principali centri mondiali per la produzione di manganese e ferro-manganese, materiale imprescindibile per la produzione di acciaio inossidabile.

Tale vocazione mineraria caratterizzava la città anche in epoca sovietica, durante la quale, difatti, era calcisticamente rappresentata dal Metalurgi Zestaponi. Fondato nel 1938, il Metalurgi dominò la scena calcistica locale, vincendo una coppa nazionale georgiana e sfiorando più volte la vittoria del campionato. Il 1990 rappresentò, ovviamente, un anno cruciale per la Georgia, al pari di tutti i paesi coinvolti nel disfacimento dell’Unione Sovietica. L’indipendenza del paese caucasico rivoluzionò il sistema-calcio nazionale: vecchie squadre scomparvero definitivamente e nuove società presero il loro posto. A Zestaponi il Metalurgi non resse l’urto della frattura storica e cessò di esistere. Ne raccolse l’eredità il Margveti Zestaponi, attivo tra 1990 e 2000. Parallelamente, un altro club, sorto nel 1999 alla luce della crisi finanziaria del Margveti, ne acquisì il nome; nel 2004 già non esisteva più. È a questo punto della storia che subentra il FC Zestaponi.

Lo Zestaponi prende vita grazie all’intervento di Ilia Kokaia. Imprenditore georgiano particolarmente attivo e vivace, inserito nell’industria metallurgica locale e proprietario di una catena di alberghi, fra le altre cose era anche un agente calcistico. Kokaia intuisce la congiuntura temporale favorevole per un suo intervento: Zestaponi era rimasta priva di un club a seguito del fallimento del Metalurgi; al contempo, nella massima serie vi era un posto vacante, dal momento che il Samgurali Tskaltubo, vincitore della seconda divisione, non si iscrisse al campionato. Dopo una breve consultazione con la Federazione georgiana, Kokaia ebbe dunque il via libera per iscrivere lo Zestaponi in Umaglesi Liga. L’ossatura del club si reggeva sul nucleo di ex giocatori del Mtskheta-Urioni, retrocesso nella stagione precedente e fallito a sua volta nell’estate dello stesso anno. Dopo un avvio complicato, la squadra si riprese e riuscì a salvarsi, anche con un certo margine.

Nelle undici stagioni successive lo Zestaponi non si limitò a mantenere la categoria, ma si affermò ben presto come una delle squadre più forti e competitive del paese. Nel suo primo anno di vita arriva in finale della Coppa nazionale, perdendo. Anche nei tre anni successivi raggiunse lo stesso traguardo, contendendosi il trofeo sempre contro l’Ameri Tbilisi. I primi due tentativi sono fallimentari, il terzo no: nel 2008 lo Zestaponi vinse così il suo primo trofeo ufficiale.

Anche in campionato le prestazioni sono ottime. Nel 2007, per esempio, perde solo una volta e subisce a malapena 11 reti nell’arco dell’intera stagione: arriva comunque solo un quarto posto finale, sufficiente per la prima storica qualificazione ad una competizione europea, la Coppa Intertoto. Tra il 2011 e 2012 è all’apice della sua parabola sportiva e conquista in maniera perentoria i suoi primi due campionati nazionali. Un’impresa mai realizzata dalle squadre locali, nemmeno dall’illustre Metalurgi.

Lo Zestaponi, nato in maniera rocambolesca nel 2004, collassa in maniera burrascosa nel 2015, da vice-campione di Georgia in carica. Il 19 aprile è previsto l’incontro tra FC Zestaponi e Dila Gori, valido per il 24° turno di campionato. Gli spettatori presenti al David Abashidze Stadium assistono confusi ad uno spettacolo inaspettato. Il Dila Gori scende regolarmente in campo, i padroni di casa no. Gli arbitri annunciano che, a causa delle inadempienze finanziarie, i giocatori dello Zestaponi non si sono presentati. La partita è così clamorosamente annullata. Il Comitato Disciplinare della Federazione indice una riunione straordinaria, al termine della quale decreta pene severissime. Al Dila Gori è assegnata la vittoria a tavolino; a Mikheil Khutsishvili, Direttore Generale del club, è inferta una squalifica di un anno; lo Zestaponi, infine, subisce una multa di 5.000 lari (circa 1.677 euro) ed è escluso dal campionato.

Seppur supportato da una delle società minerarie più grandi della Georgia, lo Zestaponi era difatti al culmine in una grave crisi economica. Già nel 2013 la proprietà aveva tentato di cedere il club, senza successo. Le turbolenze societarie si erano riflesse sul campo, dove la squadra aveva concluso al quinto posto in campionato, il suo peggior risultato di sempre. Il secondo posto della stagione successiva è stato un fuoco di paglia: senza l’appoggio dei fondi richiesti al comune di Zesta’poni, la società non riuscì più a riprendersi. Kokaia è furioso; attacca la Federazione, spiega come abbia ricevuto una segnalazione poco prima dell’incontro contro il Dila Gori sulla presunta corruzione di un suo tesserato per truccare il risultato finale. Pochi giorni dopo, però, è costretto ad ammettere che la situazione finanziaria del club fosse diventata insostenibile.

L’11 maggio successivo, mentre nel frattempo uno scandalo calcioscommesse era emerso seriamente, la Federazione georgiana confermò la retrocessione del club a causa delle inadempienze finanziarie. Qualche settimana dopo lo FC Zestaponi smise di esistere ufficialmente, lasciando la città senza una propria squadra di calcio per la prima volta dopo 78 anni. Una nuova società ha raccolto l’eredità ed è ripartita nel 2018 dalla Regionuli Liga, quinta e ultima divisione calcistica georgiana. Nell’arco di un triennio ha raggiunto la terza serie, dove milita attualmente, latitando mestamente nei bassifondi della classifica.

La storia dello Zestaponi, in realtà, non diverge da quella che in Georgia hanno vissuto numerosissime squadre. I grandi traguardi raggiunti dalla Nazionale (solo recentemente, peraltro) non possono nascondere del tutto quanto disastroso sia stato, in ambito calcistico, il ventennio successivo alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Sebbene non sia corretto affermare che la popolarità del calcio nel paese si sia afflievolita, le partite del campionato locale attirano un numero estremamente ridotto di spettatori, che nel caso degli incontri delle divisioni inferiori talvolta si aggira a poche decine di unità. Le avverse condizioni economiche hanno comportato un drastico crollo a livello di infrastrutture e investimenti; le squadre georgiane vantano bilanci drammatici e fanno affidamento in maniera estensiva a sovvenzioni pubbliche, come quella su base quinquennale da 250 milioni di lari (pari a 86 milioni di euro) che il presidente della Federazione Levan Kobiashvili ha negoziato con il governo georgiano nel 2017.

In uno scenario economicamente depresso si è così fatto prepotentemente strada, nel corso degli anni, il fenomeno del match-fixing. Gli scandali legati al calcio-scommesse hanno funestato il calcio georgiano ripetutamente. Nel 2014 sono stati arrestati 8 arbitri (e si vociferava di un possibile coinvolgimento dell’ex stella Kakha Kaladze). Un’altra indagine ha evidenziato come almeno 10 partite fossero state truccate tra 2015 e 2017, con almeno 50 giocatori potenzialmente coinvolti. Un altro scandalo è scoppiato neanche due settimane dopo le vicende precedentemente citate e ha investito due società di seconda divisione (Chkherimela e STU Tbilisi).

Motivo per cui la Federazione georgiana ha creato nel 2015 un’apposita unità anticorruzione che vigilasse il regolare svolgimento delle attività sportive. Un’innovazione necessaria da implementare in un paese che, come ha dichiarato nel 2017 Francesco Baranca, Segretario Generale della FederBet, organizzazione che si lotta per combattere il fenomeno del match-fixing, era “tra i meno sicuri in Europa contro il calcioscommesse”.

Quest’ultima riflessione tocca temi che costituiscono il fondamento della storia dello Zestaponi. Nata sulle ceneri di fallimenti pregressi grazie all’intraprendenza di un imprenditore locale. Incapace di poter reggere sul lungo periodo le ingenti spese che ciascun club georgiano sostiene. Impossibilitata a investire adeguatamente nelle strutture (alcuni lavori di rinnovo dello stadio David Abashidze, avviati nel 2004, dopo vent’anni ancora sono incompiuti). Funestata anche alla fine da scandali finanziari e di calcio-scommesse, fenomeni quasi endemici a livello nazionale. Scomparsa tristemente sul più bello, nel pieno del suo successo e della gloria, lo Zestaponi può far riflettere sullo stato attuale del calcio nei campionati più periferici e sulle sofferenze quotidiane che tanti calciatori e appassionati vivono quotidianamente.


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Di Matteo Cipollone

Sempre alla ricerca di una storia particolare da raccontare, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da scoprire. Amo studiare storia e rimango affascinato da quello che essa ci offre. Accumulo libri e talvolta li leggo pure. Unisco due belle passioni: il calcio e la scrittura.

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